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« Questa giustizia edulcor...Il governo costringe gli... »

Il neoliberismo è la morte delle relazioni sociali, la distruzione dello Stato sociale, il crollo della sanità pubblica

Post n°8051 pubblicato il 25 Agosto 2013 da cile54

La guerra all'antagonismo sociale

Gioco di società : il Tav, il femminicidio,l’odio, le armi, lo Stato…Siamo d’estate perciò lanciamoci in un gioco disocietà dato che, soprattutto, in questa stagione i giochi impazzano.

Naturalmente questo invito vale pertutte/i, sia per quelle/i che si possono permettere le vacanze –se la godanofino in fondo perché potrebbe essere l’ultima vista la china che ha presoquesto sistema sociale- che per quelle/i che sono rimaste/i a casa a cui vatutta la nostra affettuosa solidarietà.

Il gioco di società che vorrei proporreconsiste in questo: andare a vedere quali sono gli articoli più commentati neisiti e nei blogs. Scopriremmo che sono quelli che riguardano il movimento NoTave, partendo da questo dato, fare il “Gioco dell’oca incazzata”, gioco inventatoda un collettivo femminista qualche anno fa per scoprire come ci voglionoturlupinare.

In un paese dove ci si lamenta dellascarsa sensibilità civica e della poca partecipazione civile, si scopre che ilTav “coinvolge e appassiona i cittadini italiani”.

Ma questo interesse si manifesta con unavalanga di commenti negativi e magari aggressioni verbali ai NoTav e con unamiriade di spam.

La contrarietà a qualsiasi lotta hadelle caratteristiche di fisiologicità, ma in questo caso assume caratteribiblici che non trovano riscontro nelle pur tante vicissitudini che questopaese sta passando.

Allora è fondato il sospetto che,utilizzando la rete e la tecnologia, ci siano strutture organizzate all’uopoche hanno l’incarico di monitorare e disturbare gli articoli che riguardano lalotta contro il Tav.

Ne scaturisce la plausibile ipotesi chedietro la volontà di realizzare l’opera a tutti i costi ci siano fortiinteressi di svariata natura e non solo economici.

D’altra parte un governo, quelloattualmente in carica, che non brilla certo per decisionismo, trova il tempo,con l’alibi di occuparsi del femminicidio, di introdurre un nuovo pacchettosicurezza con norme più stringenti e repressive nei confronti della lotta NoTave questo la dice lunga.

I decreti-legge nello spirito dellaCostituzione sono dettati dall’urgenza. Tanto è vero che il Parlamento liratifica successivamente, entro sessanta giorni.

Si è usato il vecchio metodo, ma ilgioco ormai è scoperto, di utilizzare un tema intorno a cui c’è consenso, inquesto caso la condanna del femminicidio, per far passare l’obiettivo vero cheè l’incremento della militarizzazione del territorio, l’uso e l’abusodell’esercito che assume connotati polizieschi, la proliferazione di norme chepermettano la persecuzione delle lotte sociali.

Le argomentazioni portate avantiricordano le guerre umanitarie: si fanno per il bene di quei popoli e, anche sequesti non lo capiscono, poi lo capiranno.

Così i frutti che possono ottenere idirigenti politici di questo sventurato paese sono tanti. Quello che oggi valeper il Tav, domani sarà applicato al Muos e alla miriade di servitù militariche oltraggiano e offendono il territorio e le popolazioni locali di tantaparte dell’Italia, isole comprese.

Ne discende una forma di razzismo moltoforte. Le popolazioni locali sono lette e trattate come i popoli del terzomondo. Da civilizzare perché ignoranti e arretrate.

Gaza è a casa nostra. Il carcere è acielo aperto.

Come gli sfortunati popoli del terzomondo fanno da cavie, così è per i valligiani della Val di Susa, per i sicilianidi Niscemi, per i sardi che subiscono le servitù militari……

Si testa così quello che domani saràfatto nelle grandi città dove si dà per scontata la rivolta.

