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« Una strage silenziosa ch...A mente fredda ritorniam... »

Crisi economica: la via d'uscita nel medio periodo è un sistema meno ineguale e politiche di sobrietà. Utopie in Italia?

Post n°3526 pubblicato il 26 Giugno 2010 da cile54

LA RICETTA DEI "GRANDI" DELLA TERRA NO TASSA GLOBALE ALLE BANCHE, SI MACELLERIA SOCIALE PER RIDURRE DEBITO PUBBLICO E PAURA DIFFUSA PER INVENTARSI QUALCHE ALTRA GUERRA

Tutto secondo copione. I grandi della Terra (G8, G20... fate voi) non trovano l'accordo sulla tassa alle banche, ma lo trovano quando si tratta di ribadire che sono necessarie misure dure e decise per ridurre i debiti pubblici. Quindi, le banche e gli speculatori continueranno ad agire indisturbati nella loro mission di accumulazione di capitali drogando il mercato, senza restituire un soldo, mentre gli stati dovranno continuare a smantellare i sistemi di stato sociale, prendendosela con i cittadini, soprattutto lavoratori e pensionati, per far quadrare i conti. Ciliegina? Certo. Creare allarme e paura per le armi di distruzione di massa che qualche cattivone vuole far esplodere in giro per il mondo. Perché? Giratevi, scorrete gli ultimi anni e indovinate.

 

UNA VIA D'USCITA?

BISOGNEREBBE REINVENTARE L'EUROPA

«La sola possibilità auspicabile è la costruzione di una società di sobrietà condivisa, di decrescita. Ma è difficile, con la demagogia imperante dell'austerità che dovrebbe portare la crescita». Ad affermarlo, in un'intervista a 'Il Manifestò, è l'economista francese e teorico della 'decrescità, Serge Latouche, sottolineando che «la soluzione non è nè l'austerità nè il rilancio», ma passa invece per un «cambiamento dei paradigmi, di una nuova spartizione della ricchezza. Bisogna uscire dal capitalismo, per usare una parola grossa». La sola soluzione, spiega, «è un'organizzazione diversa, ricostruire una società meno ineguale, più rispettosa dell'ambiente. Per questo dico che la crisi può aiutarci». Per Latouche, attualmente, «siamo sotto la minaccia di una deflazione mondiale». Le cose, afferma, «potrebbero cambiare, ma il problema è che la speculazione contro gli Stati soffoca l'emergere di una vera alternativa. Non significa che un'alternativa non esista, ma che non riesce a farsi sentire». L'alternativa è nè austerità nè rilancio ma «l'uscita della società della crescita». Per Latouche, inoltre, «bisognerebbe reinventare l'Europa. Effettuare un cambiamento completo. Lo vedo però difficile con la Germania, che ha alle spalle un'esperienza storica particolare». Un'Europa dei popoli, aggiunge, «potrebbe nascere, forse più facilmente con i paesi del Sud (Spagna, Italia, Portogallo). Ma per questo, nell'immediato, bisognerebbe che paesi come la Francia o l'Italia uscissero dall'euro, prima che questa scelta venga proposta e sfruttata da partiti populisti». L'Euro, rileva Latouche, «è pilotato dalla Bce, non lascia alcuna possibilità per attuare una politica monetaria e di bilancio. Con l'euro è stato messo il carro davanti ai buoi. Prima della moneta, avrebbe dovuto essere varata una politica comune, a cominciare da quella fiscale. Ma al contrario, i paesi europei si sono lanciati in una concorrenza fiscale al ribasso».

(Eca/Ct/Adnkronos)

 26/06/2010

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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