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L’omicidio di una donna è repellente quanto quello di un operaio sul lavoro, come quello di un suicida per povertà

Post n°7808 pubblicato il 28 Maggio 2013 da cile54

LA SUDDIVISIONE DEGLI OMICIDI, UNA TEORIA TUTTA ITALIANA.

Siamo sommersi dalle notizie in prima pagina: uomo ammazza l’ex, un uomo ammazza la convivente, uomo ammazza la suocera, perché no, in fondo è sempre femminicidio, un uomo ammazza... e strangola una prostituta. La tendenza di sopraffare ostinatamente persone più deboli fisicamente sta diventando uno spot nazionale, ma non sopporto, per nessun motivo la classificazione, perché pare ci siano dieci assassini al giorno di uomini, solo in Italia che gridano giustizia e che i giornali mostrano solo come contorno. Ancor peggio è sentire le solite note, come omicidio passionale, come se la passione e la gelosia fossero sentimenti compatibili con l’uccisione, un modo come un altro per passare oltre, liquidare con poco una tendenza pratica alla prevaricazione. Inutile ripetere che i morti sul lavoro e i suicidi sono prevalentemente maschi, inutile ripetere che combattere un tipo di violenza contempla l’oscuramente di qualsiasi altra persecuzione e quando c’è da parlare di omofobia vengono interpellati i migliori criminologi del pianeta, non vengono interpellati per cause inerenti al razzismo e alla pedofilia, ad esempio. Voglio urlare ancora una volta che i diritti appartengono a tutti, l’omicidio di una donna è repellente quanto quello di un operaio su un’impalcatura senza le dovute norme di sicurezza, quanto un suicidio per problemi economici, quanto qualsiasi efferato assassinio su una persona più debole, che sia donna, gay, etero, bianco, nero, indigente, cattolico o islamico, poco importa. Questa classificazione è marcia, come è marcio questo paese, fatto di sensazionalismo e prese di coscienza limitate e limitanti perché il fantasma che penetra in questo momento è l’indignazione per settore, per compartimenti standart. Vorrei parlarvi di un mio conoscente, trent’anni di lavoro sotto una miniera per mantenere la famiglia e tornava solo nei week end, ma solo per spurgare il veleno inalato in settimana, anzi non potrei parlarne, perché è morto dopo aver vissuto cinque anni con una bombola d’ossigeno da portare in ogni occasione. Ogni volta che si divide la violenza, ogni volta che un giornale mette in prima pagina la nazionalità dell’assassino, prima del nome, prima di raccontare la vicenda, rammenta un carattere razzista, classista e confusionario, un piano per sollevare un odio tra povertà e miseria. Questa suddivisione aiuta il potere al elevarsi come innocente, aiuta, noi stolti, a perseguire una guerra per sesso, età, religione e tipo di indigenza d’animo. Sono ancor più amareggiato perché queste lottizzazioni e segmentazioni dei reati, molto spesso, portano il nome di alcuni compagni, soggiogati dalla caos creato ad arte dall’informazione di potere, perché, lo dico senza paura d’essere frainteso, una donna uccisa per gelosia fa più notizia di un barbone che muore di freddo alla stazione. Anzi propongo un carcere preventivo per gli uomini che superano i trent’anni, così l’omofobia si arresterà, così, almeno, le altre prevaricazioni saranno amplificate, come se bastasse punire per avere una diminuzione dei reati. Come se bastasse inquadrare il dramma per avere un risultato confortante, in fondo è importante che si trovi sempre un mostro diverso da perseguitare e che non sia mai colpa del potere. Ci si indigni e si difendano i diritti di tutti gli esseri umani, nessuno escluso, che sia esteso a tutti l’inno alla vita, perché, da quel che vedo, in anni e anni di capitalismo sfrenato a soccombere sono sempre gli stessi, spesso sono padri di famiglia, spesso sono donne, spesso è la stessa miseria a non denunciare più soprusi. Dividere l’universo tra uomini e donne è un vizio fascista, un archetipo, una nomenclatura che non mi appassiona, forse perché sono un onesto conservatore dell’odio di classe, perché l’ingiustizia va combattuta in ogni ordine e grado. FERMIAMO OGNI FORMA DI VIOLENZA SULLE DONNE, LE ALTRE FORME SI ARRANGINO, questo sarebbe il giusto titolo da mostrare in prima pagina.

Antonio Recanatini

27/5/2013

 
 
 
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