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Non esiste pietà, non nella povera conta palestinese, ma nel meticoloso e infinito cerchio assassino che tiene in vita Israele

Post n°8978 pubblicato il 22 Luglio 2014 da cile54

Le carni straziate e il mondo che non vede

Non dovremmo farlo. Secondo il codice deontologico non dovremmo insistere nel mostrare il dolore, i corpi ridotti a miseri panni, le membra distorte o divelte. E’ vero non dovremmo, ma questo non è sensazionalismo, non si tratta di speculazione né informativa né politica. Non c’è il morto sbattuto in pagina, c’è il morto e basta. Una drammatica sequela di vittime palestinesi. E’ quello che mai vorremmo vedere e che il mondo degli strateghi può vedere senza muovere un dito. E’ l’evidenza del cinismo che si ripete ossessiva, che lascia spazio all’azione assassina di massacratori di bambini che affermano di combattere terroristi. Gaza è l’esempio più noto, e comunque mostrato, di troppi altri crimini celati e taciuti. Siria, Afghanistan, la lista è lunga. E’ come entrare in una morgue, in un reparto chirurgico seppur arrangiato, dove quelle sfortunate vite giungono esanimi o già spezzate. Parlare di sangue, mostrare il sangue vivo oppure rappreso sulle faccine di ragazzini nati dalla parte sbagliata è opera speculativa? Attendiamo sanzioni.

All’esordio del suo Bordo protettivo Tsahal ha creato 24 cadaveri. E’ l’8 luglio: Mohammad, Amjad, Khader e altri non respirano più, a ventiquattro, trenta e quarantacinque anni è sempre presto per morire. Ma quando il giorno seguente s’arriva a Yasmin, Nidal e un altro Mohammad che in tre fanno tredici primavere scendono le lacrime senza neppure vederli. E su certi corpicini disfatti sarebbe meglio non allungare lo sguardo. I media mainstream così fanno, non mostrano le turpi immagini, ma il vero punto è che nessuno ferma questo riempimento di camere mortuarie. Altri 24 cadaveri il giorno 10 con famiglie intere, come gli al-Hajj, gli al-Batsh seguono a breve. Un giorno dopo l’altro le vite vanno e s’incontra quel che resta di Sahar, 3 anni. Il 12 c’è una strage nella prolungata strage: 52 vittime e ogni giornata porta la sua maledetta porzione. L’altalena è straziante: il 18 luglio 58, 45 nella giornata seguente. Non esiste pietà, non nella povera conta palestinese, ma nel meticoloso e infinito cerchio assassino che tiene in vita Israele. Finora il bingo segna 387.

Enrico Campofreda

21 luglio 2014 www.contropiano.org

 
 
 
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