Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cile54cielostellepianetiindustriametallisbaglisignoramonellaccio19cardiavincenzocassetta2nomadi50m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Elezioni: la nobile arte...Sentenza ThyssenKrupp 28... »

In attesa che un nuovo governo (?) decida il da farsi la loro condizione è kafkiana. Riguarda almeno 5 milioni di persone

Post n°7466 pubblicato il 01 Marzo 2013 da cile54

Scordatevi l'accoglienza

E ora? Una domanda che non si pone forse nessuno nei corridoi e nelle stanze ancora da redistribuire del ministero dell’interno, ma che aleggia in molte prefetture, nei comuni, nel mondo dell’associazionismo antirazzista e negli organismi che si occupano di rifugiati e richiedenti asilo. Oggi, infatti, sono scaduti i termini, cinicamente fissati da Monti 3 giorni dopo le elezioni, di proroga dell’accoglienza per coloro che hanno fatto parte della cosiddetta “emergenza Nord Africa”.

Nel 2011, dall’inizio delle primavere arabe fino al conflitto in Libia, circa 60mila persone sono entrate in Italia per sfuggire ai conflitti o alla miseria. Giovani rimasti senza lavoro, da Tunisia ed Egitto, nuclei familiari che avevano attraversato il deserto e provenienti soprattutto dall’Africa Sub Sahariana e che si erano trovati loro malgrado in mezzo ai bombardamenti. Molti ricordano gli stenti a Lampedusa, con la “collina della vergogna”, le promesse berlusconiane, i campi di accoglienza che spesso si tramutavano in centri di detenzione camuffati, il tentativo, sovente non riuscito, di andarsene in un altro paese europeo, perché l’Italia non offriva nulla.

Una parte è rimasta, sotto la supervisione del ministero e della protezione civile, sono stati distribuiti nelle varie regioni pontificando su piani di accoglienza e di inserimento. In gran parte dei casi chi entrava in questi progetti si ritrovava o in strutture fatiscenti o abbandonato in alberghi deserti. Pochi gli interventi promessi (corsi di italiano, formazione lavoro ecc..) che hanno avuto seguito. Se si eccettuano alcune esperienze in parte positive realizzate in Toscana, dove si è evitata la ghettizzazione di grandi nuclei, e in Emilia Romagna, associazioni o proprietari degli immobili adibiti all’accoglienza si son trovati ad incassare 46 euro al giorno per ogni “ospite”, e questo fino ad oggi. In cambio vitto, alloggio e a volte qualche piccolo emolumento ma nulla di più. Tante le persone che per forza o per ragione si sono allontanate: dei 22 mila che risultavano alcuni mesi fa, ora ne risultano ancora presenti 13 mila. Quale futuro per loro?

In attesa che un nuovo governo (?) decida il da farsi la loro condizione è kafkiana. Da una parte godono di protezione umanitaria e, per ora, non possono essere espulsi; dall’altra verranno cacciati dai luoghi destinati all’accoglienza che non hanno i fondi per coprire le spese. Una decisione che è stata criticata fortemente anche dai Comuni interessati che vedono ricadere sulle proprie spalle un problema che andava risolto e affrontato con maggiore serietà a livello centrale. Aumenterà insomma, molto probabilmente il numero dei senza fissa dimora, magari non immediatamente e in maniera diversa da città a città ma questo è il risultato delle politiche di due governi che non hanno voluto operare scelte di prospettiva e si sono limitati a nascondere la polvere sotto il tappeto. Al di là delle lodevoli iniziative tese a porre l’attenzione su tale questione, promosse da alcune associazioni, poco o nulla si è fatto, grande assente soprattutto è stata la politica che doveva e poteva imporsi di più, anche a livello locale. In un paese di 60 milioni di abitanti, definire emergenza la sistemazione e la realizzazione di progetti di autonomizzazione di un numero così risibile di persone, testimonia un livello di inadeguatezza che non ha eguali in tutta Europa.

E se oggi 28 febbraio si chiude – forse e in maniera ingloriosa – questa vicenda, domani è riconfermata in tutto il Paese una giornata di lotta divenuta tradizionale, quella del Primo Marzo, “Una giornata senza di noi”. Nata nel 2010 come provocazione, come intento di dimostrare come si fermerebbe la vita in Italia se contemporaneamente i tanti lavoratori e lavoratrici migranti decidessero di incrociare le braccia, negli anni si è articolata come giornata di mobilitazione con una propria piattaforma politica. La libertà di movimento, come sancito dalla Carta dei diritti dei migranti siglata a Gorè, il sostegno a chi si ritrova ad affrontare, in nome del divieto di poter scegliere il Paese in cui fermarsi, l’emergenza di cui si scriveva poc’anzi. E poi la richiesta di modificare le norme che garantiscono il diritto di asilo, la chiusura dei Cie, l’abrogazione della Bossi Fini e di tutta la legislazione di stampo razzista, l’applicazione dello jus soli per chi nasce e cresce in Italia e il diritto di voto. Tante le organizzazioni promotrici che realizzeranno iniziative di presidio, manifestazione, anche a carattere culturale, nei propri territori. Il Prc, come ogni anno, ha aderito a questa campagna. «È necessaria anche alla luce del fatto che nella trascorsa campagna elettorale, tale tematica, che riguarda almeno 5 milioni di persone, è stata pressoché assente o ignorata dalle altre coalizioni. Il manifesto di convocazione delle tante iniziative, promosso da decine di associazioni sparse nel territorio, affronta con la giusta nettezza gli obbiettivi da perseguire - ha dichiarato Paolo Ferrero - Per questo come Rifondazione Comunista aderiamo convintamente alla giornata e invitiamo tutti a partecipare alle iniziative che si svolgeranno a livello locale».

Stefano Galieni

responsabile Immigrazione Prc

28/02/2013 www.liberazione.it

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963