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Medici hanno raccontato di radicati problemi famigliari dietro il bisogno di digiunare, abbuffarsi, vomitare.

Post n°3672 pubblicato il 08 Agosto 2010 da cile54

Anoressia, disperazione di donne

Probabilmente non sarà Belen Rodriguez che attraversa seminuda e fichissima la sua spiaggia Tim a originare i disturbi alimentari. Medici competenti hanno raccontato di radicati problemi famigliari dietro il bisogno di digiunare, abbuffarsi, vomitare. Ma certo la tendenza – che oggi pare fortunatamente un tantino mitigata – a raccontarci che o siamo magre e sempre in tiro oppure non siamo affatto non è stata di aiuto. Soprattutto alle più giovani. Arriva agosto, si va al mare e i problemi aumentano. È una disperazione quotidiana, che non lascia tregua. E tutta femminile. Eccone un campione, per come la si legge in questi giorni su forum femminili. Spesso, tristemente, unico luogo dove le ragazze ascoltano e parlano.

La cornice del loro dolore, nelle parole che tentano di caratterizzarlo: «Mi sento terribilmente sola, e non se ne parla di uscire...troppa paura...amici invisibili...io sono spenta, non brillo più, non mi faccio più luce. dentro di me è completamente buio e morto. silenzio. non ho forze per reagire. Vorrei farmi a pezzi. Tanto non mi amo. Sono cosi stanca, terribilmente stanca di questa situazione eppure non faccio niente x reagire, per volermi un po di bene. Sono fredda. non mi colpisce più niente. solo le cose negative afferro.. ogni giorno mi punisco...con qualcosa devo farlo, o con il digiuno, o con un’abbuffata, o con un tentativo di vomitare, o con un taglio...».

«Scusate lo sfogo», mette le mani avanti una ragazza che si racconta come senza speranza. «Un altro sabato sera chiusa in casa con la bocca piena di muesli e il letto pieno di libri non letti (…) sì sì... certo.. se vi raccontassi quanto fa schifo la mia vita.. altro che ‘tutti abbiamo problemi...’, c’è solo da spegnere l’ultimo sospiro. Ma basta, basta davvero. Un giorno di questi mi tolgo la vita e basta». Altre voci le rispondono, cercano di confortarla. Senza toni scherzosi, lei risponde preoccupantemente: «Stavo persino pensando di pagare un sicario per chiedergli di spararmi».

Si scusa anche la ragazza che ci racconta l’ultima delle sue abbuffate, quella appena consumata: «Scusate se è solo l’ennesima volta k mi piango addosso, dopo essere stata io la causa del male k ora sento... vorrei elencarvi...giusto x stare ancora + male.. quello k sn riuscita a mangiare in 1 ora: tantissime patatine, salame, 2 fette di pancarrè con tanta nutella, 3 cioccolatini 1 kinder, 1 plumcake, acciughe, 1 biscotto gelato, 1 coppa di gelato, 1 fettone di tiramisù. Questo è quello k mi ricordo... uno schifo... ecco cm mi sento.... so già k nn posso pretendere conforto, visto k sn io a farmi ogni volta male da sola.... ma magari qualcuno capisce cs sto provando in questo momento... so k dietro a questo cibo ingurgitato si nascondono dolori ben + profondi e difficili da sconfiggere... nn riesco a smetterla di dipendere dal cibo. Vorrei poter tornare indietro di 1 ora, ma so k nn si pu... mi viene da piangere... sn con l’umore 3 metri sotto terra...».

Dall’altre parte del dannoso pendolo, oggi si è per caso trovata un’altra persona, che sembra momentaneamente fiera di sé: «Oggi ho preso in totale un etto di cotto e due jogurt, punto.., avrei tanto voluto vomitare quelle fette che ho mangiato cosi avidamente, eppure non l’ho fatto. mi son controllata. E ho fatto ciclette».

Le risponde una più navigata, che purtroppo ancora non ne è fuori: «Ascoltami… Ma fallo davvero... Ora ti piace. E ti piace tanto. Lo so. Io ci sono passata. E ricordo il senso di onnipotenza che mi avvolgeva. Era fantastico. Ero davvero felice. Ma ti rendi conto?! Felice di vedere i numeri sulla bilancia scendere sempre più. Di vedermi dimagrire fino alle ossa. Di vedermi la pancia piatta. Di farmi del male ogni giorno perchè sì,io lo meritavo. Meritavo tutto il male del mondo. Ora sono in terapia. E la sai una cosa? Non ne esco. Non ci riesco proprio. Le ossessioni invece di scomparire aumentano. Sto tirando avanti con gli antidepressivi. Non ho più il ciclo. Non ho più il ragazzo e gli amici. Sono sola come un cane.. e sto male come un cane. Vuoi ridurti così?».

Quando anche il gesto più quotidiano diventa una conquista: «Ho affrontato la pasta!! ce l’ho fatta...era una vita ke non la mangiavo.. mi fa molta paura, ma oggi ho deciso di prepararla.. certo, i sensi di colpa ci sono ma non sono nè andata in bagno nè ho preso pasticche x il controllo del peso!».  

Susanna Marietti

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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