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Il Governo sceglie di e agevolare gli interessi degli affari del gioco d'azzardo, alimentando una patologia sociale
Post n°8090 pubblicato il 08 Settembre 2013 da cile54
GIOCO D’AZZARDO E MAXI PENALI: ANCORA UNA VOLTA IGRUPPI AFFARISTICI SI SONO IMPOSTI SULLA POLITICA La reazione della Campagna “Mettiamoci in gioco” “Intendiamo esprimere profondo sdegno e viva preoccupazione in merito aquesta scellerata scelta, che verrà purtroppo attuata dall’Esecutivo, in meritoall’annunciata questione della sanatoria delle penali ai Concessionari. Ancorauna volta le potenti Lobby hanno purtroppo condizionato l’azione politica delGoverno in materia di gioco d’azzardo”. Così Don Armando Zappolini, portavoce della Campagna nazionale “Mettiamociin gioco”- promossa da ACLI, ADUSBEF, ALEA, ANCI, ANTEAS, ARCI, AUSER, AvvisoPubblico, CGIL, CISL, CNCA, CONAGGA, Federconsumatori, FeDerSerD, FICT, FITEL,Fondazione PIME, Gruppo Abele, InterCear, Libera, Shaker pensieri senza dimora,UISP - all’indomani della scelta del Consiglio dei Ministri in merito alcondono sulle maxi penali elevate ai Concessionari del gioco d’azzardo. “Sitratta, prosegue Don Zappolini, di una delle pagine più tristi che in questianni hanno interessato il rapporto tra filiera del gioco e politica”. A tal proposito è doveroso ricordare che, un’indagine della Magistraturacontabile, quantificò in 136mila (su 207mila allora presenti in Italia, oggi cene sono più di 400 mila! ) le Slot che non avevano trasmesso i dati in remotoai Monopoli di Stato per un periodo ragguardevole di tempo; dati che, setrasmessi correttamente, avrebbero consentito una chiara tassazione sulle sommeincassate dalla pratica del Gioco. Così come previsto da contratto, le azienderischiarono una sanzione complessiva che inizialmente venne stimata in 98miliardi di Euro. La Corte dei Conti, tuttavia, non si limitò a giudicare solo e soltanto glioperatori, ma chiese un risarcimento anche ai Monopoli di Stato, individuandonelle figure di alcuni dirigenti, i diretti responsabili del danno, poiché reidi non aver applicato la revoca delle concessioni agli operatori stessi. Purtroppo, nel tempo e nei dibattimenti che ne seguirono, come nellamigliore tradizione italiana, le sanzione attese furono drasticamente ridottefino a giungere ad una richiesta di 800 milioni di euro. “Oggi, in una fase drammatica per l’economia e le famiglie come quellaattuale – sottolina Don Armando- prendiamo atto che il Governo preferisceagevolare gli interessi del Comparto del gioco, riducendo le penali a 600 milionidi euro, anziché attuare politiche di rigore e rispetto delle regole neiconfronti di un fenomeno, quello del gioco, che oltre ad ingrassare le cassedella malavita organizzata, sta sempre e di più mettendo in pericolo la tenutadel tessuto sociale dei territori”. Tutto questo è inaccettabile. Giusy Colmo 7/9/2013 ufficiostampa@auser.it |
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