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Messaggi del 25/04/2014

 
 

Italia oggi: a quanto pare la conclusione da trarre è una sola: l'impresa può uccidere, non ci saranno conseguenze.

Post n°8810 pubblicato il 25 Aprile 2014 da cile54

La Thyssenkrupp "sperava" nei miracoli, quindi pena ridotta...

Per il appresentante dell'accusa – il procuratore generale della Cassazione – alla Thyssenkrupp di Torino non è successo granché; solo una "grandissima sconsideratezza". Che poi siano morti in sette, per questo, è un problema secondario, come secondarie sono le condanne emesse dalla Corte d'appello, in secondo grado, che hammo cancellato l'accusa vera e propria: omicidio volontario.

I dirigenti e l'amministratore delegato responsabile dello stabilimento Thyssenkrupp, devono aver sorriso di soddisfazione sentendo le parole con cui il sostituto procuratore generale della Cassazione, Carlo Destro, ha escluso che si sia trattato di omicidio volontario e quindi la conferma delle miti condanne d'appello.

Il pg Destro ha chiesto anche di respingere anche i ricorsi degli imputati e di escludere 'Medicina Democratica' dalle parti civili. Più chiari di così non si potrebbe essere: le imprese non vanno disturbate mai, e le associazioni di professionisti che capiscono i problemi di cui si parla si “devono fare i fatti loro”. Non presentarsi come parte attiva in un processo.

"I manager e i dirigenti chiamati a vario titolo a rispondere della morte dei sette operai nello stabilimento Thyssenkrupp di Torino - ha sostenuto il pg Destro - facevano affidamento sulla capacità dei lavoratori di bloccare gli incendi che quasi quotidianamente si verificavano: chi agisce nella speranza di evitare un evento evidentemente, se l'evento si verifica, non può averlo voluto".

Sono parole criminali e criminogene; istigazione all'omicidio con la garanzia dell'impunità o quasi. Se, infatti, basta “la speranza” che gli operai stessi siano in grado di evitare gli incidenti che un'organizzazione del lavoro senza più manutenzione né misure di sicurezza provoca a getto continuo, non esiste più alcuna responsabilità dell'imprenditore o dei manager per quello che succede in azienda. Una specie di “io speriamo che ve la cavate”, perché tanto a me manager non di dirà niente nessuno. Tantomeno un giudice.

Era andata in modo completamente diverso in primo grado. Lì, il pm di Torino, Raffaele Guariniello, aveva ipotizzato, in capo agli imputati, la colpa per omicidio volontario.

Per il Pg, però, c'è stata – ripetiamolo, perché certe parole devono essere ricordate per sempre e scagliate in faccia sia a chi le ha pronunciate sia a chi le condividerà - una "grandissima sconsideratezza" nella gestione dello stabilimento della Thyssenkrupp di Torino dove "si è voluto continuare a produrre senza adeguate misure di sicurezza ma risparmiando quanto più possibile in vista dello smantellamento dell'impianto che sarebbe dovuto avvenire nel febbraio 2008, due mesi dopo il tragico rogo". Ovvero: per risparmiare quattro soldi Thyssenkrupp ha mandato avanti una baracca mortifera “sperando” che non accadesse niente. E ciò è considerato “normale” da un pubblico accusatore ai vertici della carriera!

Attorno alle 18 di oggi i giudici delle Sezioni Unite penali della Cassazione dovrebbero entrare in camera di consiglio per emettere il verdetto. E c'è qualcuno che filosofeggia persno sulla “monetizzazione” della morte. "I familiari dei sette operai morti nell'incendio sono stati da tempo risarciti con circa un milione di euro per gruppo familiare, una cifra che è quasi il doppio di quanto viene liquidato in questi casi". Lo ha reso noto l'avvocato Cesare Zaccone che in Cassazione difende la Thyssenkrupp.

Che probabilmente prenderà molto di più, senza riportare alcun danno – lui – dalla frequentazione con in manager dell'acciacieria.

