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Hanno occupato tre palazzine vuote le 430 persone finite in strada dopo la fine della cosiddetta “Emergenza Africa”

Post n°7705 pubblicato il 02 Maggio 2013 da cile54

I No Tav con i rifugiati del Villaggio olimpico

“Ex Moi e No Tav uniti nella lotta”: recita così lo striscione esposto domenica 28 aprile nel cortile delle palazzine occupate dell’ex Villaggio olimpico a Torino. Sigle strane, cacofoniche, ma che dentro di sé sono piene di vite e storie. E se tutti sanno che cosa sia la Tav, Moi sta per Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso: era la destinazione di uso di questa porzione di Città, prima che venisse “riqualificata”, trasformata in Villaggio Olimpico per gli atleti di Torino 2006 e, oggi, per buona parte abbandonata a se stessa, in stato di abbandono.

Dignità per i rifugiati, dignità per la valle

E’ qui che hanno occupato tre palazzine vuote le 430 persone finite in strada dopo la fine della cosiddetta “Emergenza Africa”. In questa domenica di fine aprile i Comitati No Tav Val Sangone, Collina morenica e Torino portano il proprio sostegno, la propria solidarietà. E lo hanno fatto nel modo più semplice e diretto: organizzando un pranzo schietto e genuino: riso, sugo, fagioli, ceci, cipolle e toma della valle per chiudere con buonissime torte fatte in casa. Hanno partecipato anche abitanti del quartiere e simpatizzanti che hanno voluto passare insieme un momento di festa. Ma che cosa c’entra il movimento No Tav con i rifugiati politici, i richiedenti asilo, con i 430 dell’ex Moi? “Noi vogliamo – si legge nel volantino che spiega l’iniziativa – affermare la priorità della dignità di tutte le persone e la tutela dei loro diritti, mentre l’accumulazione della ricchezza nelle mani di pochi condanna la stragrande maggioranza della popolazione del pianeta all’esclusione e alla povertà”. Per i diritti e contro l’esclusione: sono queste le parole che legano queste strane sigle, Ex – Moi e No Tav.

Per non essere isolati

Racconta una ragazza del Comitato di Solidarietà con Rifugiati e Migranti che sostiene e accompagna l’occupazione: “è importante che queste persone non si sentano sole, che si sentano parte della Città del quartiere, che non percepiscano una separazione così netta con gli altri cittadini”. Anche per questo motivo la sezione dell’Anpi della Circoscrizione 9 ha festeggiato in questo stesso cortile la Festa della Liberazione, una festa allegra piena di musica e convivialità. Fino a oggi la convivenza con i vicini di casa delle palazzine attigue non ha creato grossi problemi e la convivenza è pacifica, ma ora, terminata la fase iniziale dell’occupazione con i problemi legati alla quotidianità più stretta (assegnazione spazi, letti, materassi, cucine…) si apre il momento di decidere come sostenere queste persone in un difficile percorso di autonomia. Le domande sono quelle di sempre: imparare o migliorare l’italiano, trovare un lavoro, accedere a una qualche formazione professionale. Resta sullo sfondo la questione del certificato di residenza, un tema sul quale si è aperto un confronto con l’Amministrazione comunale di Torino: le posizioni sono ancora distanti, ma il dialogo è avviato (http://viedifuga.org/?p=8057)

Giorgio Morbello

30/4/2013 www.viedifuga.org

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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