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La Fiat ha fatto scuola d'inciviltà: a Milano 16 eritrei scioperano e la cooperativa li caccia

Post n°3734 pubblicato il 26 Agosto 2010 da cile54

Licenziati i neri che non fanno gli schiavi

 

Sedici eritrei lavorano come schiavi. Scioperano. E vengono licenziati. È successo ai lavoratori della cooperativa Papavero, impiegati nel carico e scarico delle merci presso la Gls di Cerro al Lambro (Milano). La Fiat è un simbolo, fa scuola e politica. Ma ciò che avviene a Melfi è solo la punta dell'iceberg. Nel mondo del lavoro in subappalto, specialmente se riguarda stranieri, i diritti sono già spariti da un pezzo. E se qualcuno si azzarda a pretendere ciò che gli è dovuto viene semplicemente cacciato.

Merki ha 45 anni. È scappato dall'Eritrea ed è arrivato in Italia come rifugiato politico sette anni fa. Vive con la moglie e due figli piccoli. Da cinque anni lavora alla Gls, una grossa azienda di logistica di proprietà delle poste inglesi. La Gls si occupa di ogni tipo di spedizione, anche delle casse da morto. Merki però non è un suo dipendente. Ha lavorato sempre nello stesso posto, ma per tre padroni diversi, tre cooperative che nel corso degli anni hanno gestito la manodopera, circa 90 persone tutte straniere. L'ultimo datore di lavoro è la cooperativa Papavero, il cui responsabile è un ex sindacalista Rdb. «Il nostro - racconta Merki è un lavoro pesante. Sgobbiamo per tante ore di fila, anche di notte per circa 1.100 euro al mese, a volte anche qualcosa di più. Ma noi vogliamo i nostri diritti». Per questo insieme ai suoi colleghi, tutti eritrei, seguiti dai SinCobas, Merki lo scorso febbraio ha scioperato quattro volte. I lavoratori della Papavero chiedevano cose elementari: straordinari pagati, tredicesima e quattordicesima, carichi di lavoro sopportabili, un contratto e regole chiare, sicurezza sul lavoro, il corretto pagamento delle imposte e dei contributi da parte del datore di lavoro. Durante gli scioperi hanno tentato di fare un presidio davanti alla Gls, ma ogni volta sono stati fermati da decine di poliziotti in tenuta antisommossa che in un paio di occasioni hanno caricato i manifestanti a colpi di manganello. «Le forze dell'ordine - racconta Aldo Milani del SinCobas - hanno vigilato i cancelli dell'azienda per 40 giorni. Neanche fossero amici di Maroni. Abbiamo dovuto lasciare il presidio. Ma non abbiamo smesso di seguire la vicenda di queste persone». La vertenza è continuata e i lavoratori non hanno smesso di denunciare la loro situazione e di chiedere il rispetto dei loro diritti.

Due settimana fa, la doccia fredda. La cooperativa Papavero li ha messi alla porta mentre loro erano in ferie. Licenziati per avere scioperato. Secondo i loro «padroncini» si sarebbe trattato di scioperi illegali e senza preavviso che hanno messo in cattiva luce la ditta presso cui lavoravano. L'altra sera i lavoratori si sono presentati alla Gls per chiedere il reintegro sul posto di lavoro. Sono arrivate 4 auto dei carabinieri e dopo poco hanno lasciato l'azienda. Ieri però sono andati all'ispettorato del lavoro per denunciare ancora una volta la loro vicenda e per chiedere che vengano pagati gli arretrati, anche quelli che aspettano da anni dalle cooperative precedenti che li avevano impiegati. «Noi vogliamo diritti - spiega ancora Merki - non siamo schiavi. Ma adesso dovrò cercare un altro lavoro».

La storia di questi eritrei non è un caso isolato. È un misto di razzismo e sfruttamento del lavoro molto comune, specie nelle aziende di logistica lombarde che ricorrono a cooperative per scaricare rischi, tasse e costi della manodopera. Un giro che spesso non viene adeguatamente denunciato dai sindacati maggiori. «Siamo abituati a trovarci di fronte a storie di intermediazione illegittima di manodopera, sono rapporti di lavoro fittizi - racconta Fulvio del SinCobas- abbiamo trovato aziende dove il 50% dei lavoratori, tutti stranieri, è in nero, oppure dove si trattano materiali tossici senza alcun rispetto delle norme di sicurezza».

A proposito di sicurezza, a Milano in questi giorni non si parla d'altro, e ancora una volta nel mirino ci sono gli stranieri equiparati a delinquenti etnici. Sulla loro testa il vicesindaco De Corato (Pdl) e la Lega fanno a gara la spara più grossa. Su questo si stanno già giocando la campagna elettorale per le comunali di primavera.

Giorgio Salvetti

25/08/2010

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