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Il triangolo nero

Post n°203 pubblicato il 15 Novembre 2007 da falco58dgl
 

Alcuni bloggers scrittori  -che intervengono in buona parte su "Nazione Indiana" (Gianni Biondillo, Helena Janeczek, Antonio Scurati)-  e su spazi web di narrativa online (Loredana Lipperini, Wu Ming, tra altri) hanno pubblicato oggi un appello-petizione  contro la violenza su rom, rumeni e donne.

E' un manifesto appassionato e animato da passione civile. Su alcuni punti sono totalmente d'accordo, su altri (i dati che occultano l'aumento della criminalità tra gli immigrati) meno. Ritengo che l'aumento di reati commessi dai cittadini immigrati sia un problema reale, ma credo anche che non si possa reagire a questo fenomeno con espulsioni indiscriminate, abbattimento di campi rom, criminalizzazione di interi popoli e  squadracce fasciste impegnate nella caccia all'uomo.

Riporto l'inizio  e la fine dell'appello:

"La storia recente di questo paese e’ un susseguirsi di campagne d’allarme, sempre piu’ ravvicinate e avvolte di frastuono. Le campane suonano a martello, le parole dei demagoghi appiccano incendi, una nazione coi nervi a fior di pelle risponde a ogni stimolo creando “emergenze” e additando capri espiatori.
Una donna e’ stata violentata e uccisa a Roma. L’omicida e’ sicuramente un uomo, forse un rumeno. Rumena e’ la donna che, sdraiandosi in strada per fermare un autobus che non rallentava, ha cercato di salvare quella vita. L’odioso crimine scuote l’Italia, il gesto di altruismo viene rimosso.
Il giorno precedente, sempre a Roma, una donna rumena e’ stata violentata e ridotta in fin di vita da un uomo. Due vittime con pari dignita’? No: della seconda non si sa nulla, nulla viene pubblicato sui giornali; della prima si deve sapere che e’ italiana, e che l’assassino non e’ un uomo, ma un rumeno o un rom.
Tre giorni dopo, sempre a Roma, squadristi incappucciati attaccano con spranghe e coltelli alcuni rumeni all’uscita di un supermercato, ferendone quattro. Nessun cronista accanto al letto di quei feriti, che rimangono senza nome, senza storia, senza umanita’. Delle loro condizioni, nulla e’ piu’ dato sapere.
[...]
Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere indifferenti. Non ci appartengono il silenzio, la rinuncia al diritto di critica, la dismissione dell’intelligenza e della ragione.
Delitti individuali non giustificano castighi collettivi.
Essere rumeni o rom non e’ una forma di “concorso morale”.
Non esistono razze, men che meno razze colpevoli o innocenti.
Nessun popolo e’ illegale."

Chi volesse firmare la petizione può farlo qui 

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Commenti al Post:
Gioiasole
Gioiasole il 15/11/07 alle 23:29 via WEB
"Delitti individuali non giustificano castighi collettivi": niente di più vero e giusto, umano, così facilmente comprensibile. Ovvio, dovrei dire. Eppure sembra che questo sia il solo sistema, il castigo collettivo, che l'uomo sembra trovare, per avere l'illusione di porre rimedio a qualcosa che sfugge al suo controllo. Qui sopra ho letto cose che già sapevo e molte di cui non ero a conoscenza. La paura, a volte, è figlia dell'ignoranza: un'ignoranza coltivata e concimata da quello che giornali e televisione scelgono di farci vedere o leggere. E abbiamo dimenticato cosa sia stata la vita dei nostri nonni - padri - al tempo della 'nostra' immigrazione. Dimentichiamo, perchè ci fa comodo, come ci vede tuttora il mondo: mafiosi, ladri e suonatori di mandolino nullafacenti. Nessun popolo è illegale: quello che facciamo noi, colpendo tutti gli emigranti indiscriminatamente, è illegale e disumano. Grazie, Wri. Gioia
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/11/07 alle 00:01 via WEB
Gioia, il tuo commento mi sembra nobile e recupera scampoli di memoria che troppo spesso tendiamo a smarrire. Certo, la coesistenza con quasi tre milioni di immigrati arrivati nel nostro paese alla ricerca di lavoro e di una vita migliore non è facile. Non è facile soprattutto per un paese che tende a dimenticare il suo passato recente ed eleva muri di indifferenza e di egoismo. Però la società futura sarà sempre più multiculturale e "meticcia": nessun popolo è illegale, come è scritto nell'appello. Un abbraccio. W.
 
