Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cile54cielostellepianetiindustriametallisbaglisignoramonellaccio19cardiavincenzocassetta2nomadi50m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Riceviamo e volentieri p...Alemanno e Maroni uniti ... »

Pubblichiamo, e condividiamo, questo intervento sui temi della partecipazione e della democrazia sostanziale

Post n°3781 pubblicato il 08 Settembre 2010 da cile54

I limiti della "democrazia del click"

 

Noi siamo i buoni. Una considerazione consolatoria che in rete ha molte possibilità di essere soddisfatta. Internet stessa è - prima di molte altre cose - il luogo delle possibilità, la piattaforma di mille aggregazioni positive ed utili. L’elenco delle bontà di Internet richiederebbe molte pagine e non comprenderebbe tutte le iniziative ammirevoli e innovative che sarebbero sorte nel frattempo.

 

Il lato non illuminato di questa medaglia, che ha saputo creare Wikipedia ed i suoi tanti fratelli, è altrettanto importante ma assai meno consolatorio e positivo. Qualche giorno fa Il Post ha pubblicato un articolo interessante sul cosiddetto attivismo da click, quella ampia e conosciuta pratica di rete di raccogliere pareri e punti di vista all’interno di petizioni on line a favore o contro questa o quella iniziativa. La pratica è talmente diffusa e numericamente significativa che esistono piattaforme web apposite nelle quali chiunque può rapidamente organizzare petizioni e pubblicizzarle, raccogliendo adesioni attraverso la rete Internet. Facebook stesso e i social network in generale, sono diventati il grande luogo della protesta elettronica, in virtù delle loro intrinseche capacità di amplificare il passaparola all’interno della propria cerchia relazionale. Lo stesso utilizzo ampio della raccolta elettronica di firme è stato rapidamente adottato dai giornali on line che, ormai quotidianamente, propongono ai propri lettori raccolte di firme a sostegno di istanze politiche, amministrative o giudiziarie.

 

Ma qual è il problema che la nuvola elettronica del consenso tematico rischia di creare? Lo scrive Micah White sul Guardian di qualche settimana fa: la democrazia del click, secondo White, rischia di sostituirsi all’attivismo dei movimenti di piazza, spostando su Internet, in un luogo a consumo calorico pari a zero, non solo la creazione del consenso rispetto ad un tema, ma anche il peso politico che da tale aggregazione discende. E siccome il peso politico di una aggregazione in rete è molto vicino allo zero, altrettanto insignificante sarà la capacità di simili iniziative di incidere concretamente sui temi in discussione.

 

Detto in parole crude, la politica può essere impressionata da una massa di cittadini in piazza, molto meno da un diluvio di firme su una pagina web.

 

Gli anglosassoni, che hanno un neologismo per tutto, chiamano questa tendenza “slacktivism” che è un termine bellissimo per descrivere l’attivismo dei fannulloni. Non si tratta di una definizione totalmente negativa anche se riguarda – come spiega la stringata voce su Wikipedia al riguardo – “il desiderio delle persone di rendersi utili senza alzarsi dalla sedia” .

 

Posso partecipare ad un movimento politico mettendo un adesivo sulla carrozzeria della mia auto? Oppure iscrivendomi ad un gruppo su Facebook? O firmando la vibrate lettera aperta di un gruppo di intellettuali sul sito web di un quotidiano? E’ certamente possibile ma, nel momento in cui un simile impegno sostituisce del tutto altre forme di mobilitazione sociale, il lato oscuro della medaglia finisce per prevalere su quello migliore e illuminato e Internet consuma il proprio potenziale di formidabile strumento di aggregazione e diffusione all’interno di prassi frequentemente irrilevanti.

 

Pur con luci ed ombre negli ultimi anni anche in Italia alcuni eventi politicamente significativi sono nati e cresciuti in rete per poi diventare tema centrale nelle cronache dei giornali e concreta discesa popolare in piazza, tuttavia, anche da noi, nella stragrande maggioranza dei casi, iniziative di sensibilizzazione popolare nascono e muoiono ogni giorno in rete senza avere la capacità di spostare un singolo piccolo sassolino.

 

Come si esce da un simile impasse? Intanto aggiungendo sacralità al punto di vista delle persone in rete. Ciò significa intanto rifuggire dall’abuso degli strumenti di aggregazione popolare on line. Perché accanto ad un attivismo dei fannulloni che cliccano svagatamente qualsiasi campagna on line, esiste anche un ben più colpevole attivismo dei propositori, quella spiacevole tendenza, anch’essa a costo zero, di chiamare il popolo alle armi per ogni piccola quisquilia o, peggio, per banali ragioni di personale visibilità. A minimizzare il danno democratico dello slacktivism c’è poi da considerare, per lo meno nel nostro paese, il contesto civile generale. Una identità dei cittadini verso la politica ai minimi storici, una capacità dell’associazionismo di radunare istanze modestissima, una autorevolezza sindacale ormai ridotta al lumicino, sono paradossalmente elementi che depotenziano i rischi delle mobilitazioni on line. Che con ogni probabilità non andranno ad incidere su nulla di più della nostra autostima ma che, in molti casi, non rischiano altro di sostituirsi al nulla che le precedeva.

 

Contrappunti su Punto Informatico

www.mantellini.it

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963