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Quando il pressapochismo si accolla la responsabilità dello sfascio con scelte scellerate. Ma il passato non insegna...

Post n°4102 pubblicato il 09 Dicembre 2010 da cile54

Lettera aperta a un compagno che ha votato Calearo

Caro XY,

noi ci conosciamo molto bene e da molti anni. Io ti ricordo partecipe delle assemblee del movimento e di tante occupazioni, e ti ricordo perfino qualche volta sulla Tiburtina, all'alba, a distribuire volantini agli operai. Poi tu hai scelto di militare in un gruppo più a sinistra, mentre io (che già allora ero un moderato) rimanevo nei movimenti. Quando nacque Rifondazione ne parlammo, e tu trovasti quella proposta troppo "continuista" con il Pci, insomma troppo poco a sinistra per te. Ciononostante una volta (lo ricordo bene) dopo un bel comizio di Bertinotti a piazza del Popolo chiedesti la tessera comunista, che però non rinnovasti più l'anno dopo. Tu eri infatti, come sempre, un po' più a sinistra di me. Poi andasti in Veneto a lavorare e ci siamo persi di vista. Ma l'amicizia restava.

Ci siamo rivisti alla vigilia delle elezioni del 2008: tu eri scandalizzato da Berlusconi ma anche dalla pochezza del governo Prodi e criticavi, naturalmente da sinistra, la partecipazione nostra a quel governo. E avevi anche ragione. Ma ora bisognava battere Berlusconi; e tu, caro compagno, non solo leggi Repubblica ma credi anche a ciò che scrive; così cominciasti a dire che occorreva votare per il Pd di Veltroni. Quando il Pd candidò Calearo capolista nel tuo collegio debbo riconoscere che avesti dei dubbi; tu Calearo lo conoscevi bene, era un capetto degli industriali un bel po' reazionario, e un sostenitore accanito della base Usa a Vicenza. Ma bisognava battere Berlusconi, no? E Repubblica, dopo aver lodato il coraggio mirabile di Veltroni che aveva scelto di andare da solo al voto per "vocazione maggioritaria", pubblicava ogni giorno dei sondaggi che davano il Pd in costante risalita e testa a testa con Berlusconi (e noi fra il 6 e il 7%). Insomma serviva il tuo voto, proprio il tuo - un "voto utile" lo chiamavi! - per battere Berlusconi. Così tu votasti Calearo, e anche grazie a tanti compagni come te, la sinistra mancò il quorum. Già, poi si vide che i sondaggi di Repubblica erano un po' sbagliati, e le scelte di Veltroni pure. Ma - come si dice alla fine di A qualcuno piace caldo - nessuno è perfetto.

Così ora in parlamento non c'è nessuno che si opponga alla base Usa a Vicenza, alla guerra, alle politiche di Marchionne. E Calearo, eletto da te col tuo "voto utile", ora se ne va con Berlusconi, come tanti altri del Pd eletti coi "voti utili" di tanti bravi compagni come te (la Binetti con l'Udc, Lanzillotta e Rutelli con la Confindustria, e così via).

Quando ci rincontreremo, caro compagno, io non ti darò quel cazzotto sul naso che avrei tanta voglia di darti, perché noi comunisti, nel frattempo, siamo anche diventati nonviolenti (e perché, in fondo, ti voglio sempre bene). Ma tu chiedi scusa e, soprattutto, prometti di non farlo mai più.

Il sempre tuo aff.mo compagno Angelo Vussun

 
 
 
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Roma, 12 maggio 1977

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