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Messaggi del 24/09/2014

 
 

Anche la scienza s'inchina facilmente ai meccanismi tribali del capitalismo? No, piuttosto è la scienza che produce affari

Post n°9043 pubblicato il 24 Settembre 2014 da cile54

Epatite C,ne ammazza più il mercato dei farmaci che il virus

 Daqualche settimana l’Egitto fornisce in ospedale il Sofosbuvir. Non è ancorachiaro quando sarà messo in vendita in farmacia e a quale prezzo, ma se staimale e ti fai ricoverare, lì non corri il rischio di morire. Viceversa inItalia, dove 600mila persone affette da infezione cronica da virus dell’epatiteC (HCV) di genotipo 1 rischiano la “pelle”, il tema fatica a farsi spazio tra idibattiti su Ballarò Renzi Clooney Camusso Renzi Armani gli immigrati sporchicattivi che tolgono il lavoro portano la tbc non pagano le tasse e intascano 40euro di mancia al giorno. Di fatto la soluzione a portata di mano per debellarequesta pericolosa malattia non rientra in nessuna agenda istituzionale. Cosìfino a stamane quando l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha espresso parerefavorevole per l’attivazione di un ‘programma di uso terapeutico di unmedicinale sottoposto a sperimentazione clinica’ nei pazienti affetti daepatite cronica C ad alto rischio di progressione della malattia. Si tratta delnuovo farmaco senza interferone prodotto dall’azienda AbbVie.

L’AbbVieha già presentato all’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) la richiesta diautorizzazione all’immissione in commercio per il suo regime sperimentale –completamente orale e privo di interferone – per il trattamento di pazientiadulti affetti da infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV) di genotipo1. Ora, la decisione dell’Aifa di consentire l’uso del nuovo medicinale neicasi più gravi. Ma che vuole dire tutto ciò? Semplice, spiegano alloSpallanzani di Roma: “Vuol dire che si è autorizzati a usarlo se lo compriall’estero o in qualche maniera lo rimedi in uso compassionevole”. Ovvero? “Seun medico riesce a ottenerlo almeno per i trapiantati che non possono fareInterferone”.

Benecosì. Intanto, è ancora aperta la discussione in merito all’altro farmaco diultima generazione che promette di sradicare il virus dell’epatite C nell’arcodi 12-24 settimane, il Sofosbuvir dell’azienda Gilead: il suo arrivo in Italiae in diversi Paesi europei e’ infatti ancora in discussione per il prezzo moltoalto, che si aggira sui 58mila euro a paziente. Il Sofosbuvir verra’ peròprodotto in versione low cost per 91 paesi in via di sviluppo. Ma per i malatiin Italia ci sono comunque ragioni di speranza: sono 700 i malati di epatite Cche hanno fatto gia’ domanda per ricevere il trattamento per usocompassionevole con Sofosbuvir, e che hanno ricevuto o riceveranno a brevissimola cura, ha annunciato nelle scorse settimane Luca Pani. In Italia, i pazientiche sono stati inclusi nel programma per l’uso compassionevole del Sofosbuvirsono complessivamente circa 1300.

Nemancano quindi altri 600, che sono ancora in attesa perche’ devono farnerichiesta. A ricevere il farmaco saranno anche i pazienti con carcinomaepatocellulare (HCC) e cirrosi compensata (MELD15) in lista d’attesa pertrapianto e che presentino una lesione del massimo diametro di 5 cm o almassimo tre lesioni, la maggiore delle quali con diametro sino a 3 cm.

InEuropa si stima siano nove milioni le persone con infezione da Hcv che, se nontrattata, può causare gravi danni al fegato, fra cui la cirrosi (le cicatricidell’infiammazione distruggono via via il fegato funzionante) e il tumore(carcinoma epatocellulare, in parte evoluzione negativa della cirrosi) alfegato. L’infezione da Hcv è, di conseguenza, anche la principale causa ditrapianto di fegato in Europa. E, per chi non è al corrente, un trapiantod’organo ha costi (tra intervento, rianimazione, degenza, farmaci anti-rigettoe complicanze varie) che superano i centomila euro in un servizio sanitarionazionale come il nostro. Questo per spiegare come un farmaco, seppur costoso,può rivoluzionare la situazione se come sembra azzera del tutto il virusdell’epatite C e può anche fare regredire situazioni avanzate di cirrosi. Sel’obiettivo è un Paese epatite C free, il costo vale la candela. E attenzioneai numeri: sebbene le nuove diagnosi di epatite C siano in calo, dal momentoche occorrono circa 20-30 anni prima che i sintomi si manifestino, si prevedeche tra il 2030 e il 2035 si verificherà un picco di casi di epatite C. Oggi,però, si è aperta finalmente la via di cure risolutive.