unadonnaperAMICAdgl
unadonnaperAMICAdgl il 16/11/07 alle 08:18 via WEB
Ho firmato la petizione perchè non tollero le ingiustizie e io mi sento uguale al mio vicino di casa... ma anch'io in questa Italia che non mi da più nessuna sicurezza voreri avere qualche "sicurezza"... mia madre è anziata, vive nel terrore che qualcuno entri in casa... più dignità per tutti e soprattutto non possiamo accogliere tutti quando non c'è posto neanche per chi è nato qui... 27 anni fa una mia amica era in Svizzera a lavorare, aspettava un bambino, cercava casa, nessuno le affittò una casa dignitosa, perchè Italiana e gravida...(e aveva un regolare lavoro che la tenne occupata fino a 2 giorni prima del parto)... forse appunto perchè non dimentichiamo chi è partito per chissà dove (Friuli era la patria dell'immigrazione)che diventiamo intolleranti verso chi è prepotente e invadente (tanto per essere gentili). Scusa lo sfogo... Grazie
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/11/07 alle 13:23 via WEB
Donna amica, credo che i problemi derivino proprio da questa mancanza di sicurezza e di stabilità che segnali. Negli ultimi 20 anni in Italia, lo stato sociale si è indebolito, le pensioni sono diminuite, la ricchezza accumulata ha iniziato a scendere, molte famiglie hanno problemi con i mutui delle case e sono aumentati i pignoramenti. Se a questo aggiungiamo che gli stranieri immigrati sono passati da uno a tre milioni negli ultimi 10 anni, il quadro diventa complicato e genera difficoltà nel rapporto con chi viene da fuori. Credo che non più dell'1% delle comunità immigrate siano composte da delinquenti, ma la percezione del rischio può oscurare il lavoro del 99% che in italia si comporta correttamente. Ciao, un abbraccio. W.
 
   
santiago.gamboa
santiago.gamboa il 17/11/07 alle 18:07 via WEB
Parole sante Writer, adesso ci sto anche io tra i firmatari. Sbirciando nell'elenco ho trovato nomi soliti e meno soliti (oltre quelli da te segnalati ad hoc per la loro presenza in rete) molte sono le persone da me direttamente conosciute o ascoltate o lette - segnalo, tra gli altri, questi personaggi del mondo letterario, della cultura e dello spettacolo come: Alessandro Bertante, Valerio Evangelisti, Bernardo Bertolucci, Enrico Brizzi, Massimo Carlotto, Erri De Luca, Marcello Fois, Enrico Ghezzi, Gad Lerner, Claudio Lolli, Carlo Lucarelli, Gianfranco Manfredi, Giulio Mozzi, Moni Ovadia, Valeria Parrella, Christian Raimo, Franca Rame, Carola Susani, Sandro Veronesi, Marco Vichi, Simona Vinci, Yo Yo Mundi. Pongo una domanda per riflettere: SE CI SENTIAMO GIUSTAMENTE INSICURI DI FRONTE A UN CAMPO NOMADI, PERCHE' CI SENTIAMO SICURI QUANDO SIAMO IN AUTO O IN MOTORINO O BICICLETTA... O ANCHE A PIEDI? PERCHE' CI SENTIAMO SICURI QUANDO LA VIOLENZA E' APPORTATA TRA LE MURA DOMESTICHE? potrei continuare ancora per molto con altri esempi ben più pericolosi e numerosi rispetto alle violenze perpetrate da NON-ITALIANI, ma evito. La paura, quella pilotata maggiromente, oscura la ragione ...e c'è ancora chi approfitta di questo sonno per i propri scopi ignobilmenmte interessati. Un saluto, gf
 
     
falco58dgl
falco58dgl il 18/11/07 alle 01:12 via WEB
Secondo me, in Italia c'è un clima di forte insicurezza che nasce dall'allentarsi dei vincoli di solidarietà e relazione, dal lavoro precario, dalla maggiore esposizione di settori consistenti della popolazione a rischi di povertà. Rispetto alla fine degli anni '70, sembra di vivere proprio su un altro pianeta: poche speranze nel futuro, grande difficoltà delle giovani generazioni a ritagliarsi uno spazio di autonimia, orizzonti ideali quasi inesistenti e una paura dell'oggi e del domani crescente. In questo quadro, è facile trovare capri espiatori e i nomadi, gli immigrati diventano lo schermo su cui proiettiamo i nostri timori. Poi, come hai sottolineato, c'è qualcuno che strumentalizza questa insicurezza per fini politici o giornalistici. Ciao. W.
 
