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Schiavismo: donne migranti che per un lavoro si trovano costrette ad accogliere “indiscrete” richieste
Post n°3539 pubblicato il 01 Luglio 2010 da cile54
"Sesso obbligato”: aumentano gli aborti tra le braccianti straniere L’allarme dei responsabili dell’ospedale di Vittoria (Messina) “R.Guzzardi”: 15 casi negli ultimi tre mesi. Le protagoniste sono romene e polacche. Il sospetto è che i datori di lavoro concedano il posto a patto di particolari “straordinari” PALERMO – Preoccupazione è stata espressa dai responsabili del presidio ospedaliero di Vittoria (Ragusa), “R.Guzzardi”, a seguito di un anomalo aumento del tasso di interruzioni volontarie di gravidanza, registratosi all’interno di un unico gruppo, quello delle lavoratrici migranti. Si tratta, quasi esclusivamente, di donne dell’est impegnate nei vasti campi agricoli della fascia territoriale del vittoriese. In particolare il fenomeno interessa le braccianti agricole romene e polacche, in prevalenza, operanti, insieme agli uomini, nella raccolta delle primizie agricole. Secondo quanto riferiscono dal presidio ospedaliero, si aggirerebbe intorno ai 15 casi, negli ultimi tre mesi, l’incidenza degli aborti richiesti da queste donne. I sindacalisti del settore ed esperti dei locali flussi migratori, concordano nell’attribuire la responsabilità di queste interruzioni volontarie di gravidanza ai diffusi casi di “sesso obbligato” imposto alle stesse. Ovvero, il padrone del terreno, quindi anche datore di lavoro, concede il tanto agognato posto, spesso per non più di trenta o quaranta euro per giornata, a patto che si garantiscano dei particolari “straordinari”. I rapporti sessuali, imposti anche a donne già sposate, si consumano in maniera non protetta, determinando l’estrema conseguenza: la gravidanza di chi sottostà al ricatto. Un fenomeno preoccupante, secondo i medici del presidio ospedaliero, “con protagoniste donne, vittime poco consenzienti, che per un lavoro si trovano costrette ad accogliere “indiscrete” richieste. I datori di lavoro, migliaia in questa vasta zona, fatta di coltivazioni e poco altro, negano, non sono molto inclini a dare giudizi o pareri”. Le autorità preposte ai controlli, sono attualmente in difficoltà a causa delle scarse disponibilità a collaborare e pertanto non riescono ad assicurare un monitoraggio completo della situazione. Fonte: www.redattoresociale.it |
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