Creato da falco58dgl il 26/09/2005

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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.

 

« Morte e distruzione alle...All'ombra di un confessionale »

Il nucleo

Post n°207 pubblicato il 25 Novembre 2007 da falco58dgl
 

Pubblico un brevissimo racconto che fa parte del mio nuovo romanzo "I racconti del ripostiglio" che vedrà la luce all'inizio del 2008. Dedicato a chi sente svanire i propri ricordi...                                             (Jackson Pollock)

Lascio scivolare via giorni, settimane, mesi, anni, ripetendo le solite cose. La casa, il perimetro che unisce il letto alla sala, al bagno, alla cucina. Osservo oggetti consunti da troppa stanchezza, resi sottili da uno sguardo che li passa da parte a parte senza riconoscerne senso e funzione.

E’ passato tanto di quel tempo da quando rotolavamo avvinghiati  sulla  neve che conservo solo il ricordo delle tue mani paffute. Non riesco a rammentare bene neanche il volto –che m’immagino dovesse essere arrossato per lo sforzo-, come vestivi e l’espressione dei tuoi occhi.

Non è perdita di memoria, i miei quarantasei anni sono troppo pochi per tale evenienza. Solo un alone opaco intorno agli oggetti, simile a un velo di bruma che  rende incerte le forme, le  risposte a domande di cui colgo poco più di un’eco, le sensazioni che altri mettono insieme  mediante un flusso immaginario di  eventi disposti intorno a sé come un mazzo di carte.

A volte mi risuona nelle orecchie una musica di violini aspra e ripetitiva, sedimentata in qualche angolo poco illuminato dei ricordi. Eppure doveva essere importante, mi sembra di risentirne il timbro acuto, lo stridio simile a uno stormo di uccelli che si leva compatto in aria  per salutare il giorno che svanisce.

Rimane così poco del passato che, a volte, mi fermo perplesso, con le mani in tasca e lo sguardo rivolto verso il basso, alla ricerca di  tracce, di indizi che possano rivelarmi cosa ho sentito, cosa avvertivo, come reagivo alle parole e alla luce.

Ogni tanto arriva  un  ricordo sotto forma di immagine frammentaria: una persona che mi parla, una distesa di campi bianchi, filari di pioppi, un  cane che corre in circolo cercando di afferrarsi la coda,  un mercato colmo di patate e zucche. Ma non riesco a unire le immagini in scene e fabbricare sequenze  che mi restituiscano la pienezza dei giorni.

Neanche tu, di cui pure intuisco il ruolo di compagna di giochi – amica, sorella, forse ragazza promessa-, riesci ad assumere  una consistenza piena. Della tua voce conservo solo l’intonazione  acuta e gioiosa, dei tuoi vestiti un cappotto grigio, del tuo volto  il biancore della pelle.

E’ come se in me  il nucleo di identità che tiene insieme,  permette di riconoscere mediante confronto e differenza, fosse eroso, stanco,  tendesse a rallentare fino a fermarsi,  come un pianeta  prossimo a estinguere il proprio movimento interno e a  sterilizzare le forme di vita che ospita sulla propria crosta terrestre.

Mi piacerebbe potermi rifugiare in una malattia, in una sindrome che renda comprensibile questo affievolirsi della vita, qualcosa che richieda farmaci, cure  basate su stimoli elettrici o parole rivelate, ma  nel mio universo non c’è posto per pastiglie o terapie.

Solo lo scorrere di giorni identici come se fossi morto da tempo.

