Creato da falco58dgl il 26/09/2005

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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.

 

« Tu, che dormi...I lettori scrivono... »

Sterilità creativa

Post n°324 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da falco58dgl
 

Qualche giorno fa ho provato a narrare una storia. Evidentemente attraverso un periodo di sterilità creativa, perché è venuta fuori questa roba inclassificabile... :-)

 E’ un tormento mettere insieme  le parole. Un po’ come versare secchi d’acqua su un torrente in secca. Si formano ridicole pozzanghere che non coprono neanche le pietre del letto del fiume.  Eppure ci sarebbero tante cose su cui scrivere: le madri e le nonne della Piazza di Mayo, lo squallore del governo attuale, il presente che scorre via con il suo carico di piccoli drammi amorfi,  i genitori che invecchiano, la crisi finanziaria, l’esplosione di energie rivolte contro se stessi, il lento declinare del piacere della vita.
Una storia, datemi una storia. Una storia qualunque, ma bella.

Una donna  che si guarda allo specchio e ricorda un passato di sfide e solitudini; un ragazzo che s’innamora nella Lisbona del 2043 di una ragazza angolana con il corpo tatuato da farfalle dalle ali aperte; un impiegato che trova un sistema per vincere al Superanalotto, ma dimentica  la ricevuta nella sua macchina che gli viene rubata; un viaggiatore che intraprende   il suo ultimo viaggio verso Ovest e si perde tra Los Angeles e il Giappone insieme alla sua nave.

Una storia, ma quale? Non voglio parlare di me, mi sembra di aver esaurito le possibilità a disposizione, l’intero repertorio della mia vita, tra un’adolescenza conflittuale e cieca, una giovinezza a cavallo tra l’Italia e l’America Latina, una maturità precocemente  immobile e l’avvio di un declino animato da sussulti, da desideri di amare e di narrare che, un po’ per volta, s’inaridiscono.

 Guardo le linee della mia mano, formano un reticolo di deviazioni e segmenti che s’incrociano. Non distinguo bene la linea della vita,  mi pare che si voglia arrestare a metà, poi riprende con un solco labile che si perde nell’attaccatura del polso. La linea del cuore e quella della testa sono attraversate  da linee minori che pare vogliano congiungerle, creare un ponte tra ragione e sentimento. Della linea del destino non so nulla, come nessuno, visto che il destino non è nelle nostre mani, anche se c’è chi pensa il contrario.

Una storia, una storia che non sia quella di un uomo che  ha passato i cinquanta e che sente languire dentro di sé desideri, che vede la sua vita come due solchi paralleli tracciati in profondità e da cui è sempre più difficile uscire. Una storia che emozioni innanzi tutto chi la scrive e che venga letta con interesse da chi la  vede scorrere davanti a sé lungo le pagine del testo.

Ho provato a descrivere la vicenda di un uomo che intraprende il suo viaggio estremo verso San Diego, dove lo termineranno, lo uccideranno con un cocktail di farmaci indolori e legali, nel 2027. Ma l’ho fatto viaggiare in luoghi che non conoscevo e il mio personaggio si è perso in un Kazakistan di cui non so nulla, a eccezione della visione grottesca che ne fornisce ”Borat”, un luogo di malaffare abitato da puttane, antisemiti, masturbatori incalliti, ladri e  ricettatori. E non ho voglia di farlo tornare su rotte conosciute, come un Antonio Nasar del futuro, verso Lisbona, l’Atlantico, il Messico, la bassa California, San Diego.

Eppure tra Lisbona  e il Messico qualcosa è rimasto, un insieme di ricordi che non stingono come calzini lavati male, suggestioni che collegano il Bairro Alto con  le spiagge di Oaxaca, le dune di Carrapateira e le architetture coloniali di Guanajuato e Zacatecas, le stradine dell’Alfama e gli assi stradali che attraversano il Distretto Federale.

Strano, quando torno in Portogallo o in Messico respiro l’aria di un tempo, rivedo persino il traffico demente che assedia la capitale con affetto, scorgo le case a due piani che lambiscono le arterie a otto corsie con piacere, il segno che quella città è rimasta in piedi, anche se aumenta di 300.000 persone ogni anno. Poi, un po’ per volta, inizio a cogliere un’estraneità che s’insinua in me: non è la città a essere cambiata, sono io e questa realtà mi colpisce come una rivelazione seccante e inopportuna, ma vera, vera come un’emicrania e fastidiosa come il senso di affanno legato all’altezza.

