Creato da falco58dgl il 26/09/2005

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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.

 

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Fight club

Come i lettori del libro sanno, la prima regola del Fight club è quella di non parlare mai del Fight club. Quindi, se volessi adeguarmi a questa regola, non dovrei scrivere il post :-)

Ho visto prima il film (che mi aveva a suo tempo impressionato) e poi ho letto il libro. Il romanzo è più crudo e spietato della pellicola, che descrive una situazione estrema, ma è, in qualche modo, ingentilito dal volto di Brad Pitt. Le immagini riescono a mediare rispetto all'universo senza speranza descritto dall'autore.

E' un libro che mi ha infastidito e, a tratti, irritato, mi è parso quasi ideologico nel suo rovesciamento dell'American way of life e nel suo attacco furibondo al consumismo dissennato, al lavoro alienato e a una vita omologata in modo mortifero ("Intere generazioni hanno svolto lavori che detestavano solo per acquistare cose di cui non hanno veramente bisogno. Nessuno è più veramente bianco o nero. Tutti vogliono lo stesso"), ma è scritto in modo magistrale, con una tecnica complessa e sofisticata.

L'autore descrive una realtà repellente, in cui il massimo di umanità è rappresentato dai gruppi di sostegno per malati terminali di cancro testicolare o di parassiti cerebrali, una realtà fatta di sapone elaborato a partire dal grasso recuperato dagli scarti della liposuzione, buchi nella pelle provocati da agenti chimici, attentati terroristici finalizzati all'estinzione della civiltà, dissociazioni psicotiche favorite dall'insonnia, un intero universo di malattia, merda, sangue, violenza e insensatezza.

La costruzione del testo è molto particolare, scandita da ripetizioni che lo rendono rapido e sincopato, come se fosse una canzone rap che ritorna ossessivamente su alcuni temi; spesso si fa ricorso a countdown per introdurre nel lettore un senso di angoscia e di ansia; lo sdoppiamento del protagonista è reso in modo straordinariamente efficace mediante la focalizzazione dell'attenzione sui comportamenti degli adepti al fight club e al "progetto caos".

La visione del mondo che traspare è un inno anarchico e nichilista al rovesciamento del sistema utilizzando i suoi punti deboli. Tuttavia, l'organizzazione eversiva che vorrebbe sovvertire lo stato di cose esistenti ne ricalca la dinamica, il conformismo e la gerarchia. I membri del "progetto caos" vestono di nero, ripetono come un mantra le regole dell'associazione, eseguono gli ordini alla lettera e paiono contaminare tutta l'America con la loro cieca obbedienza alle regole che neanche il capo riesce a modificare.

Un atto di accusa violentissimo nei confronti dell'Occidente, della sua razionalità, del suo conformismo, dei suoi rituali, dei suoi miti e delle sue ipocrisie.

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Fight club su Writer

 
Commenti al Post:
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 09/07/08 alle 09:19 via WEB
Attraverso una fase di pessimismo cosmico circa le sorti della nazione Italia... Forse che, la lettura di questo libro crudele e disincantato, porterebbe una ventata di ottimismo nei miei pensieri? O, come direbbe Altan, alla domanda "Potrebbe andare peggio?" la risposta è sempre un "No!"?....Baciotto comunque....;-)))))
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 09/07/08 alle 12:17 via WEB
Dubito molto che "fight club" possa generare pensieri ottimisti. Al massimo, potresti pensare "sono messi ancora peggio di noi"... :))Ciao, Carpe. W.
 
cateviola
cateviola il 09/07/08 alle 12:39 via WEB
a senso di angoscia e di ansia sono messa già benino di mio, passo...
Un bacione ovunque tu sia (ancora a Torino o già sull'isola?)
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 09/07/08 alle 12:54 via WEB
Sono ancora a Torino, parto tra una decina di giorni, Nuvola. In effetti, ti sconsiglio la lettura di "Fight club", se non attraversi un periodo tranquillo... W.
 
   
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 09/07/08 alle 13:03 via WEB
non lo conoscevo, dovrò trovare un periodo calmo..dificile, però:( ciao Cla'
 
     
falco58dgl
falco58dgl il 09/07/08 alle 13:29 via WEB
Un periodo di calma interiore soprattutto, Mi, altrimenti ti manda in paranoia... :) Un bacione. W.
 
bruno14to
bruno14to il 09/07/08 alle 23:02 via WEB
Ciao, chi vuol sovvertire le regole con ferree regole peggiori delle esistenti o in linea con le esistenti dimostra come la società occidentale sia omologata anche nella rivolta. Grazie per la segnalazione. Notte
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 10/07/08 alle 00:10 via WEB
Interessante questa notazione, Bruno. In realtà "Fight club" è servito a Palahniuk per accreditarsi come autore "maledetto" e "di culto", non credo che pensi minimamente all'eversione... ciao. W.
 
ty610
ty610 il 10/07/08 alle 08:45 via WEB
l'adorazione incondizionata che ho per Brad Pitt ha fatto si che io guardassi il film fino all'ultima sequanza.....ma l'ho trovato ORRENDO. credo che questo libro....ma esiste davvero?.. non faccia per me....meglio topolino. ciao
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 10/07/08 alle 11:48 via WEB
Se leggi abitualmente Topolino, non mi stupisce che abbia trovato orrendo "Fight club"... :-) E' un libro per stomaci forti, anch'io, a tratti, facevo fatica a continuare. ciao. W.
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 10/07/08 alle 18:54 via WEB
D'altronde la letteratura americana ne ha altri di esempi di costruzioni particolari, di mondi angoscianti senza speranza, basta pensare a Kerouac. Certo è un'estremizzazione della società occidentale però deve far riflettere sulla perdita di valori, sulle nostre nevrosi, sulla nostra insoddisfazione; a vari livelli credo che questi aspetti siano rilevabili ovunque nelle società occidentali e siano in peggioramento. Per la questione libro/film, preferisco sempre e comunque la versione cartacea di qualsiasi storia, dà spazio all'immaginazione, stimola la concentrazione e le riflessioni più di qualsiasi immagine o volto gentile non modificabile dalla fantasia.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 10/07/08 alle 21:25 via WEB
Sogno, i libri di Kerouac non sono chiusi alla speranza, soprattutto "on the road" è un inno alla strada e alla conoscenza, un libro pervaso da un'energia intensa e disordinata. Sono d'accordo con te, invece, quando affermi che la crisi di valori e di orizzonti dell'Occidente si va intensificando e che la schiera di coloro che ne riflettono le difficoltà e gli orrori è in aumento. ciao. W.
 
   
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 11/07/08 alle 16:29 via WEB
Lo devo rileggere allora, l'ho letto un secolo fa :) ciao
 
lunetta_08
lunetta_08 il 10/07/08 alle 20:59 via WEB
A me il film è piaciuto molto, non ho letto il libro, ma se è troppo crudo so già che salterei a piè pari le descrizioni minuziose. Buona serata falco :-)
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 10/07/08 alle 21:28 via WEB
Il film segue abbastanza fedelmente il libro, anche se il romanzo interseca maggiormente i piani temporali e ingarbuglia l'identità doppia del protagonista. Se il film ti è piaciuto, lo puoi leggere tranquillamente. ciao :) W.
 
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LA RECENSIONE

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DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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