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Commenti al Post:
onice0
onice0 il 25/11/07 alle 18:36 via WEB
Mi sentirei persa senza i miei ricordi...è terribile.Può il protagonista perdere o nascondere da qualche parte a lui sconosciuta i suoi ricordi senza che questa sia una malattia? O è la sua anima malata e persa? Cosa lo aspetta in futuro e con l'avanzare dell'età? In che circolo vizioso mi sono andata a ficcare! E' riflessivo questo testo ma ho bisogno di risposte....Bel tiro Writer! Un abbraccio.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 25/11/07 alle 22:33 via WEB
Mi pare che il protagonista sia in preda a una crisi esistenziale severa che paralizza volontà, energie e ricordi. Se questa sia una malattia o una patologie dell'anima è materia di discussione, ma un'esperienza significativa può ripristinare il flusso dei ricordi. ciao, Carmen, un bacino :) W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/11/07 alle 18:51 via WEB
saluti da un compagno di lavoro. molto suggestive le immagini, un po invidio il tuo scrivere. E la prima volta che scrivo ad un blog perdonate l'incertezza. Breve per necessita ma mi riprometto di ritornare Ciao..... PierG
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 25/11/07 alle 22:36 via WEB
Ciao, G.! Questo blog sta diventando una specie di famiglia allargata. Qualche mese fa mi sono imbattuto qui su Libero in una delle mie cugine che non vedevo da tempo :) Ti ringrazio dell'apprezzamento e ti mando un cordiale saluto. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/11/07 alle 23:01 via WEB
ciao e buona domenica. antimo ceparano
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 25/11/07 alle 23:16 via WEB
Un saluto a te, Antimo. W. P.S. se hai un blog, puoi inserire l'indirizzo nell'apposito spazio.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/11/07 alle 02:02 via WEB
Raul e Leo Leo:- Se la pianti! Cazzo, Raul. Hai sbagliato. Ok. Non è la vita che vuoi. Non ti ci vedi. Non te ne vanti. Ma è successo. E’ successo, e i “ se” sono aboliti.Se hai bisogno di parlarne, è perché ti senti un peso dentro. Se hai bisogno di parlarne, è perché c’ è un peso di cui non ti libererai mai. I fantasmi esistono, e di notte ti vengono sempre a trovare. Ma un peso in due, è diverso. Con l’ esternazione, c’ è il riconoscimento di un errore. E poi arriva il secondo step, il più arduo: il cambiamento. L’ esternazione senza cambiamento, non è liberante. Per niente. Ti fa sentire più insulso, inetto… quel senso di velleità che sembra tormentarti… - E’ proprio così… - E quando è così, guardati allo specchio e dici: “ Io sono più forte. Io vi apro il culo!”. Gli altri ti possono dare un supporto, ma sei tu che devi crederci. Cazzo, afferra le palle del toro, Raul! - Ma lo sai che quando parli, mi fai quasi paura? - Io paura a te? - Sembri così sicuro… sembra che tu sai quello che vuoi nella e dalla tua vita… sei fortunato… - E’ il contrario: Io so perfettamente quello che non voglio! Quello che voglio lo scopro quotidianamente. E sinceramente, non lo voglio sapere. Io non voglio sapere niente del domani. Voglio solo che ogni giorno possa apprendere qualcosa, voglio vivere intensamente tutti gli istanti, perché la vita non sono altro che una serie ininterrotta di attimi… il mio tempo è frazionato in millesimi di secondi… - Sì… vede che hai studiato… - No, non sono solo i libri che mi fanno capire questo… ma la gente, la mia curiosità e il non precludermi niente.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 26/11/07 alle 17:53 via WEB
- Sono così stanca. - Ah sì? - Vuoi sapere perché? - Se ci tieni. - Sono stanca di te, del nostro rapporto, di tutto. - Ah, e quando ti ha preso la crisi? - Sono mesi che non facciamo quasi più l'amore. Ma io non mi sento una vecchia. - Insomma, cosa vuoi da me? - Solo dirti che ho voglia di innamorarmi di qualcun altro. - ……………… - ……………… - C'è qualcuno? - Purtroppo no. - Me ne parli domani, ho sonno. Lame di luce fendono la insonnia. Girato su un fianco, su un altro, disteso supino con un braccio dietro la testa, poi il braccio diventa pesante e occorre metterlo a fianco del costato. Ma così avverto un'oppressione che stringe il mio cuore (ah, sì, il cuore…). I sonniferi, ci vorrebbero dei sonniferi. Ciao, Connie. W.
 
