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Questo è lo stato di cose presenti: la paura governa gli animi di milioni di produttori di ricchezza diventati schiavi di pochi
Post n°7514 pubblicato il 16 Marzo 2013 da cile54
Il 65% dei lavoratori teme il licenziamento Incertezze per il futuro e tentativo di reagire, tra speranze e realismo, tra frustrazione e voglia di fare, in cui la soddisfazione per il proprio lavoro si sovrappone in due casi su tre al timore di perdere il posto e genera ansia di instabilità. È la fotografia scattata dall’Istituto di ricerche Ispo fondato da Renato Mannheimer che ha intervistato, per una ricerca promossa dall’agenzia per il lavoro Openjobmetis, 800 lavoratori italiani. “Il nostro obiettivo era capire meglio i punti di vista degli italiani su welfare e lavoro. Un dato mi ha colpito – commenta Rosario Rasizza, ad di Openjobmetis – il 61% degli intervistati è convinto che nel prossimo futuro aumenterà la flessibilità ma non la teme” e il nostro impegno “deve promuovere una flessibilità virtuosa che corrisponda a nuova e continua occupazione”. L’85% dei lavoratori intervistati è soddisfatto ma il 65% teme di essere licenziato. “A creare questo quadroè un clima generale di insicurezza che c’è nel Paese più che i datori di lavoro stessi. Un dato di cui le autorità politiche dovrebbero tenere conto”. Lo affema Renato Mannheimer, autore della ricerca. “Abbiamo però, allo stesso tempo, anche un clima di dinamismo insito nella maggioranza dei lavoratori italiani per cui l’Italia ha tutto per ripartire”. 15/3/2013 www.rassegna.it |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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