Una storia, voglio una storia.

Avanti, iniziamo.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/10/08 alle 09:34 via WEB
TESTINA SEMPRE QUI PER FARTI PUBBLICITA'?
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 28/10/08 alle 12:52 via WEB
In genere questi messaggi (pochi) li cancello. Ma questo è particolarmente scemo e lo lascio per il divertimento dei miei lettori... :-) W.
 
   
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 01/11/08 alle 10:34 via WEB
hahaahah bravo Claudio!
 
DolceA0
DolceA0 il 28/10/08 alle 16:28 via WEB
in effetti bisognerebbe scrivere di quello che si conosce. Rivediti 2046 magari ne trai qualche spunto...
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 28/10/08 alle 17:15 via WEB
"2046" ha già ispirato una pagina di un mio romanzo... in ogni caso mi è piaciuto moltissimo e lo rivedrei volentieri. ciao, Dolce. W.
 
onice0
onice0 il 28/10/08 alle 19:05 via WEB
E' difficile dare consigli su una nuova storia ad uno come te Wri...forse dovresti esplorari "nuovi mondi" dove non ti sei mai inoltrato,incontrare nuove culture...il sudafrica, per esempio, ti offrirebbe dei magnifici scenari dove imbastire qualche storia ma...dovresti visitarlo. Chi ci va, a volte, non vuole più tornare,lo chiamano "mal d'Africa" chissà perchè, magari tu potresti chiarire anche questo concetto.E' solo un consiglio,piccolo piccolo. Un sorriso
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 28/10/08 alle 21:30 via WEB
Grazie dei suggerimenti, Carmen. Indubbiamente l'Africa è un continente di straordinario interesse, sia nelle sue bellezze e ricchezze culturali, sia nei suoi drammi e nelle sue tragedie. Credo tuttavia che la difficoltà a dipanare una nuova storia sia legata più alla fase che attraverso e che sta attraversando il paese che alla mancanza di contatti con altre culture. Un abbraccio. W.
 
   
onice0
onice0 il 29/10/08 alle 12:15 via WEB
Mi dispiace per la fase, spero transitoria, che stai attraversando e per quanto riguarda quella del nostro paese, bè che dire mi sembra sia essere il risultato di decenni di mala amministrazione, di lobby e parentopoli di cui tutti conoscevano l'esistenza ma a tutti faceva comodo. Ora siamo alla resa dei conti e chi non ha mai goduto di certi privilegi sarà quello più colpito. Tutti gli altri se la caveranno come sempre. Un abbraccio
 
     
falco58dgl
falco58dgl il 29/10/08 alle 13:51 via WEB
Il paese è messo davvero male, Carmen. Si sta elevando un muro di paura e di indifferenza, di rifiuto per chi è diverso da noi per razza, censo, ricchezza. Temo che il peggio debba ancora attivare, vorrei sbagliarmi. In realtà, non attraverso una vera e propria fase di sterilità, solo che mi riesce difficile creare nuove storie: scrivo recensioni e pezzi sull'attualità, su questa cappa plumbea in cui siamo immersi. Un forte abbraccio. W.
 
altro_che_mela
altro_che_mela il 28/10/08 alle 22:39 via WEB
ho letto tra le righe, dove scorre tristezza. Molto bello quel che hai scritto. Non sei solo. Io sono ammutolita e qualche volta la notte mi manca il respiro. Ciao
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 29/10/08 alle 00:03 via WEB
Lucia, le tue parole mi confortano. E' vero, ho scritto questo pezzo con una punta di tristezza e guardando le linee del palmo della mano, come se avesse potuto rivelarmi qualcosa sul mio prossimo futuro. Sono lieto di sapere che mi sei vicina. Grazie :) W.
 
   
altro_che_mela
altro_che_mela il 30/10/08 alle 23:16 via WEB
Quando si è giù, di solito si consiglia di pensare a chi sta peggio di noi. O agli affetti. Io scelgo questi ultimi, sempre. Sono il riferimento per eccellenza. Buone cose :-)
 
     
falco58dgl
falco58dgl il 31/10/08 alle 13:24 via WEB
Mettere insieme gli affetti con la narrazione di storie dal lato degli "esclusi del potere" mi pare una buona idea, Lucia. L'ho già praticata scrivendo "Diecimila e cento giorni", posso farlo di nuovo. ciao. W.
 