ciaodolce
ciaodolce il 26/11/07 alle 06:38 via WEB
Riconosco questo stato d'animo, in alcuni giorni prende consistenza...non è solo un vago desiderio di annullamento. Buongiorno Writer, buona giornata.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 26/11/07 alle 17:55 via WEB
Vero, è qualcosa di più, è il ritrarsi dell'energia vitale. Non è una bella sensazione, ma non è infrequente. ciao, Esmeralda. W.
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 26/11/07 alle 17:46 via WEB
Mamma mia,che tristezza reca dentro di sè la frase "lo scorrere di giorni identici come se fossi morto da tempo"...Altro che memoria, quello che sembra andar via, dal tuo personaggio, è la voglia di "aderire" alla vita, è un lasciarla andare, assieme alle sensazioni e alle persone...Forse una forma grave di perdita di senso...:-)
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 26/11/07 alle 17:57 via WEB
Molto giusta questa notazione. Il personaggio smarrisce il piacere e il significato dell'esistenza, di cui i ricordi fanno parte. Poi, però, succederà qualcosa... :-) ciao. W.
 
animafragile11
animafragile11 il 26/11/07 alle 18:10 via WEB
Ciao Caro! sai per quanto sia giusto vivere guardando al futuro...con positività... il passato coi suoi ricordi...è in fondo ciò che resta della nostra vita...ed è la nostra vita stessa...quel che ci fa prendere coscienza di quel che siamo stati..e di quel che stiamo diventando....Perchè il divenire...non si arresta mai. Grigio intenso il tuo protagonista...ma velato di rimpianto...mi sembra...A volte...cmq...esercitarsi con la memoria..aiuta a non smarrire i propri ricordi tra le pieghe del cervello...e a imparare da noi stessi...E' sempre bello leggerti...perchè...racconti dell'avventura della vita...con grande naturalezza e concretezza!Spero cmq...di non finire mai come ti tuo personaggio....vivere senza ricordi..svuota di senso il nostro viaggio sulla terra...baci
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 26/11/07 alle 18:33 via WEB
"Grigio intenso" mi pare appropriata come descrizione del protagonista. Più rimpianto, esprime smarrimento per una vita che stinge come un capo di biancheria lavato troppe volte. Ciao, animafragile. W.
 
cateviola
cateviola il 26/11/07 alle 18:41 via WEB
riconosco i sintomi... se malattia può chiamarsi. Aspetto - curiosa come una bimba - il seguito. Perché so che c'è un seguito... o si ammazza o scriverà del momento in cui un potente casino ridarà colore e calore al nucleo della memoria e dell'identità.
Un abbraccio
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 26/11/07 alle 18:43 via WEB
certo che c'è un seguito, Cate. Solo che non lo posso rivelare, anche perché il romanzo uscirà tra poco. Ti anticipo solo che il protagonista non si ammazza... :-) Un bacio. W.
 
nomore.norless
nomore.norless il 26/11/07 alle 20:35 via WEB
Non ha torto il protagonista: una delle cose più tristi è accorgersi che tutti i giorni, gli anni del passato spesso se ne sono andati così, senza lasciare nulla, nemmeno ricordi nitidi, almeno a quanto sembra. L'inizio della depressione, insomma :). Spero che abbia destino migliore :) Ciao, buona serata.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 27/11/07 alle 00:20 via WEB
In effetti, la depressione rende opachi i ricordi, li priva di spessore, di colore, di tessitura emotiva. E' come sentirsi addosso un masso di 50 chili, ma è una sensazione mentale, più che fisica. ciao, Nomore.norless. W
 
