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Con la rielezione di Napolitano lo sanno che sono andati oltre, lo sanno di aver perso la faccia e la stima degli italiani?

Post n°7661 pubblicato il 23 Aprile 2013 da cile54

Duellanti finti e inutili mugugni

In questo marasma di contratti falsi e compromessi sottobanco soggiornano bisce dal volto umano e carnefici con i denti sporchi di sangue, non un sangue qualsiasi, ma quello del cittadino, un assetto consolidato da tanti anni, non solo venti.

Pensate che lavora il 56% degli italiani contro quasi l’80% dei tedeschi, più, ma molto di più di un milione di famiglie s...enza reddito, cifre da paese sottosviluppato, tra l’altro gli economisti prospettano un futuro peggiore. Inutile guardare e leggere quel che si pensa degli italiani all’estero, la vergogna, ormai, non appartiene a noi defunti prigionieri perché questo sdegno sembra finto come i duellanti in parlamento, Pd e Pdl in prima linea e, guardando bene in fondo, l’inciucio è una bizzarria dell’ultima ora, è soltanto un collante, una prosecuzione della melma in cui versiamo.

Se in qualsiasi altro posto, milioni di manifestanti sdegnati scendessero in piazza a gridare il proprio sdegno avrebbero arso bandiera e costituzione, qui in questo pseudo paese con culturale pseudo bizantina, arricchita dalla pacchiana realtà, arriviamo alla fine della strada e torniamo a casa per cena. Mi addolora dirlo, per certi versi ripeterlo, se non si è abbastanza indignati significa che si ha ancora qualcosa perdere e che siamo tutti un po’ troppo abituati a vedere gli spettacoli in tv, gridare la nostra rabbia sulle piattaforme sociali controllate dal sistema e, a limite, a bere una birra con gli amici. In venti anni di governi limitati e limitanti nel concetto e camerieri delle confraternite massoniche si è badato a tutto pur far ingoiare cibi avariati e i cittadini nutrono il loro disappunto con impudiche parole come contorno, prima tra tutte: inciucio.

Inciucio? Volete dire che questa farsa, questo avanspettacolo da passare solo nei peggiori incubi sia semplicemente un inciucio? Due ubriaconi, nemici da sempre, che si ritrovano in cantina e animano una scena teatrale pur di farsi pagare da bere, potrebbe essere un inciucio, magari con un chiacchiericcio fitto e compiacente; bene, tutto questo potrebbe essere definito solo come inciucio. I giornalisti italiani parlando di inciucio, parola proveniente dal dialetto napoletano, hanno bollato in modo ironico la tragedia e tutti insieme abbiamo inscenato una patetica rimostranza, come patetico è il nostro bisogno di credere all’impossibile. Infatti dove vige il cattolicesimo che infonde sempre una speranza, magari il ritorno di NembKid, per dirla in dialetto abruzzese, a giudicare vivi e morti, dopo la preghiera, basta inginocchiarsi e chiedere la grazia. Non saranno pennivendoli o grandi scrittori, non saranno gli ironici messaggi dei cantanti, le canzoni di Sanremo, il nuovo smartphone, i comici sfavillanti della tv e non sarà quel maledetto bisogno di eroi a cambiare la storia, perchè la speranza senza azione non ha senso ed solo una maledetta bugia da raccontare ai nostri figli, prima della notte. Gradualmente distribuiscono miseria e povertà, chi ha quattro lavori e chi neanche uno, chi spende e spande ignoranza e chi, insistentemente, cerca una ragione.

Prima o poi affogheremo nello stesso pozzo, è soltanto una questione di tempo. Quando non avremo più nulla da perdere mancheranno le forze e soccombere non sembrerà un destino così infelice, se pensate che questo sia un monologo pessimista o un lamento strozzato, allora non siete ancora consapevoli; prendete queste parole e bruciatele insieme alla coscienza che non vi appartiene e fate finta di niente. È colpa nostra se i camerieri della Bilderberg Group non rispettano neanche il referendum vinto sull’acqua, lo abbiamo dimenticato, come si dimentica un film poco interessante; prima di puntare il dito verso politici impariamo a rispettare le nostre battaglie, a guardarci allo specchio come nazione, tanto ci sarà ben poco di cui compiacersi. Inutile negarlo, ogni di noi è complice, ognuno di noi, ogni giorno, contribuisce con il silenzio alla sua stessa morte e, poco importa, se qualcuno ci lascerà la pelle prima, se qualcuno chiede aiuto, se qualcuno espatria, se qualcuno s’improvvisa eroe, prima di crepare.

Non parlate di popolo unito, lasciate queste frasi ad altri, noi siamo ancora frastornati, soggiogati e anestetizzati dalle parole, non siamo ad un bivio, alloggiamo nelle false partenze mentre loro sono già all’arrivo. Chiudo questo lamento con una speranza, altrimenti che italiano sarei, con la rielezione di Napolitano sono andati oltre, sanno benissimo di aver perso la faccia e la stima degli italiani, tocca a noi aprire la strada senza cercare supereroi. Non abbiamo altra scelta.

Antonio Recanatini

22/4/2013 www.bellaciao.org

 

 
 
 
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