«È inatto una rivoluzione dopo quasi trent’anni di stallo – spiega al Corriere dellaSera Mario Rizzetto, epatologo delle Molinette di Torino -. Per questa malattiac’era negli scorsi anni solo l’interferone, cui alla fine degli anni ‘90 èstata aggiunta la ribavirina. Un trattamento empirico, di modesta efficacia, dilunga durata (da 24 a 48 settimane), con effetti collaterali tossici e a voltemolto gravi. Sono ora divenute disponibili almeno tre combinazioni di farmacicontro il virus dell’epatite C, capaci di guarire dal 93% al 99% dei pazientitrattati, senza distinzione di età, sesso, profilo patologico del fegato,genotipo del virus Hcv, fattori genetici dell’ospite. Per cicli di cura di sole8-12 settimane la risposta è ottima anche nei pazienti più difficili, sopra il94% in quelli che non hanno prima risposto all’interferone e del 90% in chi hagià una cirrosi in atto compensata». I farmaci in questione hanno già in alcunicasi nomi commerciali, come il sofosbuvir in combinazione con ledipasvir oppurel’ombitasvir in combinazione con dasabuvir, il simeprevir in variecombinazioni. Altri sono in avanzata fase di sperimentazione clinica e sononoti con sigle: come MK-5172 o MK-8742. Tutti si assumono per via orale, hannoscarsi effetti collaterali e richiedono una minima sorveglianza medicospecialistica. «Ne consegue – continua Rizzetto – che la gran maggioranza deipazienti con epatite cronica C è candidabile a una cura di facileamministrazione, rapida e senza problemi».

Perl’accesso a questi farmaci, però, c’è un forte ostacolo, sottolinea il serviziorealizzato dal quotidiano di via Solferino. L’aggiunta del ledipasvir osimeprevir aggraverà di certo la spesa, per non parlare dei controlli, testdiagnostici e visite mediche (nettamente minori di quelle previste per itrattamenti attuali). Anche se un’eventuale guarigione taglierebbe poi altriimportanti costi, diretti e indiretti, per epatiti, cirrosi, tumori. Fino aquelli di un eventuale trapianto. E mentre, in Italia, si affronta lo scoglioprezzo che deve tener conto di un servizio sanitario pronto alla sfida di“azzerare” del tutto l’epatite C, si è aperto un mercato per pazienti ricchi.Pericoloso quello virtuale delle farmacie online, più sicuro quello di SanMarino. Comunque quasi “illecito”, perché i nuovi farmaci ancora non sono statiautorizzati in Italia (scoglio prezzo da sciogliere entro il 19 giugno)dall’Aifa ma lo sono stati dall’agenzia europea (Ema).

Un’inchiestagiornalistica dell’agenzia AdnKronos, a firma Barbara Di Chiara, ha svelatoquesto mercato parallelo. Tre pazienti hanno ordinato uno dei nuovi farmaci, ilprimo in vendita negli Stati Uniti e in altri Stati europei (il sofocon), a SanMarino, due avevano già completato il ciclo di 3 confezioni. Costo: 19.000 euroa ciclo di cura (28 compresse da 400 milligrammi). Prima di spedire, lefarmacie della Repubblica del Titano richiedono un bonifico per procedere conl’ordine, e il saldo avviene nel momento del ritiro. Disponibilità in tutte lesei farmacie Sanmarinesi, ma occorrono comunque una o due settimane per averlo.Da evitare invece le farmacie virtuali, come la Indian Pharma Network: se vabene e non becchi il “pacco” ottieni, nel migliore dei casi, qualcosa di nongarantito per efficacia e sicurezza dirottato dal Canada.

Tutto ciò non sorprende considerando che si tratta di un nuovo mercato emergente, acui sono molto interessati anche gli usurai. Perché di pazienti disposti aindebitarsi per guarire dall’epatite C ve ne sono. Soprattutto chi ha lamalattia in fase molto avanzata e teme che l’attesa sia fatale. La criminalitàorganizzata poi sta fiutando un nuovo business. E’ ora di portare l’Egitto inItalia.

Pino di Maula

23/09/2014 www.ilrestomancia.info

 
 
 
 

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(Gianni Rodari)

 

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