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« Dope le tragedie che ci ...Giustizia vs salute. Si ... »

La responsabilita' morali e politiche sono da attribuire al governo italiano, alla disumana e schiavista legge Bossi-Fini

Post n°8386 pubblicato il 20 Dicembre 2013 da cile54

Giornata mondiale dei migranti, contro la schiavitù senza frontiere imposta dalla crisi

Decine di sagome di uomini e donne con su scritte le piu' tragiche stragi di migranti del Mediterraneo, con la data e il numero delle vittime. Ieri i movimenti hanno celebrato così, e con una grande manifestazioni, la giornata mondiale del migrante. A Roma, sfidando forconi e questura, che in un primo momento aveva vietato l’iniziativa, cinquemila persone (era presente anche il Prc di Roma) hanno sfilato dall’Esquilino a piazza Indipendenza per testimoniare l’impegno contro la violazione dei diritti e la politica di segregazione e repressione, lo sfruttamento imposto dalla crisi economica.

A Roma più dei Forconi, a Bologna cariche della polizia

Oggi la mobilitazione avrà un altro momento importante alle 10, con l'incontro con il prefetto di Roma previsto da tempo e un presidio-assemblea in piazza Santi dove i Movimenti di lotta per la casa e dei migranti discuteranno di accoglienza, di riconoscimento di status di rifugiato politico, di abolizione della Bossi-Fini. Intanto, la Commissione europea fa sapere che e' pronta ad aprire una procedura di infrazione contro l'Italia se non saranno rispettati gli standard e gli obblighi europei nel trattamento degli immigrati.

A Bologna, invece, dove c’è stata una iniziativa analoga, la giornata non è andata così liscia. Tafferugli e momenti di tensione si sono verificati nel pomeriggio davanti al Cie di via Mattei, dove i giovani dei collettivi e dei centri sociali hanno manifestato per chiedere la chiusura definitiva della struttura. Quando i ragazzi hanno cercato di tracciare una scritta sul muro del Centro e acceso alcuni fumogeni, gli agenti in tenuta antisommossa hanno risposto con alcune cariche di alleggerimento per allontanare i manifestanti.

"Non ci bastano le parole del Capo dello Stato"

"La giornata mondiale dei migranti viene ancora celebrata tra crisi economica, dignita' e diritti calpestati alla luce di quanto visto nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Lampedusa e dei morti nel mare mediterraneo ormai diventato un vero cimitero umano", dice Aboubakar Soumahoro, responsabile nazionale del dipartimento Migranti della Unione Sindacale di Base (Usb), che avverte: "Non c'e' piu' tempo, ne' ci sono scuse per il governo Letta per giustificare la mancata abolizione della legge Bossi-Fini e l'immediata chiusura dei Cie".

''Le responsabilita' morale e politica di questa situazione - prosegue - sono da attribuire da una parte alla politica del governo italiano attraverso la disumana e schiavista legge Bossi-Fini e dall'altra alle politiche ipocrite e mercificatrice dell'Europa. Una situazione ulteriormente aggravata dall'insostenibile crisi economica e dall'onda crescente di razzismi che imperversano ormai ovunque nei confronti dei migranti'', continua il sindacalista Usb.

''Non ci bastano le parole di indignazione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ne' tanto meno ci convincono le minacce sanzionatorie dell'Europa nei confronti dell'Italia per le raccapriccianti immagini nel Cie di Lampedusa - sostiene - perche' siamo di fronte ad un vera sconfitta ed irresponsabilita' della politica". "Noi non ci arrendiamo. Ragione per la quale andremo con la prima Carovana per l'eguaglianza, la dignita' e la giustizia a Bruxelles il prossimo anno'', conclude Soumahoro.