Si applica il principio teorizzato daRomano Prodi che disse che il vero problema non era un treno, ma che laquestione era politica.

Era ribadire il primato dello Stato,meta-concetto utile per tutte le stagioni.

Le decisioni che lo Stato prende, atutela degli interessi neoliberisti di cui è il portavoce, nei riguardi diqualsivoglia argomento, ambito, struttura, territorio… non sono passibili dicambiamento, messa in discussione a nessun titolo. Le popolazioni locali, in unabusato gioco delle parti, possono venire ascoltate, per finta, per ribadire lafinta democrazia borghese che vale solo quando vengono prese le decisioni già“decise”.

E se questo gioco delle parti aveva unasua qualche parvenza di possibilità nella scelta keynesiana, ora nella stagioneneoliberista, le popolazioni si possono solo assoggettare, qui e nel terzomondo, e,se non lo fanno con la servitù volontaria, la scelta dello Stato èquella delle armi, vere e/o tecnologiche e/o massmediatiche, ma senzapossibilità di mediazione alcuna.

E’ questo il senso di questo nuovopacchetto sicurezza: la chiusura progressiva di qualsiasi margine dimediazione, non sono tollerate dissidenze di nessun tipo e a nessun titolo.

Da qui la coerenza, non l’assurdità,della magistratura torinese che accusa in maniera palesemente infondata ivalligiani e i solidali di terrorismo ed eversione.

Per ritornare alla valanga dicommenti/disturbo/boicottaggio sul NoTav, accanto alle forze storicamentedeputate alla repressione, oggi scendono in campo gli esperti della guerrapsicologica, le prefiche della non violenza, le vestali della legalità, i thinktank e i trolls.

E’ il trionfo del neoliberismo epertanto chi se ne fa carico in prima persona è il partito neoliberista pereccellenza in Italia, il PD, terminale degli interessi delle multinazionali.

Da qui l’inconsistenza di chi parla diun gruppo dirigente, quello del PD, inadeguato e mediocre, di una sua politicabalbettante e incerta, magari masochista, e il vaneggiamento di quelli/e che sisono esposti/e troppo al sole e parlano di una ricostruzione della sinistraintorno ad un PD rinnovato.

Il Tav, inscatolato in se stesso,labirintico nei caratteri, mortifero nel messaggio, stringe lo sguardo delfautore dell’opera in una morsa d’angoscia, di potere, di rapina.

Si vuole uccidere anche e soprattuttouna valle, una per tutte, dispiegata a misura dell’essere umano sulle notedella speranza e della lotta di generazioni passate e presenti, per realizzareun’arida topografia tratteggiata dal pennino tecnografico e dalla distruzionedell’ambiente e dalla mercificazione.

Il neoliberismo dà le vertigini a chi neha sposato la causa.

Il capitale è metabolismo sociale e, in quanto tale, occupa tutto il vivente. Da qui l’aggressività e la violenza neiconfronti del territorio, tanto più quando una comunità si ritrova e sperimentanuove relazioni sociali.

Il neoliberismo porta la morte in tuttala società, socializza la morte nelle relazioni sociali, attraversol’inquinamento, le guerre umanitarie, la distruzione dello Stato sociale, ilcrollo della sanità pubblica. E’ un attacco a tutto campo all’essere umano minacciatonelle sue stesse radici, nella sua natura biologica.

Non c’è nessuna crisi, quello chechiamiamo crisi e per certi versi lo è con riferimento alle condizionimateriali della vita, non è altro che lo stadio raggiunto dal capitale nellastagione neoliberista con il processo di trasformazione della materia in mercee della distruzione delle economie altre e di sussistenza.

E’ la sottomissione dell’organicoall’inorganico, della vita alla morte.

