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Sulla macelleria di manifestanti pacifici al G8 di Genova 2001 continua l'opera di negazione della realtà da parte dei violenti
Post n°7271 pubblicato il 10 Gennaio 2013 da cile54
G8, le fantasie del celerino su Piazza Manin Parla il vicequestore accusato di aver mentito per scagionare i suoi uomini Si saprà il 22 febbraio se Luca Cinti, oggi vicequestore, abbia fornito una falsa testimonianza quand'era tra i capi dei celerini di Bologna in trasferta a Genova per il G8 del 2001. Cinti è stato interrogato questa mattina a Genova nell’ambito del processo a suo carico. Il 20 luglio 2001, poco dopo le 15, il suo reparto caricò i manifestanti pacifici in piazza Manin e arrestò due ragazzi spagnoli accusandoli di resistenza. Gli uomini di Cinti sostennero che i due fossero armati di spranga e molotov ma un video scagionò i due manifestanti. I quattro poliziotti responsabili dell’arresto (Antonio Cecere, Luciano Berretti, Marco Neri e Simone Volpini), invece, sono stati condannati in via definitiva a 4 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per “falso e calunnia” e sono attualmente sospesi dal servizio. Al processo di primo grado contro i quattro, Cinti testimoniò in aula di aver visto il momento dell’arresto aggiungendo che uno dei due arrestati aveva in mano una spranga. Vedendo il filmato, Cinti provò a negare l'evidenza dicendo di non essere certo che si trattasse proprio dei due spagnoli arrestati. Stamattina in aula ha stupito di nuovo: «Non abbiamo arrestato i due spagnoli, probabilmente in Questura è stato fatto qualche pasticcio». I suoi uomini avrebbero arrestato davvero due persone di cui una armata di spranga ma non si tratterebbe dei due spagnoli. Ma i conti non tornano: i due sono stati gli unici arrestati in piazza Manin in tutta la giornata del 20 luglio. In un interrogatorio definito «surreale» da uno dei legali di parte civile, Emanuele Tambuscio, Cinti ha provato a dire che i veri responsabili furono rilasciati per errore dalla Questura e che gli spagnoli sarebbero stati arrestati per sbaglio. Ma da chi? «I quattro poliziotti del Reparto mobile di Bologna, condannati in via definitiva per l’arresto illegale dei miei clienti, hanno firmato il verbale d’arresto dei due spagnoli e mai, durante i lunghi anni in cui è durato il processo a loro carico, hanno accennato a uno scambio di persona», spiega Tambuscio. Dopo l’interrogatorio, le parti hanno deciso di rinunciare ai restanti testi. Il 22 febbraio ci sarà la discussione e, forse il giorno stesso, ci potrebbe essere la sentenza su Cinti, un dirigente di ps di cui alcuni sottoposti ricordano ancora la scritta sul casco quando scendeva in campo in assetto antisommossa: “Terminator". Checchino Antonini 09/01/2013 www.liberazione.it |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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