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La vita è romanzo

Post n°204 pubblicato il 09 Giugno 2007 da Kastania
 

Il primo che si azzarda a dire che nella vita quotidiana non c'è romanzo, lo infilzo a morte con la penna.

Metro, ora di punta. Vagone rigurgitante,cosa strana per quell'ora, ma è quasi estate e tutti ci si muove di più.

Le cuffiette del mio deliziono Ipod mi trasmettevano a pieno volume la registrazione di radio RTL della prima mondiale di Giuletta e Romeo, il nuovo musical di Cocciante.

Dato per assunto che io non amo i musical... ma li adoro letteralmente, adesso vi racconto il motivo di questo post romanzesco.

Ascoltavo deliziata le parole, i giuramenti d'amore dei due celebri innamorati.

Giulietta Giulietta
la mia voce e il tuo nome
sulle labbra e nel petto
fanno insieme l'amore

Ho voglia di te
abbandono il mio nome
e vengo da te
e tu chiamami amore

L'amore
che fa rischiare la vita
se qualcune mi scopre mi uccida
sto già morendo d'amore

Giulietta Giulietta
se la vita è morire
ho vissuto la vita
per morire d'amore
qui


A questo punto, la lama del mio sempiterno cinismo mi spinge a rammentare che questa è una storia, iconografia di un amore irreale, o forse tanto profondo ed inteso perchè durato tre giorni.

Nessuno muore d'amore, per la precisione non c'è amore che sopravvive alla vita stessa.

Se Giulietta e Romeo fossero rimasti sposati dieci anni, li ricorderemmo non per l'immenso amore ma per una costosissima causa di divorzio, con parenti ed amici di entrambi a deporre in tribunale nel migliore sile Kramer contro Kramer.

Davanti a me, quasi a conferma di questo, due fidanzati che litigano.
Notare che l'intera scena per me avviene come in un film muto, dal momento che il sonoro è occupato dalle note della canzone.

Eppure, nonostante la situazione sembri degenerare, nonostante sicuramente stiano volando parole grosse visto che la vecchietta seduta accanto a loro strbuzza gli occhi indignata e guarda malissimo il ragazzo e con grande compatimento la ragazza, qualcosa accade.

I due si guardano, la mimica ( e i toni, immagino) si smorzano.
E quando arriviamo al capolinea quasi nemmeno se ne accorgono, avvinghiati l'uno all'altra come due cozze a uno scoglio.

Esco dalla metro e mi precipito da Big, che sta lavorando.
Ed incurante delle altre persone, prima ancora che possa sillabare un saluto lo prendo e gli do un bacio da far impallidire la migliore tradizione hollywoodiana.

Vi risparmio l'espressione sorpresa e stupita che mi ha scoccato.

Però lo ammetto.

Un viaggio in metro mi ha fatto recuperare un po' di fiducia sulla longevità dei rapporti di coppia.

 
 
 
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