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Prima udienza, assenti gli indagati. Sotto accusa un segnalatore di inclinazione della curva (che non doveva esserci)

Post n°4449 pubblicato il 09 Marzo 2011 da cile54

Tragedia di Viareggio, la giustizia per 32 morti appesa a un picchetto

Lucca. Alle nove di una mattina gelida, i familiari delle vittime dell'incidente ferroviario del 29 giugno 2009 avvenuto a Viareggio - 32 morti, numerosi feriti - arrivano davanti l'aula del Tribunale di Lucca, allestita per l'occasione al Centro Lucca Congressi e Fiere.

L'occasione, attesa con tensione e speranza dalle 349 parti civili nel processo, è la prima udienza dell'incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta sulla strage che ha sconvolto un'intera città.

L'inchiesta, da ieri, è entrata in una fase decisiva. Adesso i periti dovranno stabilire le cause che hanno portato alla lacerazione della cisterna da cui poi è fuoriuscito il gpl che, dopo essere entrato in contatto con una scintilla, si è incendiato ed ha distrutto un intero quartiere.

Se infatti sulle cause del deragliamento non ci sono dubbi - l'asse del carrello si è spezzato - comprendere cosa ha prodotto lo squarcio nella cisterna è di fondamentale importanza. La Polizia ferroviaria e il consulente della Procura di Lucca Professor Paolo Toni sostengono che la cisterna sia stata lacerata, nella sua corsa lungo il binario per cento metri prima di arrestarsi, da un picchetto posto a lato della strada ferrata nel tratto in cui essa curva. I picchetti niente altro sono che spezzoni di rotaia tagliati a sega e posti a un metro e mezzo a lato del binario e sporgenti da terra 5 centimetri. Fino ad oggi sono stati utilizzati per controllare il grado geometrico di inclinazione della curva. Ipotesi questa rigettata fin dai primi giorni da Rfi e dall'amministratore delegato di Fs Mauro Moretti. Le ferrovie dello stato sostengono infatti che ha causare lo squarcio sia stata invece la parte mobile di uno scambio, la cosiddetta "piegata a zampa di lepre del cuore del deviatoio". Nella relazione redatta pochi giorni dopo il disastro da una commissione tecnica del Gruppo Ferrovie è questa la tesi che si è porta avanti e su cui si insiste. La piegata infatti costituisce una parte essenziale dello scambio e quindi, se fosse stata essa la causa, solleverebbe i vertici delle ferrovie, oggi iscritti nel registro degli indagati, perlomeno dall'eventualità di essere accusati per non aver rimosso i picchetti dal tracciato ferroviario, ritenuti oggetti pericolosi in caso di deragliamento e in grado di lacerare una cisterna. Già nel 2001 Rfi aveva emanato una direttiva in cui si prevedeva di controllare la corretta geometria delle curve non più con i picchetti, ma con il sistema satellitare, ad oggi presente nei tratti ad alta velocità. Nella propria relazione Rfi sostiene però che la cisterna sia scivolata lungo il binario prima di arrestarsi senza però discostarsene troppo, insomma senza essere fuoriuscita di quel metro e mezzo necessario a raggiungere i picchetti.

Ieri mattina in aula il giudice per le indagini preliminari di Lucca Simone Silvestri, su richiesta del procuratore di Lucca Aldo Cicala e dei sostituti Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino, ha quindi affidato formalmente al professor Riccardo Licciardello della Sapienza di Roma e Dario Vangi dell'università di Firenze, il compito di eseguire accertamenti irripetibili sul treno, sulla cisterna coinvolta e sul tratto ferroviario interessato, aprendo così di fatto la fase della perizia. I risultati costituiranno prova tecnica inappellabile in sede di dibattito quando il processo comincerà.

Per i familiari, ieri mattina presenti anche se fuori dall'aula, perché l'udienza era a porte chiuse, è qui che si gioca la partita. Se i picchetti venissero ritenuti i responsabili, i 38 indagati, tra cui lo stesso Moretti, vedrebbero aggravarsi la propria posizione. Indagati ieri tutti «vergognosamente assenti», come ha dichiarato Daniela Rombi, che quella sera ha perso la figlia Emanuela di 21 anni.

Alla fine della giornata il gip Silvestri, dopo essersi ritirato in camera di consiglio con i suoi due consulenti e aver vagliato i quesiti avanzati da avvocati e consulenti, ha stabilito che le operazioni di perizia tecnica cominceranno il 21 aprile e che l'udienza per la discussione dell'udienza tecnica d'ufficio si terrà il 2 novembre.

In attesa che possa, una volta terminata la perizia, partire il processo - ottimisticamente previsto per la primavera del 2012 - la parola adesso passa ai tecnici e solo a perizia conclusa si potrà comprendere quanto le aspettative di verità e giustizia dei familiari troveranno accoglimento in sede processuale. Giustizia che dovrà esprimersi sui reati ipotizzati di incendio e disastro ferroviario colposo, lesioni e omicidio colposo.

 

Lorenzo Coluccini

08/03/2011

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