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Prevenzione e salute. La logica della produzione di scartoffie e certificazioni atte a dimostrare gli adempimenti deve finire!

Post n°9000 pubblicato il 01 Agosto 2014 da cile54

Ripartire dal lavoro e dai lavoratori

In questa estate bizzarra molti operatori che si occupano di prevenzione e in fattispecie di salute e sicurezza sul lavoro vivono una fase d'incertezze e provvisorietà della propria professione che ha origine sia dalla crisi sia dai "rumors" rispetto ai cambiamenti istituzionali promessi dal ministro del lavoro Poletti che ha preannunciato la nascita dell'Agenzia unica per le ispezioni.

Dopo un primo annuncio roboante sulla creazione di " un'agenzia unica dei controlli che non disturbi gli imprenditori " il ministro non ha più fatto altre dichiarazioni in merito. Non sappiamo se il silenzio del ministro abbia origine da una scelta tattica di posticipare l'adozione di questo progetto al momento in cui proporrà la riforma del mercato del lavoro denominata JOBS ACT  o se, viste le reazioni, abbia preso un pò di tempo per elaborare una proposta più articolata e meno improvvisata.

Per coloro che si occupano professionalmente di prevenzione, salute e sicurezza sul lavoro questo è il momento per avviare una autoriflessione sul proprio lavoro, sulla qualità delle esperienze maturate e interrogarsi su come si possa migliorare la propria professionalità e la qualità del proprio operare.

Si deve comprendere che è terminata l'epoca nella quale era facile fare quattrini spacciando Documenti di valutazione dei rischi patacca, fotocopiando manualetti e consegnando alla piccola impresa scartoffie inutili, redatte senza neppure fare una visita ai reparti di produzione.

E' terminata l'epoca in cui qualche medico competente poco scrupoloso predisponeva programmi di ASP senza una accurata visita del luogo di lavoro, delle postazioni e delle modalità con le quali i lavoratori si trovavano ad operare.

La logica della produzione di scartoffie e certificazioni tesa a dimostrare l'assolvimento formale  degli adempimenti burocratici sta volgendo al termine perchè le aziende che stanno lottando per la sopravvivenza alla crisi non hanno più risorse da spendere con leggerezza. Ogni euro che viene speso deve essere un investimento concreto per il miglioramento della qualità anche per quanto attiene il risk assessmente e il risk management.

Questi cambiamenti che stanno avvenendo da parte delle aziende dovrebbero produrre una selezione di qualità nel mercato della consulenza per troppo tempo inquinato dalla concorrenza sleale di una parte di  consulenti poco professionali che hanno svenduto scartoffie dannose per le aziende e per gli stessi lavoratori.

L'ipotesi dell'Agenzia unica delle ispezioni, come abbiamo scritto più volte, non convince perchè rappresenterebbe una regressione ad un modello primitivo di uso della vigilanza che rafforzerebbe la logica della rincorsa alla produzione  di  scartoffie (DVR fotocopia) usati dall'impresa come prova rispetto all'assolvimento  degli adempimenti burocratici, senza per questo stimolare pratiche positive di problem solving e di un migliore risk management...

D'altra parte non sarebbe  sufficiente mantenere l'attuale situazione dei Servizi SPSAL delle USL che vivono una marginalità all'interno delle USL, in molti casi sottodotati di risorse, uomini e mezzi. Occorre rimotivare, nelle regioni in cui hanno fatto un buon lavoro ( Emilia Romagna, Toscana , Veneto, Lombardia, FVG, ecc ) questi professionisti della prevenzione il cui lavoro molto spesso non è adeguatamente valorizzato.

La rete dei Servizi delle USL che si è occupata di prevenzione e tutela della salute dei lavoratori, in questi anni ha prodotto molti risultati positivi, cultura della prevenzione, metodologie operative pluridisciplinari che non devono essere cancellate con un colpo di spugna come si propone di fare il ministro Poletti.

Per fare prevenzione seriamente in quest'epoca occorre mettere in discussione le conoscenze acquisite, occorre conoscere in profondità i cambiamenti che sono avvenuti e che stanno avvenendo nel lavoro. Senza ricerca sul campo non c'è innovazione e soluzione dei problemi. Questa capacità di collegarsi alle situazioni concrete di rischio per la salute la  possono avere e praticare solo stutture pluridisciplinari che stanno nel territorio, che coevolvono con le trasformazioni che avvengono nel territorio.

Per quanto riguarda salute e sicurezza nel lavoro sono efficaci le strutture con operatori che sono in grado di comunicare con il lavoro che cambia, ascoltare e interagire con i lavoratori. L'Agenzia proposta da Poletti va in direzione contraria, verso il centro, verso un sistema comando controllo già rottamato quarant'anni fa perchè fallimentare. Ripartire dalla conoscenza del lavoro che cambia, comunicare con i lavoratori, questa è la via maestra, il resto è fuffa.

Gino Rubini

editor di diario prevenzione

31/7/2014 www.diario-prevenzione.it

 
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