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Marco Bersani di Attac smonta chirugicamente le bugie dei nuclearisti e del loro ipocrita spot atomico in TV

Post n°4268 pubblicato il 22 Gennaio 2011 da cile54
Foto di cile54

Nucleare, mille ragioni per dire no

 

L’uranio che alimenta le centrali sta per finire. Nel mondo ci sono 300mila tonnellate di scorie tossicissime. In Italia 10mila. Nessuno sa dove metterle. Manterranno il loro potere mortifero per 250mila anni. Eppure molti sviluppisti continuano a dire che il nucleare è l’unica medicina possibile. Ancora: Il dispendio energetico per la costruzione di una centrale emette Co2 tanto quanto una centrale a metano. E ancora: un autorevole studio dell’ente governativo tedesco dimostra che nel raggio di 50 km dalle centrali atomiche c’è un elevatissimo rischio di leucemie infantili. Fino al 76% in più. E in Francia chiunque abiti nei pressi di un impianto è costretto a ingollarsi ogni giorno una pastiglia di iodio, per contrastare gli effetti delle radiazioni.

Con queste premesse, come essere d’accordo con la realizzazione di 8 centrali nucleari in Italia, che costeranno 40miliardi per sopperire in fondo a 5% del fabbisogno nazionale di energia? Queste le tesi per dire no all’energia nucleare sostenute da Marco Bersani (autore del libro “Nucleare, se lo conosci lo eviti”, socio fondatore di Attac Italia) l’altra sera nella serata organizzata dall’associazione culturale Communitas ad Orzinuovi. Serata che ha visto purtroppo l’assenza degli amministratori locali e delle scuole presenti sul territorio. Un’occasione persa per capire davvero l’enormità dei rischi legati all’energia “detta ancora oggi del futuro”. A fine serata ha detto bene il nostro Diego Pezzola, stimato chirurgo: glissiamo sull’assenza imbarazzante degli amministratori, ma possibile che studenti dell’Itis o del liceo, i loro professori, non siano stati invogliati (magari dietro il riconoscimento di qualche credito formativo) a seguire l’interessantissima riunione? Non è un dovere etico in vista del referendum prossimo? Non è un dovere per i nostri figli, il nostro futuro, la nostra classe dirigente, spingere i ragazzi ad informarsi il meglio possibile?

Torniamo alla serata. Bersani smonta chirurgicamente e con prove evidenti tutti i miti legati all’energia atomica. E’ più conveniente? Niente affatto. “L’Uranio arricchito esiste solo in Canada, Australia, Nigeria e Kazakistan – spiega lo studioso – ne avremo solamente fino al 2025, al massimo fino al 2070 se viene arricchito a posteriori. L’Italia dipenderà quindi energeticamente dall’estero, come oggi dipende da Russia o Libia per l’importazione di fonti fossili”. Realizzare centrali è costosissimo e gli impianti durano al massimo 25 anni. Un’interessante studio della Massachuttes University (si trova in internet) ha dimostrato come un kilowattora di nucleare costi 8,4 centesimi di dollaro contro i 6,4 del metano. Gli italiani con il nucleare non verrebbero a pagare una bolletta più leggera: “In Italia non si è mai visto una bolletta calare. Paghiamo ancora oggi all’Enel una tassa sul mancato reddito del nucleare e per lo smaltimento degli impianti. E continueremo a pagarla, visto che indirettamente verranno tassate le agevolazioni fiscali che verranno fatte alle aziende che realizzeranno gli impianti”. Conti alla mano conviene proseguire a importare energia nucleare dalla Francia, che ce la vende a basso costo proprio perché ha un eccesso di produzione (ha 59 centrali).

Altro mito sfatato quello della sicurezza. “In 55 anni di nucleare nel mondo ci sono stati 135 incidenti. Una fisiologica perdita di radioattività c’è. E non sono sicure al 100 percento nemmeno le nuove centrali di terza generazione, quelle che vogliono fare in Italia acquistando tecnologia francese: ne stanno realizzando due, in Francia e in Finlandia, ma ci sono già state migliaia di violazioni delle normative”. Inquietante quando Bersani cita l’accordo fatto nel 1959 tra organizzazione mondiale della sanità (Oms) e ente internazionale per l’energia atomica: in caso di incidente rilevante gli effetti sulla salute devono restare in rapporti “confidenziali”. Ovvero la gente non deve sapere… E poi c’è l’immenso problema delle scorie prodotte: in Italia ci sono ancora migliaia di tonnellate stoccate nelle vecchie centrali (Caorso, Montalto di Castro, Trino Vercellese, Sessa Aurunca) e non esiste un sito sicuro. Nel mondo ci sono 300mila tonnellate da smaltire. E servono 250mila anni affinchè perdano la loro pericolosità. Si fa un gran parlare di nucleare di IV generazione, ma la tecnologia non ci sarà prima del 2040. Si spera anche nella tecnologia della fusione (oggi nelle centrali si pratica la fissione nucleare), ma ad oggi è solo utopia. “Nel frattempo perché non investire su energie rinnovabili e soprattutto per una diminuzione degli eccessivi consumi?”.

Fonte: Brescia Point

19 gennaio 2011

 
 
 
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