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Un ricordo di un operaio morto sul lavoro, nonostante l'età avanzata doveva lavorare. Una storia quotidiana in Italia
Post n°3945 pubblicato il 25 Ottobre 2010 da cile54
Muore in un cantiere. Aveva 72 anni
Sveglia presto la mattina per andare al lavoro, in cantiere. Un saluto alla moglie, forse con un bacio e probabilmente in dialetto abruzzese. La sera prima aveva cenato presto, quasi sicuramente. E quasi sicuramente era andato a dormire prima del termine delle trasmissioni di prima serata. Perché spesso a quell'età è così che accade, nei paesi dell'entroterra abruzzese. E lui aveva 72 anni, faceva il muratore e in cantiere a quell'età è morto alcuni giorni fa. Domenico Colella, lavorava, a 72 anni, in un cantiere di Gissi (Ch). Un volo di sei metri prima di schiantarsi al suolo e poi la morte. Non so se quello fosse stato da sempre il suo lavoro; non so nemmeno quanti anni di contributi abbia versato fino ad oggi; non lo conoscevo proprio. So però che lavorare in un cantiere è pericoloso, e quando, come spesso avviene, non si rispettano le norme sulla sicurezza sul lavoro, i rischi sono tanti e tali da mettere a rischio l'incolumità dei lavoratori e addirittura la vita stessa. E so anche che è proprio nei cantieri edili che si verifica ogni anno il maggior numero di morti sul lavoro, come so che la caduta dall'alto è tra le principali cause di infortunio del settore edile, in genere con esito mortale. E pure se non conosco le necessità che avesse Domenico, so però che in Italia ci sono quasi otto milioni e mezzo di poveri e che la pensione minima è una tale miseria da essere un'indegnità. So pure che i pensionati italiani sono i più poveri d'Europa e che un pensionato su cinque riceve una pensione inferore ai 500 euro mensili. Non so con quale forma contrattuale Domenico lavorasse in cantiere, da pensionato qual era; però so bene che il lavoro nero in Italia costituisce una piaga enorme e dolorosa. So che queste cose succedono in Italia, che c'è chi patisce, chi ci convive e c'è chi ci si gonfia la pancia. E so che nonostante tutto è stato approvato alla Camera il Ddl Lavoro, che praticamente spazza via i residui di diritti sul lavoro che ancora resistono nella legislazione italiana. So pure che intanto la Francia in questi giorni è pressochè bloccata dai lavoratori in tutte le piazze e luoghi di lavoro francesi, perché rivendicano giustamente il diritto di andare in pensione a 60 anni, quando il governo tenta di innalzare l'età pensionabile a 62e anni. Mentre in Italia è già a 65 anni, si discute per innalzarla ancora e si muore in cantiere a 72 anni.
Carmine Tomeo 24/10/2010 |
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