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Bus per i neri? Come una trovata demagogica e cretina e che non meritava nessuno spazio ha invaso il teatrino mediatico

Post n°7283 pubblicato il 15 Gennaio 2013 da cile54

Indignazione e belati di pecore

Si è parlato parecchio, nei giorni passati, della proposta di creare una linea bus per soli neri, avanzata da un consigliere comunale di Trapani. Se n’è parlato sui giornali che contano e su quelli che contano meno. Sono fioriti i dibattiti e, con la complicità dei social network, il circo mediatico è stato rapidamente allestito e sono state organizzate manifestazioni di protesta. Il Corriere della Sera è arrivato a definirla proposta choc. A nostro avviso è invece  una trovata demagogica e cretina e che non meritava tutto questo spazio. Sia chiaro: la proposta non ci piace e non la consideriamo innocente, ma è straevidente che si tratta di qualcosa che non può avere attuazione sia per la sua impraticabilità organizzativa sia, come spiega Domenico Tambasco, perché priva di pezze giuridiche d’appoggio. Chi l’ha fatta, queste cose le sapeva come e più di noi e, con ogni probabilità, stava cercando solo un po’ di notorietà. Puntualmente, inutilmente l’ha avuta.

L’ha avuta a scapito di altre cause, magari meno “titolabili” ma più serie e reali. Per esempio, il modo inqualificabile in cui il governo ha sorvolato sulla cosiddetta Emergenza Nord Africa per poi liquidarla velocemente e nel modo (per lui) più indolore possibile: due mesi di proroga per i fondi, poi finisce il freddo (ma qui non stiamo parlando di homeless, che accidenti c’entra il freddo????), si va a votare e chi si è visto si è visto. L’indignazione è un sentimento e uno strumento sacrosanto ma deve essere usato con perizia e non in automatismo, in risposta agli innesti di malainformazione (che è certo quella che divulga notizie false o inesatte, ma anche quella che esaspera titoli e toni per raccattare lettori). Altrimenti smette di rendere un buon servizio alla sua causa e si trasforma in un belato di pecore.

Coerentemente con questa premessa, dedichiamo l’apertura del nostro primo numero del 2013 alla fine dell’emergenza: Luigi Riccio e Francesca Materozzi hanno intervistato gli assessori alle Politiche sociali di cinque importanti città italiane e chiesto loro come si stanno preparando ad affrontare il dopo proroga. Due mesi passano in un attimo e, comunque sia, le ricadute sui Comuni ci saranno e non saranno di poco conto. Restando in tema, vi proponiamo anche lo sfogo eloquente di un’operatrice impegnata a fianco dei richiedenti asilo dell’Ena a Pordenone e una lunga intervista al coordinatore generale dell’associazione Medici per i Diritti Umani su come (non) funzioni in Italia il sistema di accoglienza.

In questo numero vi parliamo anche dell’accordo Stato-regioni sull’assistenza sanitaria estesa  agli irregolari (ne scrive Sergio Bontempelli) e della sentenza del tribunale di Crotone che ha assolto per legittima difesa tre ospiti del Cie di Capo Rizzuto accusati di avere organizzato una rivolta all’interno della struttura (Fulvio Vassallo Paleologo). Vi parliamo del centro Franz Fanon di Torino, che offriva assistenza psicologica agli immigrati, in convenzione con la Asl-1, e della sua improvvisa chiusura (Daniele Barbieri), vi parliamo di un nuovo mestiere legato all’immigrazione, il counseling per coppie miste (Cristina Sebastiani), di itinerari turistici alternativi volti a scoprire l’anima etnica delle città. Vi parliamo di Rosarno a tre anni di distanza dai famosi “fatti” (Stefano Galieni), di Teramo che si sta muovendo per organizzare il Primo Marzo (Fabiana Alfonsetti) e di un libro che racconta il razzismo verso i rom dalla parte di chi lo prova (Daniele Mezzana).

Inauguriamo inoltre una nuova rubrica, a cadenza quindicinale, a cura di Clelia Bartoli, già firma del nostro giornale ed “esperta” di razzismo istituzionale. Si intitola Note a margine. Non perdetela!

Come sempre, buona lettura e buon inizio settimana!

Stefania Ragusa

14/1/2013 www.corriereimmigrazione.it

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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