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Il protagonismo di questi mesi, di giovani, donne, precari, migranti non può attendere il lontanissimo 6 maggio della Cgil

Post n°4447 pubblicato il 08 Marzo 2011 da cile54

11 MARZO - Rendez vous

 

Venerdì 11 marzo 2011 Usb, Slai Cobas, Snater, Unicobas hanno indetto lo sciopero generale. Donne e uomini a migliaia attraverseranno Roma in corteo, portando la rabbia e le preoccupazioni crescenti del mondo del lavoro più o meno garantito. Parleranno di diritti negati, licenziamenti, peggioramento delle condizioni di lavoro, cassa integrazione, ricatti e disagi quotidiani che derivano da affitti e mutui difficili da pagare, tariffe in costante aumento, welfare e ammortizzatori sociali sempre più evanescenti.

 

Le questioni che verranno sollevate con lo sciopero e la manifestazione riguardano milioni di persone, molte delle quali nemmeno hanno relazioni con le organizzazioni sindacali. La forte richiesta interna di mobilitarsi che ci ha spinto a proclamare la giornata di lotta dell'11 marzo prossimo, è la stessa che abbiamo visto esprimersi in questi mesi è lo stesso protagonismo degli studenti, dei precari, dei migranti, delle donne. Le stesse tensioni, la stessa voglia di difendersi attaccando.

 

Negli ultimi tempi abbiamo incontrato spesso i conflitti metropolitani. Non solo ci è piaciuta questa contaminazione, ma abbiamo anche rafforzato i nostri percorsi, le nostre vertenze. Abbiamo imparato a fidarci, ad ascoltarci, a sforzarci di capire linguaggi diversi.

 

Soprattutto mentre ci siamo mossi mischiati e meticci, non ci siamo confusi. Non ci siamo espressi come sommatoria e abbiamo lasciato che uno spazio più ampio e prezioso prendesse il posto di ciò che avevamo prodotto fino a quel momento nella forma sindacale classica.

 

L'11 marzo vorremmo incontrare ancora tutto questo. Noi ci siamo mossi dentro necessità non più rinviabili e sulla spinta dei lavoratori e delle lavoratrici del pubblico impiego, della scuola, del lavoro privato, dei precari  e delle precarie dei servizi o dei call center, della sanità o del trasporto pubblico. Consapevoli però che dentro questo paese c'è molto altro che partendo da una forte precarietà del presente si sta mobilitando per i diritti dei migranti, per i beni comuni, per il reddito, contro le devastazioni ambientali, per il diritto all'abitare, per una produzione culturale indipendente, per un sapere e una ricerca non subalterni alle logiche del profitto.

 

Le città quasi quotidianamente sono invase da questo agitato mondo sociale che entra concretamente in conflitto con i signori della rendita, vera governance nel presente che viene.

 

Il corteo sindacale che percorrerà le strade di Roma propone di vederci a Roma l'11 marzo, ognuno/a nelle forme autonomamente scelte per convergere in un imponente e sperimentale rendez-vous di massa. Un appuntamento da costruire sotto la pelle delle metropoli, dentro la rabbia precaria, verso una piazza meticcia, indipendente e libera.

 

03/03/2011

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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