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Stralci di cronaca della grande giornata di lotta nel giorno della vergogna di un governo di corrotti e corruttori

Post n°4127 pubblicato il 15 Dicembre 2010 da cile54

'“Uniti contro la crisi”, mezzo milione in tutte le piazze italiane'

 

Mentre ci accingiamo a scrivere di questa giornata storica, arriva la notizia della fiducia al governo passata alla Camera con 314 voti contro 311. Naturalmente i cortei in corso su tutto il territorio esplodono, e in particolare a Roma. "Voi andate alla deriva, noi solchiamo il mare", questo è lo striscione di apertura del corteo partito dalla Sapienza questa mattina alle 10. Ma se il governo Berlusconi non andrà ancora a casa, la certezza che l’aria è cambiata è generale, anche se tutti sanno che non sarebbe stato oggi “un nuovo 25 aprile”, e che già da domani bisogna continuare a combattere sui fronti aperti, nelle scuole e nelle Università, come a Terzigno, a l’Aquila o a Mirafiori. Ma con la forza di questa giornata, che sicuramente ha fatto fare un salto di qualità sostanziale a queste lotte. Quello di averle messe insieme, puntando il dito su “come si esce dalla crisi”: “Uniti contro la crisi”, in uno “spazio comune” dove tutte queste vertenze stanno insieme.

Ottanta pullman da tutta Italia per la protesta anti-Gelmini, “anti piano Marchionne” per i metalmeccanici, così come per quella dei comitati de l'Aquila, dei cittadini di Terzigno, degli immigrati Insieme a quella per la casa, contro gli inceneritori, per il reddito sociale, con i precari e i centri sociali, scesi oggi in corteo dietro lo striscione “casa, reddito, dignità”, già insieme nei giorni precedenti per le proteste alla Regione Lazio, e che finora hanno affrontato, invece che la Presidente Polverini, le cariche della polizia. Ma insieme a loro c’è anche il popolo viola, sceso in piazza per la prima volta in difesa della Costituzione, della democrazia e della legalità a dicembre del 2008, e che oggi affianca quelle priorità accanto alle altre.

Sono quattro i cortei a Roma questa mattina: quello della Sapienza per gli universitari, quelli di Piazza Esedra e Piramide per gli studenti medi e quello del Colosseo per i metalmeccanici e per le altre lotte sociali. E’ lì che i tre cortei studenteschi andranno a confluire, costituendo una sorprendente, auto-organizzata marea umana. Più di 100.000 persone, dicono le cifre ufficiali, ed è sorprendente tanto più perché non c’è un’Organizzazione alle spalle, ed è martedì, un giorno feriale qualunque, e nessuno ha indetto lo sciopero. Ma la stessa Fiom, che ha dato nei giorni precedenti l’adesione ufficiale, ha fatto sapere che delegati da tutte le parti d’Italia stavano prendendo permessi, auto-organizzandosi per arrivare a Roma.

Che vuol dire anche caricarsi dei costi dell’affitto dei pullman, per esempio. Un altro dato che contribuisce a rendere speciale questa giornata. Ma la mobilitazione è ovunque, perché chi non è potuto arrivare a Roma, è sceso in piazza comunque. A Milano, dove hanno manifestato almeno 50mila studenti universitari e medi, un centinaio di loro ha fatto irruzione nella sede della Borsa. Dietro lo striscione dei collettivi studenteschi di Milano e Provincia, gli studenti sono riusciti a intrufolarsi all’interno di Palazzo Mezzanotte. Il servizio di sicurezza, immemore dei blitz a base esclusivamente di uova sia al Senato che alla Fondazione Roma, ha immediatamente sprangato le altre entrate. Gli studenti hanno risposto alzando uno striscione con la scritta: “Accozzaglia di affaristi, razzisti, ladri, mafiosi. Finanziate il nostro futuro. Dovete darci il denaro”. Intonando cori, il gruppo ha ricoperto la facciata del palazzo di volantini: “Join the resistance of new Europe (Unite vi alla resistenza della nuova Europa)”. Subito dopo un altro blitz in un'altra rocca della finanza: quella della filiale della Arner Bank di Porta Venezia, “banca delle speculazioni di Berlusconi”, dove un gruppo di studenti ha gettato una secchiata di vernice fresca, mentre uova e vernice sono state lanciate contro le vetrine della sede del Pdl milanese in viale Monza.

Altri 10.000 studenti si sono invece mobilitati a Palermo, e dopo la stazione e l'aeroporto, hanno bloccato gli accessi al porto. A Napoli anche i ricercatori e i docenti non si sono fatti pregare ed hanno occupato il rettorato dell’Università Federico II, reo di avere già paventato, come del resto Roma e altri, la trasformazione in fondazione privata, “approvando” autonomamente il ddl Gemini. A Bari altri 10.000 studenti hanno mandato in tilt il traffico cittadino, mentre a Cosenza hanno bloccato lo svincolo della Salerno-Reggio Calabria, a Torino la sede di Palazzo Carignano, mentre a Genova, dopo aver percorso le strade limitrofe agli scali dei traghetti, circa 500 studenti hanno occupato il varco portuale di Ponte Etiopia al porto di Sampierdarena e viale Canepa, mentre a Venezia la protesta saliva sul Ponte di Rialto. Ma non basta, perché anche da tutta Europa sono arrivati segnali di solidarietà con le mobilitazioni: tutti gli studenti italiani all’estero, borsisti o con un Erasmus, Phd o ricercatori, hanno fatto sentire la loro voce, ora in un video visibile su ateneinrivolta.org.

Intanto a Roma i comitati di Chiaiano, Mugnano, Giugliano e Terzigno, con i comitati aquilani, hanno lasciato la firma sotto il palazzo della protezione civile: simbolici sacchetti di rifiuti, il resto dei quali è andato tutto a Palazzo Chigi, dove le dimissioni di Berlusconi sono state chieste a gran voce. Alcuni momenti di tensione si sono verificati prima a piazza San Marco e poi vicino Montecitorio, proprio al momento della notizia della fiducia. Il corteo si è poi ricomposto sfilando verso Piazza del Popolo per la grande assemblea popolare prevista al termine della manifestazione. Ma non finirà così. La piazza viene dispersa, i manifestanti caricati, coinvolgendo gli studenti che stavano rientrando all’Università. Le prime notizie danno una ventina di feriti, fra i quali due cronisti. Un epilogo che come sempre si prenderà le prime pagine dei giornali, dopo essersi preso ancora i palazzi del potere. Ma non riuscirà a cancellare la giornata storica in chi ha lavorato per la sua riuscita.

Anna Maria Bruni

14/12/2010

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