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Farmagheddon, la minaccia delle piante OGM per produzione di bio-farmaci

Post n°3580 pubblicato il 13 Luglio 2010 da cile54

Sul quotidiano di Trieste, «Il Piccolo», il giorno lunedi 5 luglio 2010, si legge che il Governatore Tondo vuole individuare uin terreno dove seminare Riso OGM (modificato geneticamente) per produrre una molecola sintetica anti-cancro. In sostanza il riso diventa un bio-reattore farmacologico che produce molecole farmacologiche... L'assessore Violino è d'accordo con lui.

Si prega pertanto di diffondere via Internet, e con preghiara di stampa su volantini o altro, il presente documento sceintifico, Farmagheddon, la minaccia delle piante OGM per produzione di bio-farmaci.

 

dott. Giuseppe Nacci

Medico chirurgo, specialista in Medicina nucleare (Trieste)

 

 

La verità sulla produzione di farmaci in piante: rischi e pericoli

di Pietro Perrino

 

Riassunto

Le colture farmaceutiche sono piante geneticamente modificate (PGM) per produrre farmaci. In Europa i giganti biotech battono in ritirata, ma duplicano gli sforzi per produrre farmaci in piante in Nord America ed altrove. I biofarmaci risultano costosi se prodotti in colture di cellule ed animali in laboratorio, mentre sono più economici se prodotti in piante ed in pieno campo. La gamma di biofarmaci attualmente prodotti attraverso l’introduzione di geni di mammiferi nelle colture, comprende: vaccini, anticorpi, proteine, citochinine, ormoni di crescita, enzimi,

contraccettivi, eccetera. Colture farmaceutiche sono state prodotte e vendute negli USA per diversi anni, all’insaputa del pubblico e con diverse scappatoie alle procedure. Numerosi campi sperimentali segreti di colture farmaceutiche, negli USA, Canada e Caraibi, hanno permesso alle industrie di produrre farmaci edibili in mais, riso, patata ed altre colture. Le principali preoccupazioni sulle colture farmaceutiche, allevate in campo aperto, sono la contaminazione di altre colture attraverso il polline e la diffusione dei biofarmaci, contenuti anche nella linfa e nei residui delle piante, sotto forma di polvere o attraverso le acque superficiali e profonde, insetti e virus, vettori nei quali il trasferimento orizzontale e la ricombinazione possono creare supervirus e nuovi patogeni. Come se ciò non bastasse, i biofarmaci possono indurre tolleranza orale, la quale normalmente permette d’ingerire proteine (allergeni) senza produrre anticorpi e quindi senza creare problemi immediati. Se le stesse proteine vengono iniettate nel sangue possono produrre una risposta immune, producendo anticorpi, ma solo se non si è sviluppata tolleranza orale. L’acquisizione di tolleranza orale impedirebbe al sistema immunitario di considerare i biofarmaci come molecole estranee e quindi di produrre anticorpi, determinando, così, shock anafilattici e morte dei soggetti, esposti prima alle colture farmaceutiche e dopo ai vaccini o ai patogeni o ancora agli stessi biofarmaci usati in eventuali interventi chirurgici. I soggetti che vivono a contatto con i biofarmaci potrebbero compromettere per sempre la loro capacità di resistere alle infezioni da parte di patogeni portatori di geni presenti nelle colture farmaceutiche. Nel caso particolare dei vaccini prodotti in pianta, i neonati, avendo acquisito la tolleranza immune durante la gravidanza, non produrrebbero anticorpi e quindi non sarebbero protetti contro l’infezione. Per queste ragioni, negli USA ed in Canada, la reazione del pubblico ha costretto i governi ad ordinare la distruzione di soia e mais contaminati. Si tratta però della punta dell’iceberg. La vera dimensione della contaminazione resta sconosciuta a causa della segretezza dei campi sperimentali all’aperto. Le colture farmaceutiche in pieno campo avvelenano le nostre fonti alimentari, l’aria, il suolo e l’acqua con potenziali conseguenze disastrose per la salute. I governi e le compagnie coinvolte dovrebbero sentirsi responsabili per i danni che ne possono derivare. Intanto, per evitare di diffondere nella popolazione queste pallottole biologiche, la produzione di biofarmaci dovrebbe avvenire solo in ambienti chiusi e rigorosamente controllati. Questa rassegna ha la pretesa di informare il nostro governo, gli studiosi e la popolazione sui rischi e pericoli che comportano i farmaci in piante.

 

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G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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