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Post n°4135 pubblicato il 17 Dicembre 2010 da cile54
LETTERA APERTA AI POLITICI ITALIANI
Sono profondamente sconvolta da queste "vostre elezioni". È vergognoso! Ancora una volta questo episodio è la conferma chiara e palese che a voi, che state al potere, tra l'altro grazie al vostro popolo, di quest’ultimo non ve ne importa nulla. È del potere che vi importa; potere nel senso lato, chi per potere intende i soldi, chi i propri affari, chi posizioni di privilegio. Voi state lì per quello e non per il “vostro popolo”, state lì per alzare barriere di protezione verso l’interno e non per abbatterle. Le frasi fatte, sentite e risentite "bisogna governare pensando agli interessi del nostro popolo, che non arriva alla fine del mese" le sbandierate quando vi fa comodo, nelle interviste televisive o sotto campagna elettorale per racimulare qualche consenso in più. Ma non sareste mai capaci di rinunciare ad un quarto del vostro stipendio per dare di più al “vostro popolo”, a cui, invece state via via togliendo tutto pur di non togliere a voi. Ve la cantate e suonate da soli mentre noi andiamo avanti, mattone su mattone, per costruire un mondo migliore. Bravi, consegnate il paese alla povertà per aumentare il vostro benessere! Oggi rappresentate l'esempio di quello che non vogliamo essere: una triste e vuota minoranza, ricca ma tremendamente incapace di godere della sua ricchezza, povera nei valori, nei principi e in tutto quello che conta. Questa ultimi voti “venduti”, questa asta da “calcio mercato”, è solo un triste esempio, l'ultimo degli innumerevoli di questo decennio. Sono felice di vivere con 1000 euro al mese e sentirmi fortunata se me li aumentano a 1100 perché ho lavorato tanto e l’ho fatto bene, sono felice nonostante sia ancora a casa con i miei genitori perché non posso permettermi neanche un affitto (almeno a Roma), sono felice lo stesso perché io mi alzo ogni mattina e credo in quello che faccio, credo nella “goccia nell’oceano” e credo davvero che ormai la possibilità di un mondo migliore sia solo nelle mani di chi sta in basso... perché capace di farsi carico di una visione “in grande” e non “chiusa sui propri interessi”. Giorgio La Pira, anche lui uomo politico, scriveva[1]: “Quando Cristo mi giudicherà, io so di certo che Egli mi farà questa domanda: Come hai moltiplicato, a favore dei tuoi fratelli, i talenti privati e pubblici che ti ho affidato? Cosa hai fatto per sradicare dalla società la miseria dei tuoi fratelli e, quindi, la disoccupazione che ne è la causa fondamentale? Nè potrò addurre, a scusa della mia inazione o della mia inefficace azione, le ragioni "scientifiche" del sistema economico. Abbiamo una missione trasformante da compiere: dobbiamo mutare - quanto è possibile - le strutture di questo mondo per renderle al massimo adeguate alla vocazione di Dio. Siamo dei laici: padri di famiglia, insegnanti, operai, impiegati, industriali, artisti, commercianti, militari, uomini politici, agricoltori e così via; il nostro stato di vita ci fa non solo spettatori, ma necessariamente attori dei più vasti drammi umani. Si resta davvero stupiti quando, per la prima volta, si rivela alla nostra anima l'immenso campo di lavoro che Dio ci mette davanti (...) il pieno adempimento del nostro dovere avviene solo quando noi avremo collaborato, direttamente o indirettamente, a dare alla società una struttura giuridica, economica e politica adeguata al comandamento principale della carità. Mi chiedo e vi chiedo: quando Cristo vi farà questa domanda cosa risponderete? I talenti pubblici e privati a voi affidati, quindi la vostra posizione, i vostri privilegi, i vostri stipendi li “spendete” ogni giorno nella costruzione del “bene comune”? Le vostre azioni, scelte e comportamenti rispondono al comandamento principale della carità? Per fortuna che un giorno Qualcuno vi giudicherà! Chiara Massacesi da Lettere al manifesto |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
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