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« Giochi di società, priva...Per una sessualità liber... »

Alle donne internate non viene riconosciuta neppure la dicotomia santa o puttana. Private della dignitą di persone

Post n°3974 pubblicato il 02 Novembre 2010 da cile54

Non possono esistere donne di serie A e donne di serie B

Riprendiamo dalla mailinglist Sommosse il report - a cura delle Donne-femministe-lesbiche contro i Cie di Roma - del tavolo separato di compagne, femministe, lesbiche che si è tenuto a Torino sabato 24 ottobre, all’interno dell’incontro nazionale della rete No Cie, per discutere sulle questioni di genere riguardanti i Cie e non solo.

Erano presenti le compagne di Milano,Torino, Bologna, Roma che si sono occupate e si stanno occupando delle problematiche di genere nei Cie [Centri di espulsione ed identificazione], e tante altre compagne, italiane e straniere, interessate a portare il loro contributo alla discussione e alle pratiche.

E’ stata riassunta l’attività svolta nell’ultimo anno e sono state poste ed affrontate alcune problematiche ritenute prioritarie.

E’ stata ribadita la necessità di approfondire il discorso separato anche perchè il trattamento delle donne nei Cie assume dei connotati di violenza di genere molto forti:

le donne vengono solitamente isolate e sedate maggiormente, considerate, come al solito viene detto per tutte le donne, isteriche, incontrollabili e umorali oltre ad essere "di pericoloso eccitamento" per gli internati maschi;

vengono sottoposte da parte del personale civile e di polizia a continui ricatti di tipo sessuale, ogni più piccola esigenza ha il suo prezzo;

il rapporto con il personale civile e di polizia è,di fatto,sempre da prostituta a cliente;

alle donne internate non viene riconosciuta neppure la dicotomia santa o puttana che la società patriarcale riserva alle donne in generale;

le donne internate sono per la maggior parte vittime di tratta o badanti/domestiche irregolari o che,per qualche motivo,pur lavorando anche da molto tempo in italia,lo sono diventate(mancato rinnovo del permesso di soggiorno, perdita del lavoro....);

l’internamento e la deportazione delle vittime di tratta permette anche il rinnovo del materiale umano da mettere su strada;

l’internamento della manodopera "di servizio e di cura" fa parte del sistema di controllo del mercato delle nuove schiave;

la donna bianca è, così,coinvolta nel mantenimento del sistema pur di avere a sua disposizione "la serva" che le permette di essere "emancipata" e non ha nessuna intenzione di mettere in discussione questo mercato del lavoro ed il relativo controllo;

le donne migranti che denunciano violenze sessuali vengono,invece che aiutate, internate con molta facilità nei Cie, perchè la loro situazione è spesso irregolare per qualche motivo;

anche la concessione dell’art.18, che prevede la tutela delle donne soggette a tratta ,è condizionata alla denuncia del percorso di tratta,dei protettori, delle maman ecc. cosa che le donne sentono come una costrizione alla delazione , con pericolo,tra l’altro di vendetta nei confronti dei parenti nei paesi di origine (a Joy hanno ammazzato il padre,un fratello e una sorella) ,ma,fatto ancora più grave,dopo la delazione, l’art.18 può non essere concesso,con pericolo di vita della donna stessa;

una compagna francese ci ha raccontato delle deportazioni delle donne che avvengono dalla Francia verso l’Algeria ed il Marocco e che hanno connotati molto simili alle nostre deportazioni verso i "campi" libici.

Sono state, quindi, dedotte delle conclusioni che riguardano non solo strettamente le problematiche delle donne rinchiuse nei Cie, ma che coinvolgono in generale il problema e l’approccio alla violenza di genere:

non possono esistere donne di serie A e donne di serie B; donne tutelate che poi corrispondono alle donne bianche nostrane e donne non tutelate che, guarda caso,sono straniere, irregolari.....

non ci si deve mai dimenticare che la detenzione amministrativa ,e non per reato, apre scenari inquietanti nei riguardi dei soggetti non graditi a questo sistema :dalle migranti irregolari alle prostitute nostrane o alle/ai senza tetto o senza garanzia di mantenimento il passo è breve....

gli stupratori sono sempre tali sia che siano verdi, gialli ,neri ,a pallini o poliziotti; non ci possono essere coperture,omertà ,connivenze ,opportunismi ,distinguo, perchè questo uccide la lotta contro la violenza sulle donne e massacra le donne uccise o violentate un’altra volta;

il rifiuto della strumentalizzazione del corpo delle donne e della violenza sulle donne deve essere netto; nessuna strumentalizzazione può essere accettata nè per fini partitici,nè di alleanze , nè per interessi economici, nè per leggi securitarie: la campagna per Sakineh ,perchè l’occidente vuole la guerra all’Iran, e la deportazione di Faith,nonostante la condanna a morte in nigeria,perchè il governo nigeriano permette la rapina delle risorse del paese da parte degli occidentali, sono gli ultimi e più eclatanti esempi;

E’ stata, poi, resa pubblica dalle compagne di bologna la notizia della data, 2 dicembre a Milano,dell’udienza preliminare del processo contro Vittorio Addesso in cui Joy si è costituita parte civile.

L’assemblea ha assunto,quindi, un aspetto operativo:

è stata decisa una settimana di mobilitazione, nelle varie città, dal 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, al 2 dicembre,giorno dell’udienza del processo;

ogni gruppo o realtà potrà scegliere le iniziative da portare avanti come meglio crederà per denunciare la strumentalizzazione della violenza sulle donne, la violenza di genere all’interno dei Cie e il silenzio che la accompagna ,e per preparare e divulgare le azioni che saranno effettuate in concomitanza con l’udienza del processo a milano.

Le realtà presenti si sono impegnate ad elaborare un documento comune che sarà diffuso in rete.

LIBERE TUTTE E TUTTI ! CHIUDERE TUTTI I CIE !

Saluti femministi e buona lotta!

Donne-femministe-lesbiche contro i Cie, Roma

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