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Nel torinese, terra martoriata dall'amianto, i numeri sul territorio dell’Asl/To4. Il picco della curva statistica nel 2015

Post n°8295 pubblicato il 20 Novembre 2013 da cile54

Morti amianto: 289 morti in ventitré anni per mesotelioma nel Canavese

 

Ivrea. In 23 anni (dal 1980 al 2003), i morti per mesotelioma pleurico nel territorio del’Asl/To4 sono stati 289. Novantacinque nel solo territorio del distretto di Ciriè. Dei 59 deceduti residenti nel distretto di Ivrea, 44 erano uomini, 15 donne. Nel distretto di Cuorgnè, invece, le persone morte in questo periodo sono state 42: 16 donne e 26 uomini. Nel distretto di Chivasso, i morti sono stati 39 (trenta uomini e 9 donne).

 

I numeri sono della Banca dati di mortalità. Esaminando, in modo disaggregato, i dati presi dalla Banca dati demografica evolutiva e legati alle schede Istat che sono compilate nel momento in cui muore una persona, si va avanti ancora di qualche anno e si vede che il mesotelioma miete vittime ogni anno. Cinque persone decedute nel 2004, sei nel 2005, tre nel 2006.

 

Il tema è delicato e merita attenzione. Che nell’amianto ci sia qualcosa che non va lo si sa da molto, molto tempo. Persino Plinio il Vecchio aveva già descritto una patologia polmonare negli schiavi addetti alla confezione di tuniche d’amianto anche se bisogna arrivare al ventesimo secolo per avere leggi e norme precise.

 

Giovanni Presta, direttore della medicina legale dell’Asl/To4, rappresenta il gruppo di medici che, a fronte di un decesso per mesotelioma (e di qualunque altra malattia per la quale si può ipotizzare una malattia professionale) provvede alla segnalazione alla procura della Repubblica. Almeno in linea teorica, ogni caso dovrebbe già essere conosciuto dalla procura visto che i medici che hanno incontrato i pazienti per la diagnosi e le cure avrebbero, per legge, dovuto provvedere alla segnalazione. Ed è la procura che, caso per caso, deve capire se esista una correlazione tra il luogo di lavoro dove è stato respirato l’amianto e l’insorgere della malattia. Il tema è delicatissimo e c’è la massima attenzione. «La curva che descrive l’andamento delle morti per mesotelioma - spiega il direttore della medicina legale - è parallela a quella che descrive il consumo di amianto, ma con quarant’anni di ritardo, perché si tratta di una patologia con una latenza lunga». Il massimo consumo di amianto, in Italia, si è avuto nel 1976 e quindi il picco massimo della mortalità è atteso nel 2015. Dal 1992, l’uso dell’amianto è proibito, ma basta capire i dati, esaminare l’andamento della curva statistica e guardarsi attorno per capire che ancora per molto tempo si continuerà a morire di mesotelioma a causa dell’esposizione.

 

Il Piemonte è stata, nel 2001, la prima regione italiana a presentare un piano di protezione dell’amianto. Ci sono ferite aperte come Casale Monferrato e Cavagnolo e la cava di Balangero. Ci sono tanti casi sparsi che vengono analizzati. E la procura che sta cercando eventuali responsabilità.(ri.co.)

 

14 novembre 2013

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