pinguina_felice
pinguina_felice il 26/11/07 alle 22:25 via WEB
In effetti la mente umana è strana, è per questo che la trovo così affascinante...a volte certe cose le ricordiamo di più, forse perchè ci hanno colpito o forse perchè è più semplice per il nostro cervello farlo!Altre volte invece i nostri ricordi si confondono e prendono la consistenza dei sogni, tanto che sovente non si riesce a distinguere gli uni dagli altri!
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 27/11/07 alle 00:23 via WEB
Pinguina, la percezione del tempo e dei ricordi è molto complessa e dipende da diversi fattori che s'intrecciano. A volte ci si dimentica delle cose recenti, a volte di quelle lontane, a volte, in alcuni disturbi, i piani di realtà e di fantasia s'intersecano e non si riescono più a riconoscere. Ciao. W.
 
hunkapi_genova
hunkapi_genova il 27/11/07 alle 02:55 via WEB
Non sono all'altezza di poter commentare, ma ti voglio ugualmente fare i complimenti x il racconto. Ciao
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 27/11/07 alle 16:46 via WEB
Nel ringraziarti per l'apprezzamento, vorrei dirti che commentare un racconto non significa necessariamente farne un'analisi stilistica o di contenuto, ma anche comunicare le sensazioni che si sono provate nel leggerlo. Ciao,Hunkpapi, auguri di successo per la tua iniziativa. W.
 
manser11
manser11 il 27/11/07 alle 10:58 via WEB
E' sempre un piacere leggere i tuoi racconti. Quando arrivo alla fine mi sento... come dire, pieno! Soddisfatto! Senza esagerare: emozionato! Grazie!!!
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 27/11/07 alle 16:49 via WEB
Le tue parole sono per me molto lusinghiere, Manser. Sono contento di riuscire a comunicarti qualcosa tramite i miei testi. Ciao. W.
 
carmen46c
carmen46c il 27/11/07 alle 17:56 via WEB
Senza dubbio la depressione offusca i ricordi. Non mi meraviglia che il personaggio del racconto parli di "scorrere di giorni identici come se fossi morto da tempo", il suo stato psicologico, non gli permette di ricordare, di avere immagini più precise nella mente di volti e luoghi che sono stati importanti per lui. A me viene in mente un pò quello che succede anche ai bambini quando in seguito ad un evento molto doloroso ne rimuovono completamente il ricordo, anche se poi rimane una forma di depressione che puo manifestarsi in vari modi.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 27/11/07 alle 19:11 via WEB
Quello a cui alludi è la tipica amenesia traumatica, dopo violenze o incidenti gravi. Il mio protagonista invece è affetto da una crisi esistenziale piuttosto severa. Ciao, carmen.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/12/07 alle 22:13 via WEB
Serve un counselor del disagio esistenziale!! ;-)
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 02/12/07 alle 01:42 via WEB
Eccome se serve, Ale. Ci sono terapeuti che si sono specializzati proprio in questo settore. Ciao :) W.
 
bippy
bippy il 02/12/07 alle 22:44 via WEB
Mmma mia come è vero..i ricordi come diceva Saffo sono una grande forma di consolazione, sono vividi, sono poetici, sono frammenti che nei sogni diventano materia viva!Anche se quando si è svegli e si soffre come il personaggio del libro, e come capita a tutti noi (chi più e chi meno) si sente lo scorrere del tempo come una lenta agonia, un impossibilità a cambiare...Eppure si può..si può rovesciare questo "destino" si può lottando uscire da se stessi, quel se stessi che c'imprigiona e ci condanna
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 03/12/07 alle 00:10 via WEB
I ricordi sono indispensabili per vivere, Bippy, anche se si percepisce lo scorrere del tempo come una condannam una discesa verso un punto di non ritorno. Anzi, lo sono soprattutto in questo caso.ciao. W.
 
   
bippy
bippy il 03/12/07 alle 19:12 via WEB
I ricordi son corni da caccia di cui muore il rumore nel vento...(Apollinaire)..ciao Simonetta:)
 
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avvenuto su un blog della community)

 

LA RECENSIONE

usumacinta

DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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