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Instancabile sperimentazione con la materia, con la forma e con lo spazio.

Lei in  posa è come le sue opere, un assemblaggio strutturale di genio e “ucrainicità”. Gaudio, dunque per la storica artista Louise Nevelson, figura rivoluzionaria dell’astrazione americana in rassegna a Venezia.

La 59esima Biennale d’arte di Venezia condotta da Cecilia Alemani, prima donna direttrice, “omaggia” l’artista  – all’interno del concept dedicato a una visione di re-incantesimo del mondo, onirica e femminile  “Il Latte dei Sogni” e ispirato alla pittrice surrealista Leonora Carrington –  con una ampia rassegna articolata in nove sale del secondo piano delle Procuratie Vecchie affacciate su Piazza San Marco. Sarà la più  approfondita rassegna realizzata in Italia dal 2013: vi saranno esposte le celebri e monumentali sculture dipinte e i suoi importanti collage, a rappresentare l’approccio unico e distintivo dell’artista all’astrazione e all’assemblaggio.

Un evento eccezionale Procuratie Vecchie,  per la prima volta in 500 anni di storia una grande parte dell’edificio verrà aperta al pubblico, al termine di un lungo restauro guidato da David Chipperfield Architects Milan, che è anche advisor della mostra.

La mostra – Evento Collaterale della 59 –  è curata da Julia Bryan-Wilson, docente di Arte Moderna e Contemporanea a Berkeley, Università della California e tra i massimi esperti del lavoro dell’artista, Julia Bryan-Wilson pubblicherà nel 2023 una monografia su Louise Nevelson con la Yale University Press.

Cuore dell’esposizione saranno le sculture di grandi dimensioni in legno dipinto, pezzi iconici della produzione della Nevelson e le sue sculture bianche – Dawn’s Presence – Three (1975) e rari lavori color oro, The Golden Pearl (1962).
Il percorso sottolinea la relazione tra il lavoro della Nevelson come scultrice e la sua pratica – durata tutta la vita – dedicata ai collage e agli assemblaggi da parete. Un processo creativo – per il quale la critica italiana Carla Lonzi usò le parole “distruzione e trasfigurazione” – ma anche sul suo interesse per materiali non convenzionali come legno grezzo, metallo, cartone, carta vetrata, pellicola di alluminio.

Nata in Ucraina (vicino a Kiev) nel 1899 dopo essersi trasferita a New York nel 1920,  studiò presso la Art Students League e negli anni Trenta fu assistente di Diego Rivera. A seguito dei suoi viaggi in Guatemala e in Messico  per conoscere l’arte precolombiana iniziò a creare le sue prime sculture in legno.

Nel corso dei quattro decenni successivi, la Nevelson divenne una tra gli artisti più rivoluzionari degli Stati Uniti, facendosi conoscere per le grandi sculture monocromatiche in legno composte da multipli elementi astratti, spesso disposti in griglie di compartimenti geometrici. Profondamente legate ai risultati del Cubismo e del Costruttivismo, le opere della Nevelson incorporano combinazioni inaspettate di forme e di materiali. Così pure gli assemblage, i collage e i lavori di gioielleria nascevano in relazione profonda con il suo lavoro scultoreo. Di fatto tutta la sua pratica riflette una instancabile sperimentazione con la materia, con la forma e con lo spazio.

Procuratie Vecchie di Piazza San Marco fino all’ 11 settembre 2022 louisenevelsonvenice.com

 


INFO UTILI

Louise Nevelson alla 59 Biennale dell’arte di Veneziaultima modifica: 2022-06-14T23:49:13+02:00da Dizzly