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PROFUMO DI LEGGERE COMPLICAZIONI

Post n°188 pubblicato il 18 Novembre 2007 da Akilleys
 

Vedo profilarsi all'orizzonte una vicenda di cui lei sarà l'epicentro, signor Akilleys.
Non protesti, è praticamente inevitabile.*


Già appena eletto come rappresentante dei lavoratori all'interno della mia azienda, subodoravo il sapido profumo di leggere complicazioni.

Comunque, dopo aver accettato tale incarico, e aver avuto l'onore di condividere la prima riunione con la direzione, mi posso permettere di dare alcuni consigli a chi come me si trovasse per caso ad affrontare una tale situazione:

1) Se per esempio un direttore a caso ti raccontasse che quando era operaio, lui lavorava tanto per l'azienda, si impegnava, dava tanto per la causa, e c'era invece della gente cattiva e malvagia che non si impegnava come lui, ma che riceveva un premio produzione uguale al suo, guardalo con occhi ammirati.
Poi commuoviti con lui, giacchè lui ha sofferto, e dì che sei là per porre rimedio a tutte le ingiustizie di cui è stato vittima nella sua triste vita. Digli che gli darai assoluta carta bianca per le sue decisioni, e che in caso sarai disposto volentieri a far da capro espiatorio in sua vece se spuntassero poi dei problemi, come peraltro già da lui stabilito.

2) Sempre se un direttore ti chiedesse di chi è il merito del raggiungimento degli obiettivi in azienda, se del manager che prende le decisioni o dell'operaio che monta la macchina, continua a guardarlo con ammirazione.
Sentenzia poi che non esistono obiettivi raggiunti senza buoni manager. Aggiungi inoltre che in un mondo perfetto il premio di produzione aziendale dovrebbe andar interamente a lui, possibilmente con una cerimonia di proclamazione ufficiale, visto che in effetti solo suo è il merito di ogni successo aziendale. Finisci col dire che tutti noi si sarebbe persi senza la sua saggia guida.

3) In caso un direttore (sempre a caso) ti spingesse per conferire tale premio in proporzione allo stipendio del dipendente, e avesse inoltre la bontà di spiegarti che un manager non se ne fa nulla di un premio dello stesso tenore di quello di un operaio -dato che è abituato a guadagnare molti soldini in più-, ammiralo con tutte le tue forze.
Poi annuendo vistosamente afferma che la sua logica è coerente, sensata ed ineccepibile, ed aggiungi che è proprio giusto che al mondo ci siano persone che meritano più soldi di altre, e che lui è sicuramente tra queste. Proponi anzi tu stesso di fare in modo che gli operai siano messi al corrente che non ci sarà mai più un premio produzione, mentre questo invece sarà interamente dirottato nelle sue più che giustamente capienti tasche.

4) Se un direttore subito dopo averti detto che l'azienda vuole premiare i dipendenti volenterosi in ogni modo possibile, ti dicesse che tutte le trasferte che l'azienda ti chiede per andare a vedere le fiere non ti verranno pagate, con i tuoi occhi abbraccialo ammirato.
Poi inchinati di fronte alla sua capacità di discernimento, e afferma che -come lui vuole- comunicherai al mondo intero con grande entusiasmo la buona novella, ed anzi subito dopo ritornerai a lui portandogli i nomi di coloro che non saranno granchè d'accordo con tutto ciò, in modo che possano subire consone rappresaglie.

5) Se un direttore ti rivelasse fatti personali riguardanti il rapporto tra altri dipendenti e l'azienda, ringrazialo delle confidenze col tuo sguardo denso d'ammirazione.
Successivamente afferma che è proprio un bene che ci sia lui a diffondere le giuste verità all'interno dell'azienda, in modo tale che i cattivi dipendenti, e specialmente quelli che lui coglie in errore, abbiano il fatto loro, e che i loro colleghi sappiano che non sono graditi. Domandagli se metà del tuo stipendio può andare a lui alla fine del mese, giacchè se lo merita proprio.

6) Se un direttore ti chiedesse cosa dovrebbe fare nel caso un dipendente andasse da lui a lamentarsi per i ritardi di un'altro dipendente, soffermati su di lui estaticamente ammirato.
Poi dì che condividi con lui le sue pene, e che è giusto che chiunque giunga nel suo ufficio a lamentarsi di quello che è l'operato degli altri. Specifica inoltre che se vuole la prossima volta che succede andrai anche tu ad ascoltare tali lamentele per poi dare al dipendente lamentone ogni possibile supporto, come è giusto che sia.

7) Se un direttore ostentasse pubblicamente la sua capacità di decretare la morte reddituale di un dipendente, non concedendogli il rinnovo del contratto perchè qualche volta arriva in ritardo di un minuto o due la mattina, guardalo colmo di strabordante, incontenibile ammirazione.
Poi afferma di essere estasiato da un tale sfoggio di maschia potenza in terra, e con un sincero entusiasmo aggiungi che è davvero un bene che siano concesse a lui le chiavi del paradiso, giacchè nessun altro saprebbe farne così buon uso. La giustizia ha un volto a questo mondo, finalmente.


Purtroppo, il mondo è stato con me molto ingiusto, perchè nessuno mi ha mai dato consigli del genere: e quindi posto di fronte a certe situazioni ho espresso liberamente il mio parere. Lo so, lo so: talvolta posso essere di una ingenuità sconfortante, è un appunto che mi fanno in molti.
Così è stata sufficiente una sola riunione per far sì che la direzione mi chiamasse a rapporto e domandasse le mie dimissioni da rappresentante dei lavoratori.

Tutto ciò è alquanto demoralizzante: pensavo che mi avrebbero retto almeno 4 o 5 riunioni. Anche le ragazze con cui mi capita talvolta di uscire (OK, sempre in amicizia e sforzandosi magari un po'...) riescono a sopportarmi di più.
Purtuttavia, sembra che i miei elettori -ai quali per correttezza ho rimesso il mio mandato- non siano molto propensi a voler qualcun altro come loro rappresentante.

Io sto insistendo nel far loro notare che potrebbe essere deleterio aver come delegato una persona invisa alla dirigenza e che inoltre esprime liberamente il proprio pensiero (tra l'altro pensiero akillyneo...). Anzi ho detto loro che si prendano alcuni giorni per pensarci davvero molto bene.
Io spero che mi ascoltino, altrimenti non la vedo mica molto bene...


* il mio neurone -che mantiene sempre un tono formale nei miei confronti- ora non fa più nemmeno la fatica di esprimersi con parole sue. Lo perdoni, signor Pennac.

 
 
 
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