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« Dalle fogne di questo ma...Femminismo e psicoanalis... »

Napolitano parla delle emergenze delle galere italiane. Che differenza c'è dalle galere dei CIE che non vuol vedere?

Post n°8148 pubblicato il 30 Settembre 2013 da cile54

 KONZENTRATIONSLAGER

 

Questa è semplicemente una storia.

Una di quelle che puoi leggere facendo finta di nulla.

Pensando sia una fiaba.

Alla fine degli anni’70, a Marsiglia, dopo una denuncia di Amnesty International, si venne a sapere di un enorme capannone, dove la polizia deteneva illegalmente stranieri eclandestini in attesa di rispedirli a casa.

Anche se non avevanocasa o patria alcuna.

Il ricco mondo opulento, soprattutto quello colonizzatore, fece finta di nulla.

La stessa cosa i tanto cristiani cattolici europei.

Quelli concentrati, nascosti in quello spazio di nessuno, non erano fratelli; erano altri, diversi.

Erano fastidio.

Così, nel giro di pochissimo, il governo di Parigi legalizzò i nuovi campi di concentramento e il territorio dello Stato ne fu disseminato.

L’Europa Unitissima, solo in queste cose, seguì l’esempio, Italia compresa.

Con il DL Napolitano/Turco, rispettivamente ministro degli Interni e della Solidarietà Sociale, nel 1998 vennero istituiti sul territorio nazionale i Centri di Identificazione ed Espulsione, ispirati esattamente ai capannoni francesi.

Da allora fino ad oggi il legislatore si guardò e si guarda bene, dall’usare sostantivi che connotino tali Centri come LUOGHI DI DETENZIONE, parafrasando di volta in volta, ad ogni decreto integrativo.

I lager di Stato una volta sono luoghi per l’Accoglienza e la Solidarietà Sociale, un’altra per la Prevenzione e la Sicurezza Sociale [DL Maroni], Riconoscimento ed Espulsione...mai una sola volta si usa il termine giusto: CARCERE.

Perché i Centri ai quali vengono inviati i disperati sopravvissuti a guerre, persecuzioni, fame, miseriae traversate senza naufragio, sono esattamente carceri fatiscenti, dove le persone sono trattenute contro la loro volontà, non perché un Giudice lo abbia deciso, ma semplicemente perché lo ordina un Questore.

Sempre il Questore può decidere se proseguire il "trattenimento" nelle strutture oltre i 18mesi stabiliti dalla legge.

Questi Centri sono gestiti da privati, ai quali lo Stato affida il funzionamento con appalti: vince chi fa la proposta economica più bassa.

Meno richieste economiche, minore la qualità dei servizi.

In questi luoghi maledetti, le persone stanno tra muri con fili spinati, telecamere che filmano 24/24 ore, condizioni igieniche indescrivibili, una bottiglia d’acqua al giorno, cibo scadente, vestiario di ricambio inesistente, melma e fango, puzzadi fogna, reti di recinzione e sovraffollamento.

Attendono il nulla.

Trattati come niente.

Dimenticati e nascosti alla vista, così i turisti non vengono disturbati.

Le emergenze sociali, già di per sè gravissime, delle galere italiane, in questo Centri esplodono ancora più violentemente: rivolte, stupri, suicidi, fughe in massa, sparizioni, botte, psicosi, attacchi di panico; soprattutto voglia di andarsene, discappare dal nostro Paese che nulla ha più di umanamente accettabile.

Ma non possono: il Questore li tiene lì, fino a quando non decide che un certo gruppo deve essere preso, ammanettato con le fascette di plastica [per evitare ribellioni quando sapranno la destinazione], fatti sfilare davanti a quelli che restano, imbarcati su un aereo e magari rispediti in Libia.

Quando questi poveri cristi lasciano la Libia per venire in Italia si imbattono in un cartello cherecita: "AIUTA IL TUO FRATELLO LIBICO SE HA RAGIONE, MA ANCHE SE HA TORTO"; rispediti indietro se lo ritrovano davanti e sanno perfettamente cosa li attende.

Prima della partenza la cosa più normale che possa essere successa loro è la violenza sessuale, al rientro è peggio.

Forse lavoreranno come schiavi, spersi nei campi e guardati a vista dalle guardie coi fucili, oppure saranno portati nel deserto e lì abbandonati, mors tua vita mea; quandoi loro cadaveri, a dozzine, saranno mostrati dai reportages, allora, fintamente, tutti mostriamo visi contriti e urliamo all’orrore.

Forse Said, dopo le decine di volte che è stato preso e rispedito a Lampedusa o in Puglia è riuscito ad andare via dall’Italia, magari ha raggiunto il suo sogno, Parigi, vive in periferia dove i conflitti sociali incendiano di roghi la notte, forse è morto, bruciato vivo nell’ultimo attentato xenofobo che ha mandato in cenerela Casa Dello Straniero ad Hannover o a Berlino.

Forse non tutti sanno che queste Leggi italiane che marchiano lo straniero e il clandestino come ’indesiderabile’ e ’delinquente’ perché senza documenti, fissa dimora, lavoro... sono retroattive; le hanno volute, votate e sostenute gli stessi identici, che oggi si stracciano le vesti e vogliono la crisi di Governo e le elezioni anticipate perché la retroattività di legge non si può applicare alloro padrone Silvio.

Al Duce no, agli ultimisì.

Ma questa è semplicemente una storia.

Una di quelle che puoi leggere facendo finta di nulla.

Pensando sia una fiaba

Continuando a dormire sonni falsamente tranquilli.

Lucio Galluzzi

29/9/2013 www.bellaciao.org

 

 
 
 
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