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Messaggi del 14/04/2014

 
 

Legge 194. Lo sciacallaggio degli antiabortisti, sostenuto ipocritamente dai media, sulla morte di una donna a Torino

Post n°8779 pubblicato il 14 Aprile 2014 da cile54

Impediamo che Anna Maria venga uccisa due volte

 

Il 9 aprile a Torino, una donna è morta in seguito alle crisi respiratorie avute dopo aver fatto il trattamento per l’aborto farmacologico.

Quella donna si chiamava Anna Maria, era una compagna del Gabrio, il Centro Sociale Occupato di Torino e lascia un bambino, Giulio. Nelle ore immediatamente successive alla morte di Anna Maria si è scatenata la canea degli antiabortisti, che hanno messo sotto accusa la ru486 e il diritto all’aborto in generale.

Il tutto viene fatto in modo schifoso, generalmente partendo dalla necessità di tutelare la salute delle donne ma arrivando al punto di fondo e cioè la colpevolizzazione delle donne che praticano l’aborto, l’associazione dell’aborto ad un peccato e ad un omicidio.

 

Il contesto in cui tutto questo avviene è quella di un sistema sanitario nazionale in cui la quantità di medici che si sono dichiarati obiettori di coscienza è enorme e rende difficile – in talune regioni pressoché impossibile – esercitare il diritto delle donne di abortire.

 

Ovviamente chiediamo che venga fatta piena luce sui motivi di questa morte assurda e probabilmente evitabile ma non vogliamo che Anna Maria venga uccisa due volte. Non vogliamo che la sua morte venga usata contro di lei, contro le sue idee, le sue convinzioni, la libertà di donna che Anna Maria ha sempre difeso e per cui Anna Maria ha sempre lottato. Il diritto all’autodeterminazione delle donne sul proprio corpo e sulla propria vita – di cui la procreazione è parte e libera possibilità – viene messo in discussione giorno dopo giorno, senza cambiare la legge ma con la pratica dei medici obiettori e soprattutto con una campagna latente, continua e brutale che trasforma la donna in un puro dato biologico, obbligato ad assecondare una presunta naturalità a cui viene data valenza divina. Qualcuno dice che il patriarcato è morto. Si sbaglia di grosso. Il patriarcato cambia forma ma è più forte che mai. oggi in Italia si esprime in particolare in quel filo nero che lega l’attacco al diritto di aborto e i femminicidi. Spezziamo quel filo, rimettiamo il diritto dell’autoderminazione della donna al centro della nostra azione politica e culturale, impediamo che reazionari, clericali beghine e maschi frustrati uccidano Anna Maria per la seconda volta. Lo dobbiamo ad Anna Maria, lo dobbiamo a tutte le donne. Lo dobbiamo anche a noi maschi se non vogliamo essere solo animali che camminano su due zampe.

 

Paolo Ferrero

13/4/2014

 
 
 

Le difficoltà di applicazione della legge 194. Un libro sulla presenza di obiettori di coscienza: l'inquisizione negli ospedali

Post n°8778 pubblicato il 14 Aprile 2014 da cile54

Abortire tra gli obiettori e la malasanità impunita

Il libro di Laura Fiore, presente in sala con il marito, in poche pagine contiene: il diario dei giorni 3/4/5/6/7/9/ giugno 2008 e del giorno 12 marzo 2009 durante i quali l'autrice ha avuto un doloroso aborto terapeutico e conseguente esaurimento nervoso; una raccolta di 10 documenti, a partire dal testo della legge 194/1978 fino a statistiche, considerazioni autorevoli sulla legge e altre testimonianze.

 

Laura ha fatto un aborto terapeutico "alla presenza di obiettori di coscienza per mancanza di personale adeguato" di un feto affetto da sindrome di Down, solo dopo il terzo mese perché, sia lei che il marito, desideravano questo secondo figlio.

Il diario in poche pagine presenta una "una catastrofe personale", dice nella prefazione la responsabile dell'UDI di Napoli Stefania Cantatore, che sarebbe stata evitata se Laura "fosse stata avvertita dei turni in ospedale degli obiettori e soprattutto se l'ospedale non avesse istituzionalmente vietato l'ingresso alla solidarietà femminile, sottratto competenze professionali di tipo psicologico, vessato il decorso post intervento di IVG".

 

(......)

 

Laura ha scritto nella introduzione "Ho deciso di dare alle stampe la mia esperienza nella speranza che la consapevolezza di ciò che è avvenuto a me ed ad altre possa servire a risvegliare le coscienze di chi dovrebbe operare per la salute di noi donne nel rispetto della legge 194". La Parachini su ciò è d'accordo ma Laura non doveva limitarsi a scrivere e pubblicare. Doveva fare una vera denuncia per omissione di assistenza e intitolare il libro "Abortire nella malasanità".

"Abortire tra gli obiettori" non inquadra totalmente la gravità di una persistente e crescente violazione della legge 194/78 e di una perseguibile deontologia professionale. Inoltre, per una sua personale formazione "radicale", è convinta che si può e si deve applicare correttamente la legge rispettando il diritto all'obiezione. Ci sono infatti motivi ideologici e professionali che determinano sia i falsi obiettori sia una scorretta e punitiva organizzazione del lavoro sanitario, penalizzando quindi i non obiettori e le donne. Bisogna denunciare per far capire ai medici che sono perseguibili per la mancata applicazione della legge 194 come per tutte le altre che tanto temono …..

 

Fa poi un elenco circostanziato di incongruità sia nell'interpretazione della legge sia negli interventi sanitari determinati da vera impreparazione del personale medico:

La mancanza di supporto psicologico, non sempre obbligatorio ma necessario nel caso di Laura.

Tutta la tragica normativa che viene imposta a Laura circa "il feto sopravvissuto a un aborto terapeutico a cui vengono riconosciuti gli stessi diritti di una persona, primi fra tutti quello alla rianimazione forzata …."a cui deve assistere Laura stessa dopo l'espulsione e che comporta prima l'iscrizione all'anagrafe di un feto chiamato Maria e poi la registrazione della morte il giorno seguente.

 

Il rifiuto della somministrazione di un analgesico per non ostacolare le contrazioni. Argomento frutto di ignoranza professionale in quanto alcuni antidolorifici consentono proprio il rilassamento dell'utero.

 La solitudine in cui è lasciata per tante ore Laura. Ormai negli ospedali non si considera più un intralcio la presenza di parenti o amici…-

 

Il travaglio sul lettino da parto e i rimproveri sulle perdite di sangue che sporcano……

 La visita del sacerdote….

Tutto è possibile nella totale impunità. La stessa Comunità europea ha denunciato l'Italia per la mancata applicazione della 194 ma niente cambia.

Il libro deve quindi essere apprezzato, conclude Francesca Koch, Presidente della Casa Internazionale delle Donne perché rende corale il dolore di Laura .

Infatti, a questo proposito ricorda l'attività di Simonetta Tosi, solo ritornando a momenti di consapevole socializzazione dei problemi si sradicheranno gli stereotipi che ancora ostacolano la libera scelta di maternità delle donne. Non si tratta quindi solo di malasanità ma di ancestrali punizioni per donne devianti.

Bisogna ripartire dal movimento, dalla dignitosa rivendicazione di autodeterminazione e dalla cancellazione delle facilitazioni di carriera per i medici obiettori.

 

Ines Valanzuolo

 

www.womenews.net

Laura Fiore, Abortire tra gli obiettori. la moderna inquisizione Prefazione di Stefania Cantatore, Tempesta Editore,

€ 13,00

 
 
 
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

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www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

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