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Cariche a Roma contro i terremotati - La notizia è sparita dal TG1. Una testimonianza da Roma e una da L'Aquila. DIFFONDETELA
Post n°3563 pubblicato il 08 Luglio 2010 da cile54
LE MIE IMPRONTE DI SANGUE SU MURO Ha ’macchiato’ il muro esterno di una banca in via del Corso, lasciando le impronte delle sue mani insanguinate dopo essere stato colpito alla testa durante la manifestazione degli aquilani in via del Corso. E’ Vincenzo Benedetti, pizzaiolo dell’Aquila originario di Bari, che dopo il terremoto vive in un camper. «Non mi ha ucciso il terremoto, figuriamoci se lo farà qualche manganellata», ha detto Benedetti. «Sono dell’Associazione Epicentro solidale e faccio parte del servizio d’ordine del corteo. Al secondo cordone delle forze dell’ordine in via del Corso, durante alcuni momenti di tensione, sono stato colpito alla testa da quattro manganellate mentre ero di spalle. La mia faccia è diventata in pochi secondi una maschera di sangue - ha raccontato il terremotato - un medico di Paganica mi ha portato nella vicina banca e mi ha soccorso, ma io ho voluto prima lasciare le impronte del mio sangue su un muro per testimoniare il sangue degli aquilani in questa manifestazione», ha spiegato Vincenzo con la testa fasciata e la maglietta inzuppata di sangue. ---------------------------- TESTIMONIANZA DA L'AQUILA Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno, causa terremoto. Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce. Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere, poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio, mi sale il groppo alla gola. Le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi. Ed io lo faccio. Le racconto del centro militarizzato. Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio. Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati. Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire. Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere. Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo. Le racconto che pagheremo l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte e ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti. Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile. Che lo stato non versa ai cittadini senza casa, che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo. Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma. La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso. Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio o un bar. Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo. Le racconto di una citt? che muore e lei mi risponde, con la voce che le trema. " Non è possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi. Dovete dirglielo, chiamate la stampa. Devono scriverlo." Loro non scrivono voi fate girare. Aiassa Giulia skype address "Giulia.Aiassa" |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
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