adriana_ar
adriana_ar il 28/10/08 alle 23:37 via WEB
Credo che la sensazione di sterilità creativa non sia altro che una pausa dello spirito che ha bisogno di rigenerarsi per riproporre un nuovo se stesso adeguato ai cambiamenti della vita. Un caro saluto Adriana
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 29/10/08 alle 00:05 via WEB
Adriana, spesso è così. I periodi di silenzio "interno" possono preludere a cambiamenti e a fasi di ricchezza creativa, quando le energie si sedimentano e tendono a riemergere. Un saluto affettuoso a te. W.
 
dreaming_cri
dreaming_cri il 29/10/08 alle 10:39 via WEB
le parole, venate di tristezza, sono cmq uscite dalla tua tastiera...non è un racconto, come lo intendi tu, ma un'accozzaglia di pensieri...xchè non è vero che la tua vena si sia esaurita, hai forse solo bisogno di ricaricare le batterie.....
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 29/10/08 alle 13:44 via WEB
Cri, chi scrive trae vigore da ciò che gli succede intorno. Se ciò che vede è un insieme di brutture, limitazioni, restrizioni degli spazi di libertà, è più difficile ricaricare le batterie... un bacione. W.
 
   
dreaming_cri
dreaming_cri il 30/10/08 alle 14:20 via WEB
può trovare uno spazio dentro di sè che gli dia l'energia necessaria
 
manser11
manser11 il 29/10/08 alle 11:34 via WEB
Sterilità creativa? Figurati! Immagina di essere una caraffa: hai riempito tanti bicchieri per dissetare innumerevoli anime e cervelli. Ora sei vuota. Per fortuna! E' proprio nel tempo in cui non crei che ti... riempi! Spero di aver reso bene il concetto e di non aver detto una banalità troppo grande. Saluti
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 29/10/08 alle 13:47 via WEB
Mi piace l'immagine che proponi, Manser. Spero che la caraffa torni a riempirsi, in genere l'ispirazione arriva all'improvviso e non chiede permesso a nessuno. Ti mando un forte abbraccio e mi permetto di chiederti se stai lavorando a qualcosa di preciso. La tua caraffa appare sempre piena... :) W.
 
   
manser11
manser11 il 30/10/08 alle 10:52 via WEB
No caro writer, la mia caraffa è vuota al momento. Ero partito in quarta con un paio di racconti-romanzi ma mi sono presto arenato. Credo però di aver trovato quello che cercavo: sto buttando giù alcune idee per una favola, una storia per bambini ma anche per adulti. Non a caso una delle mie (tante) aspirazioni è sempre stata quella di fare l'insegnante per cercare di togliere un po' di polvere e di ignoranza dai cervelli dei grandi e impedire che queste si accumulassero nei cervelli dei bambini. Presuntuoso vero?! Un caro saluto e a presto.
 
