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Sempre pił italiani depressi? Ovvia conseguenza di uno stato psicofisico martellato quotidianamente da una politica malata

Post n°8132 pubblicato il 25 Settembre 2013 da cile54

Farmaci, aumenta il consumo di antidepressivi. Soprattutto per le donne

In crescita il consumo di antidepressivi da parte degli italiani: il dato è in aumento del 4,5% rispetto al 2004. Questo tipo di farmaci è usato soprattutto dalle donne e, secondo gli esperti, il fenomeno è legato alle conseguenze della crisi economica. E nel 2020, ha avvertito il direttore generale dell’Agenzia del farmaco (Aifa), Luca Pani, “la depressione, dopo le malattie cardiovascolari, sarà la patologia responsabile della perdita del più elevato numero di anni di vita attiva e in buona salute”. E’ la fotografia scattata dal rapporto “L’uso dei farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio sull’impiego dei medicinali di Aifa.

L’aumento dell’utilizzo di antidepressivi si colloca in un contesto di sostanziale stabilità nella spesa di farmaci in generale, che si attesta a quota 25,5 miliardi di euro.  Mentre la spesa farmaceutica territoriale complessiva è in riduzione rispetto all’anno precedente del 5,6%, quella effettuata delle strutture sanitarie pubbliche nel 2012 ha registrato un aumento +12,6% rispetto al 2011. Le dosi giornaliere di medicinali prescritti sono aumentate del 2,3% rispetto al 2011: ogni italiano ha consumato 30 confezioni di farmaci nel 2012, spendendo in media 430 euro. Diminuisce invece l’utilizzo di antibiotici, anche se in una percentuale consistente si continua a farne un cattivo uso impiegandoli anche laddove non necessari: l’impiego inappropriato di tali farmaci supera il 20% in tutte le condizioni cliniche, ma al contempo si registra una diminuzione del 6,1% nei consumi rispetto al 2011. il dato stabile nella spesa per acquistare medicinali è stato commentato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “Nonostante l’aumento del consumo di farmaci, la spesa farmaceutica è rimasta sotto controllo. Questo – ha spiegato – grazie ad una maggior appropriatezza nella prescrizione, ma anche all’immissione di farmaci a brevetto scaduto e di generici”. Tuttavia, ha rilevato, “c’è ancora forte disomogeneità tra le regioni e bisogna ancora lavorare per una maggior appropriatezza delle prescrizioni”.

Nella classifica dei consumi, infatti, la Sicilia è la Regione che registra il maggior consumo di farmaci nel 2012, mentre la Provincia autonoma di Bolzano e la Liguria si collocano tra le regioni più virtuose con i minori consumi. Ma le disparità nel consumo di medicinali non sono solo geografiche, ma riguardano anche l’età e il genere. A consumare più medicinali sono i più piccoli e gli anziani: il 50% dei bambini e oltre il 90% degli over-75 ha ricevuto almeno una prescrizione durante l’anno. Gli over-74 presentano anche consumi e spesa rispettivamente 22 e 8 volte superiori a quelli di un paziente tra i 25 e i 34 anni. Il rapporto conferma inoltre il peso della differenze di genere rispetto al consumo dei farmaci: le donne consumano più farmaci antitumorali (sempre maggiori le prescrizioni per il cancro alla mammella per maggiore frequenza della patologia e migliore capacità di diagnosi), e sempre nelle donne la frequenza di utilizzazione dei farmaci attivi sul sistema nervoso centrale prevale di circa il 6% rispetto agli uomini.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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