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Complimenti al Pd, che con luciferina abilità sta apparecchiando un altro capitolo di questo nostro patrio film dell'orrore

Post n°7739 pubblicato il 10 Maggio 2013 da cile54

Il padrone, i cortigiani e gli utili idioti

Ad ascoltare gli strilli della corte berlusconiana, infuriata dopo la conferma, in appello, della sentenza di condanna del proprio signore e padrone nel processo Mediaset, pare di vivere sospesi in un mondo irreale, stregato, in una “Macondo” in versione lugubremente reazionaria, popolata da personaggi che paiono fuggiti per incantesimo da un romanzo del "grottesco e dell'arabesco".

E’ un vociare sgangherato, una sequenza di dichiarazioni in fotocopia, ad opera di una folla di capataz, di seconde linee e di gregari che cercano, ciascuno per sé, di guadagnarsi titoli di merito (leggi: pane e companatico) alzando il tono della polemica e facendo a gara a chi unge con più solerzia il capo e la spara più grossa. In testa al plotone c’è Maurizio Gasparri (“Siamo di fronte alla prosecuzione di un accanimento, alla tentazione di risolvere per via giudiziaria una sfida che per via politica la sinistra non è riuscita a chiudere”). Segue a ruota Brunetta (“Il pronunciamento della Corte d’appello distrugge la vita democratica”). Poi tale Gregorio Fontana (“Dai giudici di Milano è venuta la conferma che la mobilitazione contro l’uso politico e ‘personalizzato’ della giustizia non solo è legittima, ma necessaria, per cui bene facemmo a manifestare davanti al palazzo di Giustizia ed altre manifestazioni dovranno essere organizzate…”). Quindi il neo-segretario della commissione ambiente del Senato, Giuseppe (boh?) Marinello (“Le sentenze di rito ambrosiano sembrano prestampate, con il chiaro intento di condannare un uomo politico che da vent’anni è l’indiscusso leader dei moderati italiani”). Il senatore Giancarlo Serafini, invece, si imbarca in una ruffianata che neanche un famiglio (“Propongo di raccogliere dieci milioni di firme contro la sentenza, tanti quanti soni i voti che il presidente Berlusconi ha ottenuto nelle ultime elezioni”). Ma è lei, l’immarcescibile Daniela CrudeliaDemonSantanchè che va al sodo e, come sempre, vince il palio. Sentite: “Una parte della magistratura – sentenzia – è ormai fuori controllo”. Eccolo qui, papale papale, il vero punto politico di tutta la faccenda: mettere, una buona volta e per sempre, la mordacchia ai giudici, vulnerarne l’indipendenza, archiviando la bizzarra pretesa secondo cui la giustizia dev’essere uguale per tutti.

Come la copia del Caimano di Nanni Moretti, quello autentico ha in testa una cosa ed una sola: che sono i suoi elettori ad averlo già giudicato, assolto, beatificato. E la legge? Ma che c’entra la legge!

Complimenti sentiti al Pd, che con luciferina abilità sta apparecchiando un altro capitolo di questo nostro patrio film dell'orrore.

Dino Greco

09/05/2013 www.liberazione.it

 
 
 
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