Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

la memoria dispersa

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« SE...IMMAGINANDOQuello strano malessere... »

STRADE


La strada, non solo un tratto d'asfalto o non, che bene o male accoglie i nostri passi svelti, affaticati felici, ma anche il viaggio inteso come possibilità, incontro, nonché l'esplorazione  dentro e fuori di noi che spesso ci accompagna lungo strade impervie e sconosciute.

L'accostamento  più immediato va al libro di Kerouac, quel capolavoro letto in gioventù che mi ha aperto infiniti mondi stuzzicando la mia voglia di scoprire, andare verso luoghi sconosciuti con l'unico intento di tacitare una  sottile inquietudine inspiegabile a parole.

La storia di Sal e Dean i due protagonisti del viaggio on the road in un'America i cui gli spazi infiniti  e i paesaggi stupendi contribuiscono ad acuire l'urgenza di andare,  è tutta riassunta in questo bellissimo passo del libro

"Sal, dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo"

"Per andar dove, amico mio?"

"Non lo so, ma dobbiamo andare".

dove la non meta costituisce la meta del loro bisogno di muoversi, affamati di vita e di sperimentazioni di ogni tipo.

E la strada è anche il bellissimo libro di Cormac McCarthy che conduce il lettore a fare i conti e a interrogarsi sul suo senso di genitorialità, abnegazione e amore.

La strada  in questo caso non è che la rappresentazione dell'esistenza, la lotta condotta da un padre di fronte a una situazione catastrofica, apparentemente senza via d'uscita, in cui il ruolo padre-figlio viene ribaltato dal tentativo del figlio di strapparlo al  buio interiore che lo divora.

Si tratta di temi forti ma la strada intesa come "cammino" non è solo sofferenza e introspezione. E' anche il luogo della partecipazione, della conoscenza, dello scambio e soprattutto dà l'idea di movimento e si presta ad essere utilizzata come metafora della vita.

A questo proposito il pensiero non può non andare al film La Strada, capolavoro di Fellini, con un'insuperabile Giulietta Masina che ancor oggi commuove per quel miscuglio di ingredienti tristi e grotteschi che non sono che un pretesto per rappresentare il viaggio di Zampanò e Gelsomina, un viaggio che li condanna entrambi a un epilogo tragico ma catartico. La cattiveria di Zampanò che sottopone Gelsomina a ogni tipo di angherie e crudeltà si stempererà alla fine in un pentimento tardivo ma sentito e profondo che riuscirà ad umanizzare la sua anima anche se ormai Gelsomina, personaggio poetico nel suo incanto naturale è irrecuperabile nella sua follia.

L'arco della nostra esistenza è pieno di ostacoli, curve, rettilinei ma anche dossi, salite, discese che però possono aprire scenari e paesaggi favolosi.

Sta a noi percorrerla alla giusta velocità e rispettarne o meno limiti e divieti.

 

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Commenti al Post:
gaza64
gaza64 il 23/05/14 alle 10:14 via WEB
Una metafora piena d'imprevisti così come l'immagine figurata di una strada, inevitabilmente, ci rimanda. E non esiste un modo solo di percorrerla, a meno che, a tratti, non sia condivisa. Dentro o fuori di noi, quella strada non è mai una sola, ma intersecata da mille altri incroci, deviazioni e fermate obbligate: a rimirare intorno o per essere osservati. Affollata o deserta da non esserlo mai abbastanza, ché i passi di chi ci ha preceduto si vedono ancora e quelli che dopo di noi arriveranno, si vedranno...E' stato bello percorrerla qui, così:) Grazie Loretta e buona giornata...
 
 
lorifu
lorifu il 27/05/14 alle 21:58 via WEB
Come dici tu una strada con mille deviazioni, incroci, tappe obbligate e non. Una strada già percorsa da altri e che altri percorreranno…una strada che segna la nostra vita. Buona serata Gabriella. :-)
 
il.cuculo
il.cuculo il 23/05/14 alle 10:16 via WEB
La strada e le sue possibilità, i suoi bivi, le occasioni e le scelte. La che non sempre è liscia o asfaltata, la strada che anche se piena di buche è sempre la linea che attraversa il paesaggio fino ad oltrepassare l'orizzonte.
 
 
lorifu
lorifu il 27/05/14 alle 21:59 via WEB
In te c'é sempre la proiezione verso l'oltre, quello che non sempre si può definire a parole. :-)
 
