Creato da falco58dgl il 26/09/2005

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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.

 

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Berlusconi- Annunziata: 2016 

Forse qualcuno di voi ricorderà un'intervista che la giornalista Annunziata fece a Berlusconi alla vigilia delle elezioni del 2006, in cui Berlusconi abbandonò lo studio televisivo a metà intervista lamentandosi per la "faziosità" delle domande. Ho immaginato un altro incontro tra i due, nell'anno 2016. Della serie: futuro catastrofico... :-)  

-         Buona giornata a tutti voi. Oggi abbiamo un’intervista  veramente eccezionale. Il presidente della Repubblica Silvio Berlusconi ha accettato, per la prima volta dall’inizio del suo mandato, di  intervenire in un programma del servizio pubblico. Ne siamo onorati.

-         Il piacere è mio, signora Annunziata.

-         Presidente,  da quando è stato eletto col 68% dei consensi nella prima  campagna elettorale delle presidenziali, lei non si è mai presentato in televisione, a eccezione dei messaggi  di fine anno alla nazione. Come mai?

-         Ha detto bene, Signora Annunziata, sono stato eletto da quasi il 70% degli italiani che mi hanno conferito l’incarico di guidare il paese per sette anni. Rispondo a loro e non alle domande dei giornalisti.

-         Perché ha deciso in questo caso di fare un’eccezione?

-         La domanda corretta sarebbe stata: perché ha deciso di farsi intervistare da una giornalista faziosa che, in altri tempi, aveva cercato di censurarmi?

-         Presidente, da allora sono passati dieci anni e molte cose sono cambiate…

-         E’ vero, signora Annunziata, il mondo è cambiato. Il Comunismo è stato sconfitto in modo definitivo nel 2012, in seguito alla liberazione Americana di Cuba, del Venezuela e della Corea del Nord. Il terrorismo islamico è stato disintegrato dall’offensiva sui siti nucleari e sui depositi missilistici strategici iraniani e con l’occupazione delle forze multinazionali dell’Arabia Saudita e del Pakistan. Il Presidente Negroponte  si è  personalmente felicitato con me per il nostro impegno  militare in Iran, che, come è noto, vede la presenza di un nostro contingente di 55.000 uomini. Fini è stato eletto presidente della commissione Europea e Letta  guida il governo da sei anni con ottimi risultati. Ho pensato che un atto di generosità nei suoi confronti sarebbe stato  compreso dall’opinione pubblica.

-          Grazie, signor Presidente. Devo darle atto che, dopo sei anni di  lontananza dal servizio pubblico, sono stata riammessa in Rai grazie al suo intervento. Qual è la sua opinione sulla situazione iraniana, dopo che un’esplosione nucleare ha causato 1.400 vittime nel nostro contingente e più di 200.000 morti tra la popolazione civile?

-         Sono i costi della democrazia, Signora Annunziata. O avrebbe preferito, insieme  ai suoi sodali comunisti, che quella bomba fosse stata sganciata sul territorio italiano? Si è forse dimenticata dell’azione terrorista che  ha colpito la stazione Termini causando cinquemila vittime innocenti, del Colosseo distrutto mentre sua Santità Giovanni Paolo III celebrava la messa solenne  del venerdì di Pasqua e  dell’attacco al grattacielo Pirelli che ha causato una quantità di morti pari alla metà dell’undici settembre?

-         No, presidente, non me ne sono scordata. C’è chi dice che quegli attentati  sono stati il prodotto di una politica dissennata che ha  causato, con l’intervento nel Medio Oriente, quasi un milione di  morti e che ha portato il prezzo del petrolio a 250 dollari il barile.

-         Mi stropiccio  le orecchie,  signora Annunziata. La sua malafede rasenta il grottesco. Ma questa volta non sarò io ad andarmene. Mi faccia domande corrette e rispettose, altrimenti sarà lei a dover abbandonare la poltrona su cui siede.

-         Presidente,  vuole dire qualcosa  sulla riabilitazione del Fascismo e sulla modifica alla costituzione nella parte che riguarda  la repubblica presidenziale e l’abrogazione dell’articolo che vieta la ricostituzione del partito fascista?

-         Aver accostato la repubblica presidenziale al dibattito in corso sul ventennio (che produsse effetti incommensurabilmente minori delle dittature comuniste che hanno sterminato 90 milioni di esseri umani) è un’altra prova della sua faziosità e della sua mancanza di professionalità. Come tutti sanno, il suffragio diretto per l’elezione del presidente della Repubblica, introdotto tre anni orsono, con poteri simili a quelli del presidente degli Stati Uniti, è stata un’operazione democratica di straordinario significato. Dopo le parentesi di Napolitano, costretto a dimettersi nel 2009 per problemi di salute e la nomina di Pisanu per gestire la transizione, abbiamo finalmente un presidente che governa l’esecutivo e indirizza il potere legislativo e  giudiziario su linee di trasparenza e correttezza. La “riabilitazione” (come lei l’ha chiamata) del fascismo riguarda la storia e il dibattito politico più generale, a partire dalla considerazione che non possiamo rimanere prigionieri di eventi accaduti ormai  ottanta anni fa.

-         Israele  ha vigorosamente protestato contro queste sue affermazioni…

-         Israele   dovrebbe ringraziarci per aver fermato il progetto di sterminio perpetrato dall’Iran. Se avessimo dato ascolto ai movimenti pacifisti  che predicavano la neutralità dell’Europa nel conflitto, Israele sarebbe un campo di rovine e avrebbe avuto ben più dei 60.000 morti causati  dai missili nucleari iraniani su Tel Aviv.

-  Presidente, un’ultima domanda…

- L’ha già fatta, Signora Annunziata. Adesso, mi consenta di rivolgermi direttamente agli italiani…

 

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alexisdg10
alexisdg10 il 13/04/08 alle 22:09 via WEB
brivido di terrore.
 
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DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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