il_presidente77
il_presidente77 il 16/11/07 alle 10:39 via WEB
Mi permetto per non lo avesse ancora letto di riportare una delle ultime dichiarazioni pubbliche di don Oreste Benzi, che è rimbalzato molto in rete tra i blog: «Chi non rimane sconvolto, addolorato, sdegnato venendo a conoscere ciò che il giovane romeno ha fatto alla povera Giovanna Reggiani? Al di là dell’emozione bisogna però usare la ragione. I funzionari della polizia romena con i quali collaboriamo nel rimpatrio delle giovani romene da noi liberate (nel 2006 ne abbiamo riportate in patria 60) ci dicono: “i lupi feroci siete voi italiani. Voi oggi in Italia sbranate più di 30.000 ragazze romene, metà sono bambine. Siete voi che foraggiate, mantenete i criminali romeni che le sfruttano e le tengono schiave con almeno duecento milioni di euro all’anno di guadagno. Sono i vostri maschi italiani che pagano i delinquenti romeni. Noi dobbiamo chiedere perdono alla signora barbaramente massacrata. Ma voi dovreste stare in ginocchio tutto l’anno perché massacrate le nostre bambine. Siete voi italiani delinquenti che chiamate i nostri delinquenti romeni, e i vostri delinquenti sono molto, ma molto di più dei nostri.>> aggiungendo poi: <<Un altro errore gravissimo si sta compiendo oggi: lo sgombero dei campi nomadi senza avere prima preparato loro il posto dove collocarli. Cosi' aumenta il disagio e si accresce la criminalità.>>
 
 
cateviola
cateviola il 16/11/07 alle 11:58 via WEB
@ il_presidente77 : grazie, ne avevo scritto qui
Un bacio a Claudio
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/11/07 alle 13:29 via WEB
Le parole di Don Benzi sono vibranti di passione e di idealità, ma non le condivido del tutto. Certo, in Italia in quanto a criminalità organizzata possiamo dare lezioni a chiunque, ma il problema della criminalità straniera non è da sottovalutare. Nel trienni0 2004-2006, a carico degli stranieri immigrati, sono state formulate 520 denuncie di omicidio consumato, 1.500 di omicidio tentato, 3.700 denuncie di stupro, 10.000 di furti in appartamento e 10.000 di rapine. Ovviamente, se non ci fossero clienti italiani, le prostitute romene non esisterebbero, però sottovalutare la portata del problema non rende giustizia in primo luogo a chi in questo paese è venuto per lavorare e dare un contributo fattivo al nostro sviluppo. ciao. W.
 
   
il_presidente77
il_presidente77 il 16/11/07 alle 14:34 via WEB
Il discorso rilasciato era molto più lungo e ovviamente c'erano punti più o meno condivisibili soprattutto quanto parlava di possibili soluzioni al problema, l'intenzione principale delle sue parole e di quelle riportate da lui come parole di poliziotti rumeni erano quelle di rompere il ragionamento semplicistico che noi italiani siamo degli innocenti che vengono vessati da popolazioni di deliquenti, non certo di assolvere i colpevoli
 
cateviola
cateviola il 16/11/07 alle 11:55 via WEB
Delitti individuali non giustificano castighi collettivi.
Non esistono razze, men che meno razze colpevoli o innocenti.
Nessun popolo e’ illegale
già firmato ieri...
1074. Caterina
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/11/07 alle 13:31 via WEB
sì, cate, questa è la parte dell'appello che mi è parsa vibrante di indignazione e completamente sottoscrivibile. Uno stato civile deve saper distinguere tra la grande maggioranza di immigrati che concorre al benessere generale e la minoranza di delinquenti che vanno puniti. W.
 
