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Messaggi di Settembre 2014

Italia oggi. Il mondo del lavoro abbandonato dai suoi storici referenti, per i diritti si affida a illuminati di terre lontane

Post n°9045 pubblicato il 26 Settembre 2014 da cile54

Ken Loachaveva ragione: illegittimo il licenziamento dei lavoratori Rear di Torino

KenLoach rifiutò un importante premio in solidarietà con loro. Ora arriva lasentenza della magistratura torinese che riconosce come illegittimi ilicenziamenti dei lavoratori Rear, la multiservizi presieduta dal politico PD,nonché Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mario Laus.

Eranostati licenziati “per insubordinazione”, perché si erano ribellati allaulteriore decurtazione di uno stipendio di cinque euro lordi l’ora. Adesso lasezione Lavoro della Corte d’Appello di Torino non solo conferma la sentenza diprimo grado per quanto riguarda il trattamento economico dei lavoratori  Rear (a cui veniva applicato un contrattoimproprio), ma sancisce che i licenziamenti avvennero senza giusta causa.

Dallaribellione di quei lavoratori, addetti al Museo nazionale del Cinema e alTorino Film Festival, era nato nel 2012 un caso che aveva oltrepassato iconfini nazionali: gli ex dipendenti Rear avevano infatti denunciato la lorocondizione di sfruttamento a Ken Loach, regista candidato a ricevere il Premioalla carriera per l’edizione del Torino Film Festival di quell’anno. Dopo averapprofondito tutta la vertenza, Loach era sceso in campo al loro fianco,chiedendo alla dirigenza del Festival e del Museo Nazionale del Cinema (entepubblico che aveva dato in appalto alla Rear la gestione di diversi servizi),di sanare quella situazione. “Il Museo è il primo datore di lavoro – sostenevaLoach – e se la gente lavora per loro con paghe da fame, se viene ingiustamentelicenziata, la responsabilità è del management del Museo e non possono scaricarlasu qualcun altro”.

Dopoil silenzio dei chiamati in causa, Loach decise infine di rifiutare ilprestigioso premio alla carriera, scelta che gli costò la cancellazione dellaprima italiana del suo film “La parte degli angeli” dal programma del TFF e la pressochéunanime condanna da parte del cinema italiano. Tanto per ricordare qualche“perla”, l’allora direttore artistico del festival, Gianni Amelio, definìquello di Loach “un gesto narcisistico con una punta di megalomania”; AlbertoBarbera, direttore del Museo di Torino e della Mostra del Cinema di Venezia,rimarcò: “Testone, scorretto nei nostri confronti, non ha voluto ammettere cheera stato mal informato (…) un conto è la coerenza con i propri ideali didifesa dei diritti dei lavoratori un altro è buttare in pasto ai giornali unaquestione pretestuosa”.

Perlasciare memoria di quella  “questionepretestuosa”, abbiamo deciso di farne un documentario, Dear Mr. Ken Loach, incui si ripercorre la lotta dei lavoratori e dove il regista – nella generositàche lo contraddistingue -  racconta inun’intervista il suo modo di intendere il cinema, il sindacato, la politica.

Orache la vicenda dei licenziati Rear ha trovato la sua risposta giudiziaria –quantomeno di secondo grado - chissà se arriverà invece qualche risposta daparte della politica, visto non solo l’importante ruolo istituzionale ricopertoda Laus nell’Assemblea piemontese (di cui, fra l’altro, risultava nel 2013 comeil consigliere più ricco), ma anche tutti i servizi gestiti dalla cooperativaRear in appalto per soggetti pubblici (“i primi datori di lavoro”, sottolineavaLoach), ad esempio nel settore della cultura o della sanità.

Forsenon c'è molto da essere fiduciosi, dato che giustizia sociale, etica e politicahanno preso strade sempre più divergenti ed il trasversale “partito deigarantisti” non si scompone più nemmeno per condanne penali passate ingiudicato.

Ailavoratori licenziati Rear il merito di aver sostenuto una lotta per ladignità, propria e di tanti altri sfruttati. Tuttavia non sarà certo ilriconoscimento di un indennizzo in denaro (a chi 8, a chi 10 mensilità) acambiare loro l’esistenza. Altro sarebbe stato ritornare nel posto di lavoro atesta alta, reintegrati a pieno titolo vista l’ingiusta causa dellicenziamento.

Intantol'attuale esecutivo, con in testa presidente del Consiglio  (dello stesso partito del presidente dellaRear) prepara una bella svolta per tutti i nuovi assunti: “tutele”crescenti….che si sgonfieranno come un soufflé mal riuscito quando, al fatidicotraguardo dell’elargizione di qualche diritto, si verrà licenziati -  senza causa alcuna – per far posto ad altracarne da macello.