     
falco58dgl
falco58dgl il 30/10/08 alle 12:51 via WEB
Buona idea quella di scrivere una storia che possa essere fruita anche da bambini. Occorre costruire un modulo stilistico-narrativo particolare, ma, se il risultato è buono, da' una grande soddisfazione. Non è da presuntuosi aspirare a fare l'insegnante, con questi chiari di luna direi che è un'aspirazione chimerica... :-) ciao, Manser. W.
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 29/10/08 alle 14:12 via WEB
E' un periodo questo di transizione, penso per tutti. La politica sembra avere anestetizzato il cervello... è come se stessimo cercando una strada nostra, per conservare quello che di buono abbiamo costruito e per non lasciarci sopraffare dal sonno in cui vorrebbero immergerci. Un mondo migliore penso sia sempre possibile per noi e ormai per i nostri figli, per non lasciarci imbrigliare dalle leggi del consumo e del non-pensiero...
ricordo e voglia di fare, ho letto tra le righe di questo post...
un saluto affettuoso Claudio.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 29/10/08 alle 17:40 via WEB
Sì, Angi, politica e mezzi di comunicazione si danno la mano per ottunderci il cervello e chi non ci sta viene criminalizzato con metodi da stato autoritario. Questo pomeriggio alcuni squadristi hanno picchiato studenti che manifestavano pacificamente sotto gli occhi indifferenti della polizia. Così si parlerà di scontri tra gli studenti e le proteste legittime contro quella schifezza della controriforma Gelmini verranno trattate come un problema di ordine pubblico... Ho voglia di fare, come scrivi, non tanto sul versante dei ricordi, bensì su questo presente. Un abbraccio. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 29/10/08 alle 15:30 via WEB
Secondo me quello che hai scritto potrebbe essere l'incipit di un bellissimo romanzo sulla sterilità creativa, argomento che, guarda il caso, tocca anche quello che sto scrivendo. Il tuo incipit è di quelli che catturano e fanno venire la voglia di andare avanti nella lettura. Dai, prova a partire da qua. cris
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 29/10/08 alle 17:42 via WEB
Crisalide, innanzi tutto benvenuta sul mio blog. Mi hai dato un'ottima idea. Costruire un romanzo in cui un autore che attraversa un periodo di sterilità prova a dipanare la sua storia... Un bacione e grazie del suggerimento. W.
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 29/10/08 alle 20:18 via WEB
Quello che mi è balzato subito agli occhi (che però hanno letto fino all'ultima riga...)è che, tutti i tuoi abbozzi di trama, sono essenzialmente tristi, narrano situazioni estreme, dolorose, disperanti. E' evidente che il mese di novembre e la situazione italiana ed internazionale non danno grosse ispirazioni per cose lievi, vibranti di vita e di entusiasmo. Eppure, almeno per me, più c'è il nero attorno a me e più ho bisogno di distrarmi, di ridere....Un abbraccio!
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 29/10/08 alle 23:54 via WEB
Sì, Carpe, non mi vengono in mente storie allegre, per dire meglio non mi vengono in mente storie, ma solo abbozzi di solitudini e di rinunce. E la cosa curiosa è che questi abbozzi mi infastidiscono, vorrei narrare qualcosa di leggero e luminoso. Cercherò di seguire il tuo esempio e di divertirmi, nonostante la situazione generale... :-) Un abbraccio a te. W.
 
upmarine
upmarine il 30/10/08 alle 00:57 via WEB
Ma non era: una donna, voglio una donna. Comunque certe volte la crisi dello scrittore arriva anche per eccesso di stimoli. Saluti da Up.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 30/10/08 alle 12:48 via WEB
Per uno scrittore una storia equivale a una donna per un single, Up... :) un saluto. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/10/08 alle 14:39 via WEB
Ferma un anziano su una panchina, vai a trovare un malato in ospedale, interroga una suora, guarda i giochi di un bambino e l'arcobaleno tra le gocce di pioggia, ascolta il rumore delle onde. Per uno bravo come te credo non dovrebbe essere molto difficile con tutto questo ritrovare l'ispirazione per scrivere. In bocca al lupo :-) (nnsmettodsognare)
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 30/10/08 alle 22:32 via WEB
Mi viene in mente una situazione rovesciata, in qualche modo emblematica: ero seduto su una panchina e, a un certo punto, si è avvicinato un signore anziano facendomi un cenno, come per dire "vogliamo parlare"? Io ho risposto meccanicamente "se è un testimone di Jehova non mi interessa". Lui ha fatto una faccia stupita e io mi sono scusato balbettando "scusi, mi ero sbagliato, si accomodi"... :-) W.
 
bac.one
bac.one il 30/10/08 alle 21:56 via WEB
Capita, la pagina bianca. Ma non ti sto per adulare: quello che hai scritto è una prosa che prende, affascina, suggestiona. Vi sono idee, spunti, crocevia (a me manca sempre la volontà di seguirne uno). Tu non difetti in poesia e si legge, tra le righe, la voglia di sorprendere e di sorprendersi sempre e l'incipit creativo di storie non banali.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 30/10/08 alle 22:35 via WEB
Grazie, bac.one. Si vede che anche nella sterilità riesco a mantenere una prosa decente... :) W.
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 31/10/08 alle 08:18 via WEB
quest'ultimo commento di bac.one ci può dare l'idea per far ripartire la penna? secondo me si! parla di te, del tuo voler scrivee senza riuscirci, riscrivi la tua storia e le tue immagini, immaginati cosa potrebbe essere la tua nuova vita da NONscrittore, lascia spazio al cuore e agli incubi, lascia spazio ai desideri inappagati (che brutta sta frase fatta!!! scusami) è che mi torna sempre in mente da un libro, DnaceDanceDance di Murakami "un muro incrostato di desideri inappagati" ...era il muro di un albergo di dubbia fama - forza Writer, SPEGNI il PC e accend il cuore, lasciati sopraffare dal dolore, lascia andare la penna ...si proprio la penna o matita sulla carta --- ci proverai? un abbraccio da gianfranco
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 31/10/08 alle 13:20 via WEB
Ho letto recentemente "Dance dance dance" di Murakami e, anche se non l'ho trovato meraviglioso come "Nowegian wood", l'ho apprezzato parecchio. Farò come dici, Gianfranco, proverò ad ascoltare i miei desideri inappagati, quell'insieme di impulsi, rappresentazioni, tensioni che giacciono ancora nell' "inconscio" del testo. Grazie del messaggio, lo considero un atto di vicinanza e una prova di amicizia. W.
 