onice0
onice0 il 16/11/07 alle 12:46 via WEB
Non si può rimanere indifferenti e io difficilmente(quasi mai) mi faccio condizionare dal modo in cui i media danno le notizie di cronaca.Firmerò la petizione.Un sorriso
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/11/07 alle 13:36 via WEB
In effetti, i mezzi di comunicazione tendono a enfatizzare i crimini commessi dagli stranieri e danno poco spazio a quelli che si commettono in Italia contro di loro. Ma gli esempi si potrebbero moltiplicare, si fa disinformazione sulle sostanze stupefacenti, sui diritti dei conviventi, sul fenomeno degli ultras e via discorrendo. Un sorriso a te, amica mia. W.
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 16/11/07 alle 14:29 via WEB
Firmato! Condivido tutto quello che è scritto nell'appello. Non esistono nemici assoluti, esistono uomini e donne che possono essere onesti o deliquenti, secondo la propria indole caratteriale, non certamente in base alla nazionalità.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/11/07 alle 18:23 via WEB
Bimba, ciò che scrivi (e che condivido pienamente) dovrebbe essere evidente a tutti. Invece, mi pare che i "nemici assoluti" si stiano moltiplicando e stiano invadendo lo spazio mentale di molti. Ciao. W.
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 16/11/07 alle 15:30 via WEB
Ho proposto anche io questo appello ieri (firma 411) e trovo la sua chiusura più che mai efficace. Per tutti coloro che hanno (comprensnbilmente) paura, la mia riflessione è sempre la stessa: in Italia esiste un problema legato all'illegalità diffusa. E questa bisogna combattere. Ma l'illegalità e gli atti illeciti prescindono dalle etnie o dalle religioni. Scusa l'invasione
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/11/07 alle 18:27 via WEB
Quale invasione, Miti? Su un blog i commenti sono la linfa che lo tiene in vita. E' ovvio che i comportamenti individuali non possono trasformarsi in attribuzioni di responsabilità collettive, doverlo ribadire per prendere le distanze da atteggiamenti discriminatori è un segno della patologia sociale attuale.
 
cuoredigabbiano
cuoredigabbiano il 17/11/07 alle 05:59 via WEB
...Delitti individuali non giustificano castighi collettivi...D'accordissimo con questa affermazione. IO credo che gli Italiani siano stanchi, intimoriti, confusi e non sappiano più gestire la loro rabbia giustificata... il nostro Paese è ormai come una pentola a pressione, da un momento all'altro scoppierà e i nostri "burattinai" non riescono a leggere, nei vari segnali che mandiamo, l'insofferenza e il malessere sociale. Hanno privato gli anziani della loro dignità e i giovani del loro pane, la speranza, i sogni. Gli stranieri sono diventati capro espiatorio della nostra rabbia, ma è anche vero che la loro massiccia presenza in Italia e il comportamento illegale di alcuni di loro contribuiscono alla infelice situazione che siamo costretti a subire. Ciao. Maria
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 17/11/07 alle 16:13 via WEB
L'appello denuncia con vigore le strumentalizzazioni dei media e il razzismo latente di chi generalizza, a partire da alcuni episodi, considerando gli immigrati come uno stuolo di delinquenti.Ciao, cuoredigabbiano. W.
 
ciaodolce
ciaodolce il 17/11/07 alle 16:15 via WEB
Io credo nel sorriso che mi porto dietro da quando mi alzo e che regalo a tutti quelli che incontro, ma il mio è solo un piccolo contributo, non basta a riscaldare il cuore di noi tutti ormai presi dall'indifferenza per gli altri. E non mi difende certo da un uomo che mi voglia far del male a un angolo qualsiasi della mia città, Roma. Voglio vedere più controlli per le strade, senza essere invasivi, voglio rispeto delle regole del vivere civile, voglio che sia data una possibilità a tutti. Non voglio che siano date competenze ai vigili o alla polizia più ,come dire, di libertà di movimento,ma che abbiano il dovere di avvicinarsi al cittadino invece di girarsi all'altra parte, nei confronti dei bambini, dei vecchi, delle donne. Forse non centra nulla col tuo post, ma queste donne, alcune, sono state vittime tra la gente indifferente, comprese le autorità. Io ho firmato. P.S. Vorrei che la legge non dicesse che un malato di mente può essere curato solo di sua iniziativa e volontà, come fa a sapere di essere ammalato? Ciao Writer e grazie di essere passato da me.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 18/11/07 alle 01:03 via WEB
Ritengo che l'appello lanciato serva a scuotere il muro dell'indifferenza e del pregiudizio, Esmeralda. In Italia, da un po' di anni, assisto a un ripiegamento sempre maggiore delle persone nella propria dimensione privata, a un'ostilità crescente nei confronti dei nuovi poveri. Come se le persone pensassero "non mi riguarda, non invadere il mio spazio". Grazie a te per aver firmato e per la testimonianza che hai lasciato. W.
 