Fonte:www.today.it/blog/

 
 
 
 
 

Anche la scienza s'inchina facilmente ai meccanismi tribali del capitalismo? No, piuttosto è la scienza che produce affari

Post n°9043 pubblicato il 24 Settembre 2014 da cile54

Epatite C,ne ammazza più il mercato dei farmaci che il virus

 Daqualche settimana l’Egitto fornisce in ospedale il Sofosbuvir. Non è ancorachiaro quando sarà messo in vendita in farmacia e a quale prezzo, ma se staimale e ti fai ricoverare, lì non corri il rischio di morire. Viceversa inItalia, dove 600mila persone affette da infezione cronica da virus dell’epatiteC (HCV) di genotipo 1 rischiano la “pelle”, il tema fatica a farsi spazio tra idibattiti su Ballarò Renzi Clooney Camusso Renzi Armani gli immigrati sporchicattivi che tolgono il lavoro portano la tbc non pagano le tasse e intascano 40euro di mancia al giorno. Di fatto la soluzione a portata di mano per debellarequesta pericolosa malattia non rientra in nessuna agenda istituzionale. Cosìfino a stamane quando l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha espresso parerefavorevole per l’attivazione di un ‘programma di uso terapeutico di unmedicinale sottoposto a sperimentazione clinica’ nei pazienti affetti daepatite cronica C ad alto rischio di progressione della malattia. Si tratta delnuovo farmaco senza interferone prodotto dall’azienda AbbVie.

L’AbbVieha già presentato all’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) la richiesta diautorizzazione all’immissione in commercio per il suo regime sperimentale –completamente orale e privo di interferone – per il trattamento di pazientiadulti affetti da infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV) di genotipo1. Ora, la decisione dell’Aifa di consentire l’uso del nuovo medicinale neicasi più gravi. Ma che vuole dire tutto ciò? Semplice, spiegano alloSpallanzani di Roma: “Vuol dire che si è autorizzati a usarlo se lo compriall’estero o in qualche maniera lo rimedi in uso compassionevole”. Ovvero? “Seun medico riesce a ottenerlo almeno per i trapiantati che non possono fareInterferone”.

Benecosì. Intanto, è ancora aperta la discussione in merito all’altro farmaco diultima generazione che promette di sradicare il virus dell’epatite C nell’arcodi 12-24 settimane, il Sofosbuvir dell’azienda Gilead: il suo arrivo in Italiae in diversi Paesi europei e’ infatti ancora in discussione per il prezzo moltoalto, che si aggira sui 58mila euro a paziente. Il Sofosbuvir verra’ peròprodotto in versione low cost per 91 paesi in via di sviluppo. Ma per i malatiin Italia ci sono comunque ragioni di speranza: sono 700 i malati di epatite Cche hanno fatto gia’ domanda per ricevere il trattamento per usocompassionevole con Sofosbuvir, e che hanno ricevuto o riceveranno a brevissimola cura, ha annunciato nelle scorse settimane Luca Pani. In Italia, i pazientiche sono stati inclusi nel programma per l’uso compassionevole del Sofosbuvirsono complessivamente circa 1300.

Nemancano quindi altri 600, che sono ancora in attesa perche’ devono farnerichiesta. A ricevere il farmaco saranno anche i pazienti con carcinomaepatocellulare (HCC) e cirrosi compensata (MELD15) in lista d’attesa pertrapianto e che presentino una lesione del massimo diametro di 5 cm o almassimo tre lesioni, la maggiore delle quali con diametro sino a 3 cm.

InEuropa si stima siano nove milioni le persone con infezione da Hcv che, se nontrattata, può causare gravi danni al fegato, fra cui la cirrosi (le cicatricidell’infiammazione distruggono via via il fegato funzionante) e il tumore(carcinoma epatocellulare, in parte evoluzione negativa della cirrosi) alfegato. L’infezione da Hcv è, di conseguenza, anche la principale causa ditrapianto di fegato in Europa. E, per chi non è al corrente, un trapiantod’organo ha costi (tra intervento, rianimazione, degenza, farmaci anti-rigettoe complicanze varie) che superano i centomila euro in un servizio sanitarionazionale come il nostro. Questo per spiegare come un farmaco, seppur costoso,può rivoluzionare la situazione se come sembra azzera del tutto il virusdell’epatite C e può anche fare regredire situazioni avanzate di cirrosi. Sel’obiettivo è un Paese epatite C free, il costo vale la candela. E attenzioneai numeri: sebbene le nuove diagnosi di epatite C siano in calo, dal momentoche occorrono circa 20-30 anni prima che i sintomi si manifestino, si prevedeche tra il 2030 e il 2035 si verificherà un picco di casi di epatite C. Oggi,però, si è aperta finalmente la via di cure risolutive.

