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I sintomi per diagnosticare che una società è ammalata? La faziosità e la vacuità dei media allo stato patologico

Post n°7955 pubblicato il 06 Luglio 2013 da cile54

O t’informi da cittadino, o ti formano da suddito

 

Le balle che ci raccontano tv e giornali ci disegnano sprazzi di vita di un’Italia inesistente, come quelle favole che spesso ci hanno raccontato da piccoli per far addormentare, almeno nella notte, frenetiche giornate di bambini incuranti di un angusto sistema che li vuole relegare, a scuola come in strada, al ruolo di bravi o ribelli (comunemente dette anche “pecore nere”) di fronte al potere costituito (seonestamente o per pretesa non importa).

La comunicazione televisiva e cartacea ci forma, plasmandoci in individui solitari che camminano dentro una massa, chiamata “popolo” solo quando vanno nella direzione indicata da questi altoparlanti di chi oggi comanda, se tramiteun consenso ricercato onestamente o mediante bugie trasformate in verità non importa.

Non è prevista, quindi non considerata come lecita e natutrale, la direzione ostinata e contraria di chicchessia, chi ha l’ardire di scegliere ilruolo di pecora nera viene isolato, bandito dalla comunità “democratica” quindi inesistente; e se proprio insiste, con i suoi comportamenti di pecora nera della grande famiglia perbenista e acquiescente, tipo protestare contro i licenziamenti, gli sfratti, le morti sul lavoro, è messo al bando, emarginato oconsiderato matto (se non di indole terroristica).

A volte tv e giornali si lasciano anche andare a sentimenti di pietà se la pecora nera si suicida perchè gli hanno rubato il lavoro o lo hanno messo instrada fregandogli la casa. E allora ecco un lacrimevole servizio e un invitonelle trasmissioni del dolore spettacolarizzato.

Chi è fuori dalla famiglia perbenista e acquiescente come si considera, un cittadino a tutti gli effetti o un emarginato?

Sceglie razionalmente di far parte della società degli esclusi e, quindi, odia i mass media che raccontano balle, o sbircia una vita diversa attrraverso lo schermo al plasma (che coincidenza, videotecnologia attaa plasmare!) accontendandosi di fare da spettatore abulico oltre che sperare difarne parte con la sognata vincita in qualche gioco da dipendenza, con relative malattie patologiche quali la ludopatia, la dipendenza simil-tossicologicaecc.?

Per ottimizzare il progetto di plasmare la società di “chi ci stà” non basta solo modificare la realtà della vita realmente vissuta dal “popolo”, serve anche costruire tanti modelli da amare, come in una passerella di moda,ed ecco allora la costruzione degli eroi mediatici ai quali affidarsi come messaggeri “neutrali” e ai quali tentare di somigliare per chi vuole una società più meno ingiusta. 

Con questi eroi che incarnano il bene o il gossip è nato un marketing “democratico” con il quale tv e giornali creano fumogeni sulla vita reale e si vantano di “una libertà di stampa che esalta i suoi eroi mediatici e dimentica chi ha nelle mani il potere di decidere che cosa è sotto i riflettori e che cosa non lo è. Una libertà di rendere opaca la nostra di libertà, visto che dal dibattito sparisce sempre un elemento chiave: pochi imprenditori, e non certoeditori, possiedono l'informazione.” (Citazione da un articolo di Antonio Cipriani - www.globalist.it).

Come rifiutare lo spaccio di questa comunicazione assordante e petulante,“una bugia ripetuta più volte in tv e sui giornali diventa verità”, e non subirne gli effetti collaterali devastanti della propria soggettività di cittadini?

In assenza di voci mediatiche nazionali fuori dal coro del “pensiero unico”(tutte zittite con la favola dello spreco di denaro pubblico alla stampa, quando, in realtà, oltre il 90% dei finanziamenti li hanno sempre presi, e continuano a prenderli, i cosiddetti giornali indipendenti che oggi spacciano indisturbati bugie) l’unica strada è il pensiero preventivo “quello che dicono è funzionale ai loro interessi di potere”.

Non basta, ma per lo meno non ci facciamo più prendere per i fondelli, accettando acriticamente la loro versione sui crimini sociali che politici, industriali e finanza parassitaria compiono ogni giorno. E’ scegliamo dicamminare eretti, per guardare e affrontare a testa alta la realtà!

franco cilenti

redazione Lavoro e Salute

(terza pagina del numero di giugno 2013)

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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