carmen46c
carmen46c il 17/11/07 alle 19:04 via WEB
Sono felice di essere anche io tra i firmatari di questa petizione. No, non si può rimanere indifferenti di fronte a queste cose.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 18/11/07 alle 00:58 via WEB
Mi fa piacere sapere che aderisci, Carmen. Un forte abbraccio. W.
 
   
carmen46c
carmen46c il 18/11/07 alle 01:05 via WEB
Sono contenta di aderire anche per me stessa, l'ingiustizia che permettiamo un giorno o l'altro si ritorcerà contro di noi.
 
mizaic
mizaic il 17/11/07 alle 22:15 via WEB
si spera che tanto perbenismo sul virtuale venga riscontrato anche nel mondo reale buon week end ciao ciao notte notte mizaic
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 18/11/07 alle 01:14 via WEB
L'appello non è perbenista, mizaic, denuncia omissioni, violenze e ipocrisie dei mezzi di comunicazione, dell'opinione pubblica e delle forze politiche. Certo, occorre passare dalle parole ai fatti e non è facile. Ciao. W.
 
   
carmen46c
carmen46c il 18/11/07 alle 01:22 via WEB
Credo che Mizai non si riferisca al perbenismo dell'appello ma a quelli che hanno aderito, certo, è facile mettere la propria firma, ma quando saremo chiamati a fare di più, a metterci in gioco sul serio, che facciamo? E' una domanda che pongo soprattutto a me stessa.
 
brubus1
brubus1 il 18/11/07 alle 09:34 via WEB
Riporto da te quello che è il mio punto di vista sull'argomento già trattato in altra sede. Non faccio di tutta un'erba un fascio. Non dimentichiamoci che i nostri avi per la maggior parte sono stati emigranti ed hanno portato con se anche cattive abitudini e tradizioni. Certo devo aggiungere che noi siamo un popolo diverso da quello di origine slavo. Non abbiamo radici nomadi, nè tantomeno geneticamente siamo dei violenti (almeno ultimamente alcune cose sono cambiate). Di buona norma sarebbe meglio individuare i soggetti più pericolosi ed espatriarli. Abbiamo credo gli strumenti e le attrezzature adatte se vogliamo farlo. Negli ultimi anni però il nostro paese è diventato un crocevia di razze di ogni tipo e luogo e la cosa non mi sta neanche bene. Non è perchè abbiamo il 'peso' addosso della presenza del Vaticano che dobbiamo sempre abbassare la testa e fare opere piee dove al contrario bisognerebbe usare la forza quando 'lo straniero' vuole fare dl nostro territorio il suo. Un caloroso saluto Writer.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 18/11/07 alle 14:38 via WEB
Brubus, credo che l'obiettivo dell'appello sia quello di denunciare le generalizzazioni e le strumentalizzazioni che si fanno sulla questione della sicurezza e dell'immigrazione. I reati commessi dagli immigrati vengono riportati con enfasi, mentre le morti sul lavoro, lo sfruttamento realizzato dai datori di lavoro italiani, le violenze commesse ai loro danni vengono ignorate. Certo, i delinquenti devono essere espulsi o sottoposti alla giustizia. Ma che l'informazione e le iniziative di alcune forse politiche siano a senso unico mi pare innegabile. Un abbraccio. W.
 