 

25/4/2014 www.contropiano.org

 
 
 

Ieri Berlusconi e Bossi e oggi Renzi, sempre con l'appoggio di Berlusconi, opera lo stravolgimento della Costituzione

Post n°8809 pubblicato il 25 Aprile 2014 da cile54

25 aprile, "oggi ancora partigiani per difendere la Costituzione dall'aggressione Pd-Fi"

"Ieri partigiani oggi No Tav". E’ lo striscione che ieri stato esposto al passaggio del corteo del 25 aprile, a Torino, da un gruppo di attivisti del movimento che si oppone alla realizzazione della Torino-Lione. "Chiara, Mattia, Claudio, Nicolo' liberi", si poteva leggere ancora nel corso della manifestazione di ieri sera, che di fatto ha aperto le celebrazioni della Festa della Liberazione. Il riferimento è ai quattro attivisti in carcere con l'accusa di terrorismo. Sorvegliati a distanza da un ingente spiegamento di forze dell'ordine, i No Tav hanno anche scandito slogan come "giu' le mani dalla Val Susa". Dal palco è intervenuta Tati Almeida, dell'associazione Madri di Plaza deMayo, cittadina onoraria di Torino, che ha sottolineato con forza come "la liberta' e' un bene prezioso, e che “bisogna difenderla, perche' e' costata tanto sangue". L'intervengo della Almeida e' stato il piu' applaudito tra quelli che si sono succeduti al termine della fiaccolata.

Dal palco allestito nella centrale piazza Castello, la Almeida ha rivolto "un saluto particolare agli amati partigiani" e ha portato "l'abbraccio di solidarieta'" dei trentamila desaparecidos e delle loro madri per la Festa della Liberazione.

Oggi le commemorazioni del 25 aprile continueranno con vari appuntamenti a Milano, a Roma e a Bologna, dove interverrà il presidente della Camera Laura Boldrini.

Antifascismo", "Resistenza", "Salviamo la Costituzione". Sono i temi guida della manifestazione per il 25 aprile promossa dall'Anpi, sezione di Roma e del Lazio. L'appuntamento e' per le 9,30 di domattina al Colosseo (lato metro B), da dove partira' il corteo che terminera' a Porta San Paolo con gli interventi dei partigiani, delle associazioni e delle istituzioni. Invitati il sindaco di Roma, Ignazio Marino, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Un 25 aprile - spiegano i promotori - per ricordare la guerra di Liberazione dei partigiani che hanno combattuto per la liberta' di tutti gettando le basi della democrazia e contribuito ad edificare la Costituzione. Ma anche un momento di riflessione per le riforme costituzionali che si profilano". Il significato della Resistenza e dell'antifascismo, da tramandare alle nuove generazioni, "va cercato nella lotta alle ingiustizie sociali ed economiche, nelle lotte al razzismo, al sessismo; va cercato nel contrasto culturale a revisionismi e negazionismi, alle ideologie ed ai disvalori delle estreme destre che in Italia ed Europa ispirano movimenti populisti profondamente antidemocratici, antieuropei, fascisti e nazisti". Alla manifestazione hanno aderito Aned (Associazione nazionale ex deportati), Anei (Associazione nazionale ex internati), Anpc (Associazione nazionale partigiani cristiani), Anppia (Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti) e Fiap (Federazione italiana associazioni partigiane). Al corteo sarà presente anche Rifondazione comunista.

"Come vent'anni fa, in piazza a Milano contro chi vuole stravolgere la Costituzione, ieri Berlusconi e Bossi, oggi Renzi con l'appoggio di Berlusconi. Proprio nella giornata del 25 aprile - ha aggiunto - Ferrero- vogliamo denunciare in modo chiaro che i pericoli per la democrazia oggi non arrivano solo da destra ma anche da Renzi e dalla maggioranza del Pd, che ha fatto una alleanza con Berlusconi finalizzata proprio allo stravolgimento della Costituzione e alla definizione di una legge elettorale ultramaggioritaria che viola la sentenza della Corte Costituzionale ed è peggio - ha concluso - della Legge Acerbo varata dal fascismo dopo la marcia su Roma".

Fabrizio Salvatori

25/4/2014 www.controlacrisi.org

 
 
 
 
 
 

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(Gianni Rodari)

 

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G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

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