«È inatto una rivoluzione dopo quasi trent’anni di stallo – spiega al Corriere dellaSera Mario Rizzetto, epatologo delle Molinette di Torino -. Per questa malattiac’era negli scorsi anni solo l’interferone, cui alla fine degli anni ‘90 èstata aggiunta la ribavirina. Un trattamento empirico, di modesta efficacia, dilunga durata (da 24 a 48 settimane), con effetti collaterali tossici e a voltemolto gravi. Sono ora divenute disponibili almeno tre combinazioni di farmacicontro il virus dell’epatite C, capaci di guarire dal 93% al 99% dei pazientitrattati, senza distinzione di età, sesso, profilo patologico del fegato,genotipo del virus Hcv, fattori genetici dell’ospite. Per cicli di cura di sole8-12 settimane la risposta è ottima anche nei pazienti più difficili, sopra il94% in quelli che non hanno prima risposto all’interferone e del 90% in chi hagià una cirrosi in atto compensata». I farmaci in questione hanno già in alcunicasi nomi commerciali, come il sofosbuvir in combinazione con ledipasvir oppurel’ombitasvir in combinazione con dasabuvir, il simeprevir in variecombinazioni. Altri sono in avanzata fase di sperimentazione clinica e sononoti con sigle: come MK-5172 o MK-8742. Tutti si assumono per via orale, hannoscarsi effetti collaterali e richiedono una minima sorveglianza medicospecialistica. «Ne consegue – continua Rizzetto – che la gran maggioranza deipazienti con epatite cronica C è candidabile a una cura di facileamministrazione, rapida e senza problemi».

Perl’accesso a questi farmaci, però, c’è un forte ostacolo, sottolinea il serviziorealizzato dal quotidiano di via Solferino. L’aggiunta del ledipasvir osimeprevir aggraverà di certo la spesa, per non parlare dei controlli, testdiagnostici e visite mediche (nettamente minori di quelle previste per itrattamenti attuali). Anche se un’eventuale guarigione taglierebbe poi altriimportanti costi, diretti e indiretti, per epatiti, cirrosi, tumori. Fino aquelli di un eventuale trapianto. E mentre, in Italia, si affronta lo scoglioprezzo che deve tener conto di un servizio sanitario pronto alla sfida di“azzerare” del tutto l’epatite C, si è aperto un mercato per pazienti ricchi.Pericoloso quello virtuale delle farmacie online, più sicuro quello di SanMarino. Comunque quasi “illecito”, perché i nuovi farmaci ancora non sono statiautorizzati in Italia (scoglio prezzo da sciogliere entro il 19 giugno)dall’Aifa ma lo sono stati dall’agenzia europea (Ema).

Un’inchiestagiornalistica dell’agenzia AdnKronos, a firma Barbara Di Chiara, ha svelatoquesto mercato parallelo. Tre pazienti hanno ordinato uno dei nuovi farmaci, ilprimo in vendita negli Stati Uniti e in altri Stati europei (il sofocon), a SanMarino, due avevano già completato il ciclo di 3 confezioni. Costo: 19.000 euroa ciclo di cura (28 compresse da 400 milligrammi). Prima di spedire, lefarmacie della Repubblica del Titano richiedono un bonifico per procedere conl’ordine, e il saldo avviene nel momento del ritiro. Disponibilità in tutte lesei farmacie Sanmarinesi, ma occorrono comunque una o due settimane per averlo.Da evitare invece le farmacie virtuali, come la Indian Pharma Network: se vabene e non becchi il “pacco” ottieni, nel migliore dei casi, qualcosa di nongarantito per efficacia e sicurezza dirottato dal Canada.

Tutto ciò non sorprende considerando che si tratta di un nuovo mercato emergente, acui sono molto interessati anche gli usurai. Perché di pazienti disposti aindebitarsi per guarire dall’epatite C ve ne sono. Soprattutto chi ha lamalattia in fase molto avanzata e teme che l’attesa sia fatale. La criminalitàorganizzata poi sta fiutando un nuovo business. E’ ora di portare l’Egitto inItalia.

Pino di Maula

23/09/2014 www.ilrestomancia.info

 
 
 
 
 

L'Europa, con il sostegno attivo del governo Renzi vuole commercializzare tutta la nostra vita. Fermiamoli in tempo!

Post n°9041 pubblicato il 21 Settembre 2014 da cile54


Il TTIP, ( Transatlantic Trade Investment Partnership,  il trattato in atto tra Usa e UE)  è la prefigurazione di un nuovo ordine mondiale nel quale il ruolo della politica e di tutte le istituzioni elettive viene marginalizzato e di fatto: esternalizzato.