ondadgl5
ondadgl5 il 18/11/07 alle 11:30 via WEB
sembra facile..tutto lineare..scontato..ma avete mai parlato con chi la violenza l'ha sentita sulle propria pelle..nel proprio animo..sentireste la pelle divenire fredda e percorsa da brivi di dolore...non è ..vilenza....punizione,poi il punito diventa vittima e la vitima carnefice,ma vi siete chiest se la legge italiana fa in realtà qualcosa per le donne che subiscono iolenza in casa nell'ambito familiare...credo che nessuno di voi lo sappi..sono felice per voi...è una violenza al tuo essere così dolorosamente inaudita,nulla può spiegare questo che avviene e quando chiami la giustizia ...passi per una malata psicologicamente instabile,solo perchè lui è un uomo di potere.tutto nel suo maledetto pugno...noi siamo essere che abitano su un unico pianeta..siamo tutti uguali..il colore la lingua non ha nessuna importanza..questa maledetta discriminazione ..da cosa nasce..il male abita da noi italiani come in altri paesi..noto solo che se un italiano muore...un processo a chi in quel momento ne è stato l'autore..mentre se si tratta di uno straniero...un processo per farlo fuori...lo stesso succede nella famiglia,se sei una donna indipendente e forte lui non la fa franca,ma se sei fregile e misera..soccombi e ne paghi le conseguenze...sapete non è facile e piacevole trovarsi in un gruppo di mutuo aiuto e guaardare negli occhi di un'altra donna ..la tua stessa paura...sorriso a tutti..ho firmato
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 18/11/07 alle 14:42 via WEB
Onda, la violenza subita dalle donne è agghiacciante. Colpisce e annulla la loro interiorità, crea ferite che durano per anni e che a volte si trasformano in traumi permanenti. So di cosa parlo, visto che persone molto vicine a me hanno subito violenze fisiche e mentali molto gravi. La tua testimonianza è molto importante, serve a far comprendere che la violenza non è qualcosa di astratto, ma un attacco alle radici delle persone che la subiscono, un massacro del corpo e dell'anima. Un forte abbraccio. W.
 
   
ondadgl5
ondadgl5 il 18/11/07 alle 23:56 via WEB
nell'anima ..resta la paura e quel dolore sordo..quel chiederti,costantemente...perchè..perchè io e ..cosa ho fatto?..la vita non serve a cancellare quello che il cuore nasconde..ricambio
 
maryrose6
maryrose6 il 19/11/07 alle 00:29 via WEB
"Nessun popolo e’ illegale." questa frase l'avrei messa in triplo grassetto e sottolineatura....ho firmato....sono in sintonia anche con il post precedente a questo...la blogosfera spesso mi sembra molto vana ed inutile, deludente....Spesso mi arrabbio anch'io e metto post polemici ma quando ritrovi i tuoi ideali in qualcuno come te....allora il cuore si ritempra. Il problema in quel momento diventa il ritorno alla realtà: nel virtuale è facile parlare e scrivere ma ogni parola dovrebbe trovare posto nella vita vera.Le iniziative che lanci sono reali quindi spero tanto che possano servire....partecipare non costa nulla....io ci sono....un abbraccio al maestro.....bye bye....ah, dimenticavo, devo il mio nome a De Andrè...è uno dei miei poeti preferiti...
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 19/11/07 alle 01:24 via WEB
Maryrose, hai commentato tre post con un solo commento :-) Sono molto lieto che tu condivida i punti di vista espressi nell'appello e nel mio post sulla blogosfera. Ritengo che il web abbia grandi potenzialità (e non solo di denuncia) se sa coordinarsi intorno a iniziative pregnanti. Ti mando un forte abbraccio e un augurio di buona vita, reale, non virtuale. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/11/07 alle 12:47 via WEB
grazie. G.B. p.s. mi chiamo Gianni, non Giovanni ;-)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/11/07 alle 13:55 via WEB
Chiedo venia, Gianni. Provvedo a correggere :-)
 
bippy
bippy il 20/11/07 alle 12:55 via WEB
L'indifferenza è la cosa peggiore, ogni volta che si addita qualcuno bisogna sempre chiedersi chi sia quella persona da dove provenga e quale sia la sua storia, come sempre invece si dividono le persone in cittadini di serie b e di seria a..invece siamo tutti cittadini del mondo.Ho firmato la petizione, ciao!
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 20/11/07 alle 19:25 via WEB
Sì, bippy. L'indifferenza condanna le persone e interi popoli all'inesistenza. E' figlia dell'egoismo e parente stretta dell'ostilità. Ti ringrazio della preferenza e ti do il benvenuto sul mio blog. W.
 
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(in seguito a uno spiacevole episodio
avvenuto su un blog della community)

 

LA RECENSIONE

usumacinta

DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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