Per questo la guerra all’antagonismosociale, in cui in prima fila sono i riformisti, tradotti in italiano, il PD,che spingono perché si normalizzi, si intimidisca, si sequestri un’intera areasociale e geografica prima che sia troppo tardi, premono più di ogni altro peruna ridefinizione del diritto e una sua ridefinizione in termini di guerrasociale

In questa stagione la giustizia siintegra nella società neoliberista, annulla i residui della separazione deipoteri e smaschera l’inconsistenza di chi ci credeva.

Non è più centrale la figura del reato,vero o presunto, ma il comportamento del cittadino/a.

L’accento viene messo solo edesclusivamente sulla sfera comportamentale. Il processo giuridico e mediaticosi risolve in un giudizio sul comportamento e da qui scaturisce la condanna,dettata da una condotta, vera o presunta, antisociale e antistatale.

La repressione nei confronti deivalligiani/e e dei/delle NoTav è programmata per incatenare tutta la societàdiversa e tutte le alterità. La particolarità di questa piccola grande guerracontro la valle esalta al pari di quelle poliziesche, le funzioni dellagiustizia, quelle dei partiti socialdemocratici, degli addetti alle guerrepsicologiche, dei trolls.

Il loro scopo, passando attraverso gliinteressi economici, è anche e per certi versi, soprattutto, quello diintimidire, ghettizzare, demonizzare un’intera area sociale e serve perimmunizzare, anestetizzare ogni latente e nuova sensibilità e ogni forma didisagio e di rifiuto della società neoliberista.

L’uso strumentale dell’attenzione alfemminicidio e alla violenza di genere per far passare politiche securitarie,che è il contraltare sul fronte interno del pinkwashing sul fronte esterno,strumento che il neoliberismo usa per sostenere le “guerre umanitarie”, èparticolarmente odioso, ma questo sarebbe niente se non fosse ancheestremamente pericoloso per noi donne, tanto pericoloso da far diventareurgente ed imprescindibile una presa di posizione forte e di condanna drasticae totale verso questo tipo di politiche.

La risposta che questo decreto legge dàal problema della violenza di genere è di tipo penale, corporativo,vittimizzante, infantilizzante: le donne vengono lette come esseri da tutelaredi fronte ad aggressioni brute dovute non si sa bene a quali raptus e quindiignorando completamente la natura strutturale della violenza di genere.

Viene incentivata la delazione, ladenuncia anonima, la donna è privata di qualsiasi autodeterminazione, vengonointrodotte norme che aprono scenari di arbitrio e persecutorietà da parte delloStato che, se lo riterrà utile, potrà accusare chiunque (tanto la denuncia èanonima) di violenza e ricattare chiunque.

Questa impostazione, mentre non porterànessun vantaggio alle vittime di violenza, sempre più infantilizzate edipendenti, fomenterà un odio molto forte nei riguardi del genere femminile.

Già ora, nel comune sentire, stapassando il discorso che le donne sono la rovina della famiglia, che i maschi,i mariti, i partners… devono vivere in miseria dopo la separazione, vengonoloro negati i figli che vengono dati sempre alla compagna… sono senza casa,costituiscono associazioni di mutuo soccorso… confondendo l’aggredita conl’aggressore e dimenticandosi tra l’altro che se non è possibile pagare unaffitto o vivere con uno stipendio solo… non è certo colpa della donna, masemmai di una società che dà stipendi da fame e insicurezza generalizzata, unasocietà basata sui ruoli, sulla gerarchia, sul possesso materiale ed affettivo…e, quindi, farebbero bene, a costituirsi in gruppi politici di opposizione aquesto sistema invece che in lamentose congreghe… dicevo, già ora, nel comunesentire sta passando questo discorso, potete solo immaginare l’odio che puòscaturire dall’impostazione di questo decreto-legge. E’ lo stesso meccanismocon cui nel terzo mondo sono state fomentate le guerre interetniche ereligiose: evocato un mostro è poi difficile trovare il bandolo per tornareindietro.

Per questo l’oca è sempre più incazzata.

Elisabetta Teghil 

23/8/2013 da sinistrainrete

 
 
 
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Roma, 12 maggio 1977

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