brubus1
brubus1 il 31/10/08 alle 18:01 via WEB
Capita dei momenti in cui non vengono fuori idee, ma anche in questo caso la tua mano sa scrivere benissimo e concordo su quanto hai scritto. Il nuovo look del blog me gusta.... a proposito di spagnolo... si vede che l'aria del Mexico ti fa proprio bene e ti ritempra..... BUON fine settimana di Ognissanti writer.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 31/10/08 alle 22:14 via WEB
Ciao, brubus, benritrovato... :)Buon fine settimana a te. W.
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 01/11/08 alle 10:39 via WEB
ho talmente voglia di dirti quello che penso, che ho omesso di leggere i commenti (a parte quello del primo commentatore, mi hai fatta ridere, bravo!). Posso dire, che questo post è forse il più bello che tu abbia scritto? ovviamente parlo per me. Vengo qua (e non ci vengo più come prima) e ti leggo, a nudo, come sei tu. Io non ritengo, per quel che mi riguarda, lo ribadisco, che ci debba sempre essere un filo logico. Che poi c'è, eccome.. Ci sei tu, fra le righe, è forse, che le cose evolvono e la tua scrittura non è più liberatoria. Ma ritengo, che anch'essa evolve, e ora, rispecchia, quel che ti trovi a vivere, e la tua stagione, che non è più la stessa. Perdona la presuzione, non vorrei passasse questo, ma leggo tra le righe, qualcosa di me (sono io la donna allo specchio? si, sono io) e mi rivedo anche nelle angosce e nella confusione, poichè tutti vorremmo il classicismo, vorremmo la bellezza pura e semplice, ma la realtà è anche altro, è confusione, intreccio, dramma, conflitti interiori, tempo che inesorabilmente incalza. E a me quello che tu hai scritto è piaciuto... comunque vada, andrà bene. Buon lavoro, Claudio. Un abbraccio. Roberta
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 01/11/08 alle 13:51 via WEB
Roberta, grazie degli auguri. Certo, la vita è "confusione, intreccio, dramma, conflitti interiori, tempo che inesorabilmente incalza", come hai scritto. Chi scrive parte da qui e cerca di proporre qualcosa che riesca a dare forma a ciò che è informe, a mettere un po' di ordine nella confusione (anche rappresentandola), a elaborare i propri conflitti interiori e trasformarli in storie. Un po' per volta, stanno affluendo nuove idee. Quando sentirò che queste idee si trasformano in progetti di scrirrura, la sterilità sarà superata ;-) Ciao. W.
 
arimatec
arimatec il 04/11/08 alle 16:16 via WEB
Writer, che saudade ho di Lisbona. Se non lo hai letto ti consiglio
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 04/11/08 alle 17:04 via WEB
"Che saudade ho di Lisbona" è il titolo, Ari? e L'autore chi è? Un caro saluto. W.
 
maryrose6
maryrose6 il 05/11/08 alle 02:28 via WEB
Eh, si...!Meno male che anche i grandi scrittori hanno delle defaiance. pensavodi essere l'unica a non riuscire più a scrivere qualcosa di decente. Sono periodi così trattenuti da altri pensieri,la mente vaga e non formalizza nulla di concreto. Ma anche questi sono momenti della vita. Non ti è mai capitato di sentirti fortemente infantile ? Bhe a me capita, a volte, ma non mi vergogno, amo la fanciullina che porto dentro. Dai, coraggio e buona scrittura, sarà un piacere leggerti maestro....ciaooooooooooooooooooooo
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 05/11/08 alle 03:10 via WEB
Grazie, Marinella. farò tesoro delle tue osservazioni... W.
 
ciaodolce
ciaodolce il 12/11/08 alle 17:22 via WEB
Oh oh...succede anche a noi semplici scrittori di un diario personale, tranquillo.....ciao W., un abbraccione.
 
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(in seguito a uno spiacevole episodio
avvenuto su un blog della community)

 

LA RECENSIONE

usumacinta

DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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