Crisi e migranti: i dati di Fillea e Sant'Egidio

Sempre ieri, in occasione della decima assemblea dei lavoratori stranieri della Fillea-Cgil, sono stati diffusi alcunidati Istat relativi alla media del primo semestre dell'anno, da cui emerge come il settore delle costruzioni sia il comparto produttivo con la maggiore presenza di lavoratori stranieri (solo il bacino comprendente lavoro di cura e lavoro domestico ha un maggiore peso percentuale). Dall'analisi di tali dati risulta, infatti, che i lavoratori stranieri occupati nel settore delle costruzioni risultano essere complessivamente oltre 326.000 con una percentuale pari a quasi il 21% del totale. Ma rispetto al primo semestre del 2012 il dato in valore assoluto e' diminuito di circa 40.000 unita', anche se il peso percentuale e' aumentato di 1,5 punti percentuali.

Oltre alla contrazione dell'occupazione e' piuttosto significativo, evidenzia inoltre il rapporto, anche il ricorso alla cassa integrazione: nel primo semestre del 2013 sul totale dei cassintegrati (circa il 4% del totale dei dipendenti) nel settore delle costruzioni, il 26% e' di nazionalita' straniera.

Senza contare che per quanto riguarda gli infortuni i dati dell'Inail evidenziano come il settore delle costruzioni continui ad essere tra i piu' rischiosi e circa il 21% degli infortuni registrati nel comparto riguarda lavoratori immigrati.

A questo si aggiungono le differenze retributive con gli italiani, legate innanzitutto alla qualifica/livello contrattuale: essendo i lavoratori stranieri concentrati nelle attivita' meno qualificate i loro stipendi sono piu' bassi.

Altri dati vengono forniti dalla comunità di Sant'Egidio, che sottolinea il dramma dei profughi siriani bloccati in Libano. Oggi nel solo Libano circa 1 milione e 300 mila i profughi siriani, dei due milioni e mezzo complessivi, sopravvivono tra mille difficoltà in campi profughi spesso improvvisati e in un momento di grande freddo. Il Libano, un piccolo paese da sempre strategico nei rapporti tra l'Europa, il Medio Oriente e il Nord Africa, ha visto aumentare la sua popolazione del 20% e rischia di essere travolto dalle

conseguenze della guerra in atto ai suoi confini. Di fronte ai grandi numeri della tragedia siriana, l'Unione Europea ha accettato finora di reinsediare nei suoi territori solo 12 mila profughi, in gran parte in Germania e Svezia, e in numeri molto ridotti in altri 7 paesi. Nessuna accoglienza è stata offerta dai restanti 18 paesi dell'Unione. Dal 1 gennaio al 1 dicembre 2013 sono sbarcati in Italia circa 42.000 profughi (e di questi circa 11.500 siriani). Si calcola infatti che solo a ottobre 2013 siano stati almeno 650 i profughi

(tra i quali anche molti eritrei, sudanesi ed etiopici) morti in mare durante la traversata verso le coste italiane.

Prc: "Abrogazione, non adeguamento"

Paolo Ferrero, segretario del Prc, ricorda che mentre proprio il 18 dicembre 1865 veniva abolita negli Usa la schiavitù, e nel 1990, sempre nella stessa data, veniva promulgata una Convenzione Onu per i diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie, oggi, a distanza di 23 anni, “l’Italia, come tutti i paesi dell’Occidente, non ha ratificato questa convenzione che detta dei requisiti minimi di trattamento e la schiavitù è tornata, nelle campagne come nei cantieri o nelle case”. “Nel ribadire l’urgenza che questo Paese, un tempo patria del diritto, e l’intero continente ratifichino e rispettino la convenzione, Rifondazione Comunista – aggiunge Ferrero - continua a ribadire l’urgenza dell’abrogazione, non dell’adeguamento, ma della sua rimozione totale, della legge Bossi Fini e dei successivi pacchetti sicurezza. L’intero contesto legislativo italiano è assimilabile in tutto e per tutto ad una legislazione razziale fondata sullo sfruttamento estremo, fino alla schiavitù, che tali norme non scoraggiano ma favoriscono. Le immagini di Lampedusa dei giorni scorsi ne sono solo il macabro e cruento epifenomeno da non dimenticare mai”.

Fabio Sebastiani 

19/12/2013 www.controlacrisi.org

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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