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Medici litigiosi, medici umbriachi, medici malati di prestazioni (DRG), medici obiettori. Medici col virus del razzismo: un caso

Post n°3972 pubblicato il 01 Novembre 2010 da cile54
Foto di cile54

A Pavia: un medico insulta un suo collega di colore Negro di m…”

Non solo tra le tribune dello stadio, gli insulti razzisti invadono la vita quotidiana e persino le corsie degli ospedali. Almeno così sembra nella provincia di Pavia, dove un medico di origine africana ha segnalato un collega al proprio Ordine perché lo avrebbe definito “negro di merda”.

Una brutta giornata al lavoro per il dottor Paulin Francis Lawson, specialista gastroenterologo originario del Benin. Nel richiedere la collaborazione di un altro medico in turno di reperibilità, mentre era in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale Asilo Vittoria di Mortara (Pavia) quando la conversazione telefonica stava per essere interrotta, il collega avrebbe commentato con l’espressione “negro di merda”. Evidentemente credendo di non essere sentito.

Lawson, cittadino italiano attualmente in servizio alla casa di cura Beato Matteo di Vigevano e all’ospedale Asilo Vittoria, dal 1988 è in Italia, dove ha completato il corso di studi prendendo la specializzazione. Offeso e amareggiato ha denunciato l’episodio all’Ordine dei medici di Pavia e alla stessa direzione sanitaria. Non è la prima volta che gli capitano episodi del genere da quando vive in Italia: “Mi è successo – ha commentato – persino in un convegno internazionale e ti senti diverso, a disagio. Ma io sono italiano, vivo in Italia e pago le tasse. Ho figli che sono nati in questo Paese e curo per la maggior parte italiani”.

Dall’azienda ospedaliera fanno sapere, non senza imbarazzo, che sono in corso accertamenti (il fatto risale a lunedì 11 ottobre). L’episodio sotto esame da parte dell’Ordine dei Medici potrebbe portare ad un provvedimento disciplinare. Il titolo IV del Codice deontologico professionale che disciplina i rapporti con i colleghi invita al rispetto reciproco e testualmente ricorda che “il rapporto tra medici deve ispirarsi ai principi di corretta solidarietà, di reciproco rispetto e di considerazione della attività professionale di ognuno”. Anche in merito all’eventuale contrasto di opinione, si legge, “esso non deve violare i principi di un collegiale comportamento e di un civile dibattito”.

Per Lawson non siamo di fronte a un clima diffuso di intolleranza: “Non ho aggredito nessuno – ha concluso – mi è capitato di subire questi insulti in modo gratuito e dover subire episodi di intolleranza. Oramai bisognerebbe che tutti si rendessero conto che l’Italia è un Paese multietnico e che quando invece rimarchiamo differenze in base al colore della pelle ci poniamo in immediato ritardo con il resto del Mondo”. Intanto è intervenuto anche il sindaco di Mortara, Roberto Rebecchi, scusandosi con il dottor Lawson a nome della città.

31 ottobre 201

fonte: www.blitzquotidiano.it

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NOTA DELLA REDAZIONE

Sono 2.188 i medici ed odontoiatri stranieri che esercitano in Italia

 

Un dato in aumento ma ancora lontano dalla media Ocse del 20%.

Sono 2.188 i medici e gli odontoiatri stranieri che esercitano la professione in Italia dopo aver preso una laurea all’estero ed essersi iscritti all’Ordine. A riferirlo è la Fnomceo – federazione degli ordini dei medici – a margine della diffusione della ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sulle migrazioni del personale sanitario nel mondo.

Secondo la Fnomceo vi sono in Italia 1469 i medici e 749 gli odontoiatri stranieri che operano iscritti agli ordini medici. La maggior parte di loro proviene da altri Paesi europei. Per quanto riguarda i medici infatti, una buona fetta arriva dalla Germania (311), dalla Francia (120), dalla Romania (130), dalla Spagna (98) e dall’Austria (84), mentre fuori dai confini Ue ci sono folte rappresentanze di Egitto (48) e Argentina (68). Molti odontoiatri arrivano invece da Germania (179), Francia (58), Olanda (89), Romania (63), Siria (47) e Svezia (22).

Uno spaccato quello italiano che si discosta molto dal panorama internazionale che, secondo l’Oms, vede crescere le migrazioni dei medici dai Paesi a basso reddito verso quelli più sviluppati. Nei Paesi Ocse sono circa il 20% il totale dei medici immigrati con un aumento del 5% negli ultimi 30 anni.

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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