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I popoli in rivolta scrivono la storia… dalla Val Susa alla Palestina un sabato resistente. Oggi marcia No Tav!

Post n°8986 pubblicato il 26 Luglio 2014 da cile54

Val Susa. Giornata e notte di lotta popolare

 

Nella notte di ieri gli attivisti del movimento No Tav sono tornati a manifestare la loro ferma oppposizione, manofestando fino a raggiungere il cantiere di Chiomonte. La zona è stata illuminata da petardi e fuochi d'artificio, a cui le forze dell'ordine hanno risposto con il solito fitto lancio di lacrimogeni.


Un sostituto commissario di polizia ha deciso di farsi "refertare" (e prendere qualche giorno di "malattia") accusandodolori dopo che un petardo lo ha colpito ad una caviglia. Le cosiddette forze dell'ordine hanno trovato e sequestrato nella zona un ponte artigianale, costruito con legno e fil di ferro, e utilizzato dai manifestanti per attraversare il torrente Clarea.


Inarrivabile e degna della migliore commedia all'italiana la reazione del ministro Lupi, addetto alle infrastrutture e capo fan dell'alta velocità: "Siamo davanti ad eventi criminali compiuti da persone, alcuni vengono anche dall'estero, che vogliono utilizzare un'opera per attaccare lo Stato. Non avranno alcun spazio".


L'autostrada del Frejus Torino-Bardonecchia, chiusa intorno alla mezzanotte dopo che alcuni pneumatici avevano preso fuoco nella galleria di Giaglione, è stata riaperta intorno alle 3.30. All'interno del cantiere, dove le attività sono state sospese per precauzione, il lavoro è  ripreso al termine della manifestazione.


Non ha voluto far mancare il suo apporto umoristico neanche il sanatore Pd Stefano Esposito, che si è esibito con le agenzie di stampa sul tema a lui più caro: "il solito triste copione" scritto da "teppisti, anarchici e autonomi, italiani ed europei".


La protesta ha preso corpo nei giorni scorsi, quando la mobilitazione imperniata sul campeggio itinerante si è condensata, martedì, in un "consiglio comunale aperto", con la partecipazione degli amministratori di quasi tutti i comuni della Valle (con non poco imbarazzo del Pd, cui sono ufficialmente iscritti parecchi dei convenuti) al termine del quale è stata approvata una delibera contro il Tav che respinge ogni proposta di compensazione economica. Alla faccia di chi prova da anni, con impegno che sarebbe meglio utilizzato altrove (per esempio: nell'individuazione delle imprese di subappalto legate a mafia e 'ndrangheta), a disegnare una inesistente contrapposizione tra la "brava gente disinformata della Valle" e "gli anarco-tettoristi che vengono anche dall'estero".


E mentre gli amministratori della Valle di Susa contrari alla ferrovia Torino-Lione fanno i loro passi istituzionali - Susa e Condove hanno anche annunciato il ritiro dei loro rappresentanti dall'Osservatorio sulla Torino-Lione, presieduto dal feldmaresciallo Mario Virano - gli attivisti movimentano le piazze. Si blocca l'autostrada del Frejus, si "disturba" una delle ditte impegnate nel cantiere di Chiomonte, si manifesta a Susa davanti all'hotel che ospita le forze dell'ordine.


Da NoTav.info

25/7/2014

Ieri notte la passeggiata notturna al cantiere ha riportato alla luce la battaglia della Valle di Susa contro il sistema Tav.


Utilizzando un detto francese che ben fa capire cosa intendiamo “On a remis l’église au milieu du village” ovvero abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio; il movimento notav ha riportato al centro la sua molteplice iniziativa popolare ormai ventennale, fatta di resistenza popolare, composta da bandiere ai balconi, marce, raccolte di firme, dibattiti, volantinaggi e iniziative di contrasto al cantiere.


Non c’è nulla di cui stupirsi perchè i notav abbiano assediato il cantiere, è già avvenuto moltissime volte e altre avverrà ancora. E’ normale, il centro del problema è quello, ed è quel mostro illuminato a giorno anche di notte che erode terra, rocce, bosco e soldi pubblici.

 

Erode presente e futuro non solo più alle Valle di Susa, ma a tutto il Paese attraverso falsità tecniche ed economiche che politici e corte di turno continuano a raccontare.


Ma dopo l’ennesima iniziativa dell’estate di lotta abbiamo rimesso al centro del villaggio anche tutto quello che è il sistema tav, fatto di tanti personaggi che si uniscono in un sol coro quando c’è da difendere l’indifendibile. Quel cantiere rappresenta un buco nelle casse pubbliche di proporzioni enormi: gli stessi che oggi si scagliano con paroloni contro i notav, sono gli stessi che si sono fatti asfaltare una strada lì dentro da aziende in puzza di ndrangheta, che non sanno neanche controllare i certificati antimafia, che indebitano questo Paese per una crociata che serve solo ad alimentare il potere politico ed economico che detengono ormai al lumicino.


Sentissimo questi paroloni dai vari Lupi o Chiamparino quando cade il tetto di una scuola, quando un fiume esce dai propri argini per un pò di pioggia o quando una famiglia viene sfrattata e buttata in mezzo alla strada. Non li sentiamo mai, eppure la vicenda Tav è direttamente collegata a tutte le mancanze di questo Paese, perchè frutto di una scelta che i vari governi si sono tramandati: quelli di investire soldi pubblici in quel buco inutile piuttosto che in tante piccole opere di cui i territori avrebbero bisogno.


Ma del resto nemmeno i mercenari che lavorano per il Tav sono presi in considerazione, forze dell’ordine, militari e operai respirano polveri che nessuno sa veramente quanto sono nocive, e si lamentano delle condizioni in cui lavorano (leggi Tra cessi e maleducazione: i mercenari del sistema tav), quindi cosa c’è da aspettarsi.


Ltf ha recentemente detto ad un processo che dall’inizio del cantiere per la sicurezza sono stati spesi già 10 milioni di euro tra telecamere, reti, muri e fari (chissà che cresta!); a suo tempo il Sap disse che la sicurezza al cantiere costa 90 mila euro al giorno. Tutti soldi pubblici per difendere un’opera inutile e dannosa che non avrebbe senso di esistere se solo non rappresentasse il bancomat della politica.


La magistratura da oltre due anni tenta di mettere fuori gioco più notav possibili per far proseguire indisturbato questo sistema di dissanguamento delle casse pubbliche, arrivando ad accusare il movimento di terrorismo.


Eppure ieri sera i notav erano lì, come sempre, senza paura, e sabato saranno in marcia di nuovo tra gli stessi sentieri, che un tempo erano nostri e che oggi sono frequentati dai blindati della polizia.


Si rassegnino i vari Lupi o Chiamparino che oggi dice che non esiste un popolo notav. Il Ministro Lupi si dovrebbe vergognare di portare le scolaresche a visitare il cantiere.


Si rassegnino questo è il popolo notav che non ha mai smesso di lottare e che non smetterà di farlo.


E’ il popolo notav che decide le inziative, ne decide il tenore e l’intensità da sempre, solo che non ci sono titoloni sui giornali quando fa tutte le altre attività che fa di solito, smontando quotidianamente le balle che vengono raccontate.

 

Ecco ora abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio.

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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