La sostanza di quanto verrà ratificato con il TTIP è un enorme processo di privatizzazione di tutto ciò che è pubblico è bene bene comune e di ciò che è politica e  istituzione. Questa è già una tendenza in atto.

Lo è e forse le riforme dell'Europa e quelle di Renzi andrebbero lette come una anticipazione del TTIP.

A Roma il 10 Ottobre volantinaggio di lancio della giornata. Per l’appuntamento controlla regolarmente questa pagina

Volantina anche tu: scarica e stampa volantini e flyer a questa pagina

Coinvolgi la tua amministrazione locale: chiedi che approvino una MOZIONE DI SFIDUCIA contro il TTIP.
Scarica il modello Bozza di Mozione STOP TTIP sett 14_2

A Milano l’11 Ottobre un Seminario Nazionale di STOP TTIP nell’ambito del Forum dei Popoli Asia-Europa

A Roma il 14 Ottobre presidio in occasione del seminario sul TTIP promosso dal Governo Italiano

A ROMA ASSEMBLEA NAZIONALE 8 NOVEMBRE ORE 10-18 VIA GALILEI 55 (a 200 mt dalla fermata metro MANZONI)

il volantino dell’iniziativa flyer stop ttip italia ASSEMBLEA WEB

In questa pagina l’aggiornamento in tempo reale di tutti gli eventi in programma.

Segnala la tua iniziativa o l’adesione alla campagna a questa email stopttipitalia@gmail.com

 

L’appello europeo alla mobilitazione;

 

STOP TTIP: DIFENDIAMO DIRITTI E BENI COMUNI

Società civile, sindacati, contadini associazioni e gruppi di attivisti di base di tutta Europa lanciano insieme un appello per fare dell’11 Ottobre una giornata di azione per fermare i negoziati TTIP, CETA, TISA e tutti gli altri negoziati di liberalizzazione commerciale in corso e per promuovere politiche commerciali alternative, che mettano i diritti, il governo dei popoli e l’ambiente al primo posto.

Il TTIP (Partenariato Transatlantico sugli scambi e sugli investimenti tra Usa e Ue) e il CETA (Accordo commerciale comprensivo tra Canada e UE) sono gli esempi più significativi di come le politiche commerciali e di investimento si stanno negoziando in modo antidemocratico e nel solo interesse delle grandi imprese. I negoziati in corso sono segreti, con poche informazioni disponibili per un controllo pubblico del loro andamento, consentendo così alle lobby corporative una sempre maggiore influenza su di essi.

Qualora tali accordi vadano avanti, le multinazionali avranno il diritto esclusivo di citare in giudizio i governi di fronte ad arbitrati commerciali internazionali indipendenti dai sistemi giuridici nazionali ed europei. Essi ridurranno gli standard di salute e di sicurezza nel tentativo di “armonizzare” le regole al di qua e al di là dell’Atlantico e minando la capacità di governi nazionali e autorità locali di impedire le pratiche commerciali (ma non solo) pericolose come il fracking  o l’uso di OGM. Questi trattati inducono la svendita dei servizi pubblici essenziali e forzano i diritti sociali e quelli dei lavoratori ad una corsa al ribasso.

L’Unione europea è il laboratorio in cui le lobby corporative sperimentano la possibilità di sottrarre ai popoli ed ai cittadini ogni facoltà decisionale, trasferendola ad organismi sovranazionali oligarchici a quelle lobby asserviti. Queste politiche sono strettamente legate al progressivo smantellamento degli standard sociali e spingono verso la privatizzazione dei servizi pubblici, in nome di slogan quali “austerità”, “crisi politica” e aumentare la “competitività”.

La giornata di azione renderà il nostro dissenso pubblicamente visibile per le strade d’Europa. Porteremo il dibattito su queste politiche nell’arena pubblica, da cui la Commissione europea ei governi europei cercano di tenerlo lontano. Promuoveremo le nostre alternative per politiche economiche diverse.

Siamo solidali con i cittadini e gruppi di tutto il mondo che condividono le nostre preoccupazioni per l’ambiente, i diritti sociali, la democrazia. TTIP / CETA / TISA e altri analoghi accordi commerciali saranno fermati dall’energia con la quale noi cittadini d’Europa, Canada e Stati Uniti riusciremo a far sentire la nostra voce.

Invitiamo le organizzazioni, gli individui e le alleanze a partecipare alla giornata organizzando azioni autonome decentrate in tutta Europa. Accogliamo con favore la diversità delle tattiche e le azioni di solidarietà da tutto il mondo che ci aiuteanno a informare, coinvolgere e mobilitare il maggior numero di persone possibile a livello locale.

Possiamo vincere questa battaglia. Insieme, sconfiggiamo il potere delle corporations!

 Il sito della campagna: www.stop-ttip-Italia.net

 
 
 
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

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notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

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www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

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