Vince198
Vince198 il 23/05/14 alle 10:21 via WEB
On the road l'ho letto tanto tempo fa e da quel che ricordo ha un "sapore" autobiografico, oltre il fatto che da molti critici venne considerato il simbolo della beat generation, Loretta. Lo stesso Kerouac ammise di averlo scritto in tre settimane e di averlo fatto, oltre che per i contenuti, anche per .. pagare l'affitto (fu spesso in arretrato).. Un tipo strano, senza dubbio, però geniale nella sua capacità di introspezione dell'animo umano. Non conosco il secondo tuo riferimento però l'altro tuo, riferito al film celeberrimo, non sono che la nostra esistenza, proprio una specie di corsa ad ostacoli in cui cadere è quasi un evento normale, rialzarsi e riprendere la propria corsa non è altrettanto facile. Però non abbiamo alternative se non vogliamo "morire" nell'appiattimento di un bene così speciale, unico nel suo genere, che è per l'appunto la vita stessa.
Lo scrisse in termini molto semplici anche la giornalista brasiliana Martha Medeiros in suoi indimenticabili versi , erroneamente attribuiti a Pablo Neruda.. ^___^
 
 
Vince198
Vince198 il 23/05/14 alle 10:21 via WEB
https://www.youtube.com/watch?v=M6gqrCeKvgs" .. ^___^
 
 
lorifu
lorifu il 27/05/14 alle 22:09 via WEB
I versi della Medeiros, peraltro bellissimi, sono diventati un cult ed é difficile che qualcuno non li conosca. In questo nostro continuo incespicare, cadere, rialzarsi sta tutto il senso del nostro cammino così ben rappresentato dalla strada che ben si attaglia a metafora della vita. Buona serata Vince...un abbraccio :-)
 
oli.ver1960
oli.ver1960 il 23/05/14 alle 11:43 via WEB
Un incrocio di strade molto bello e interessante. Strade che non hanno indicazioni ma che sono ricche di emozioni, ognuna di essa porta ad un punto preciso "indefinito". Strade in cui la scelta è anche "non scegliere". Strade percorse con le proprie gambe che compiono l'itinerario della nostra esistenza. Ti lascio il mio saluto con una frase di Totò: "La vita è una corsa continua e discontinua" Un abbraccio, Oliver
 
 
lorifu
lorifu il 27/05/14 alle 22:19 via WEB
Strade in cui la scelta é anche non scegliere, una libertà che può costarci cara ma che costituisce pure una forma di rottura nei confronti di una vita preordinata e incasellata entro schemi prestabiliti. Buona serata Oliver :-)
 
ranocchia56
ranocchia56 il 23/05/14 alle 12:34 via WEB
Infatti, le nostre strade sono piene di tutto un pò, magari quando stai faticosamente andando avanti in mezzo a buche, salite, precipizi, ostacoli, non continui per paura di finire inghiottito da un precipizio ancora più grande e invece dietro l'ultimo ostacolo c'è un prato meraviglioso fiorito. Oppure mentre cammini in una strada pianeggiante dove c'è del verde, un pesaggio bellissimo, all'improvviso trovi salite faticose, buche, precipizi ostacoli e cominci a girarci intorno sperando di ritrovare quella strada pianeggiante che a volte ritrovi e a volte no. Sono scelte che dobbiamo fare con il carico di esperienze che abbiamo, scelte da fare con attenzione e pensandoci bene, cercando e sperando di non perdere mai quella luce che dentro di noi può diventare piccola ma è accesa. Un grande abbraccio. Rosa
 
 
lorifu
lorifu il 27/05/14 alle 22:41 via WEB
Dal tuo pensiero si evince che nell'affrontare le strade impervie non dobbiamo mai perdere la speranza che è quella che ci fa sopportare e superare tutti gli ostacoli che si frappongono sul nostro cammino. Ciao Rosa. Ricambio l'abbraccio :-)
 
eugenia1820
eugenia1820 il 23/05/14 alle 18:55 via WEB
La prima immagine che mi viene in mente sulla parola strada è quella di quando ero bambina e nel quartiere della mi città si giocava per strada, senza pericoli, senza paure.
Adesso la stessa strada è deserta, sembra che i bambini non ci siano più e al loro posto sono parcheggiate le auto : una tristezza infinita.
Lo so che il senso del tuo post è un altro, ma quest'immagine ricorre spesso nella mia mente.
Come già è stato scritto la strada è una metafora per indicare un cammino, un percorso, un itinerario che porta verso una meta e traspone nello spazio l’avventura del nostro tempo. Essere sulla via significa vivere in una prospettiva dinamica, in un movimento costantemente rinnovato, tesi verso un fine, significa quotidianamente affrontare gli ostacoli per procedere, e quotidianamente staccarci da ciò che ci circonda, quotidianamente essere disposti ad abbandonare il conosciuto per rischiare l’ignoto. La strada ci introduce perciò in una dimensione sperimentale di conoscenza, in cui siamo chiamati a mettere in gioco noi stessi e in cui procediamo in proporzione alla nostra capacità di superare le sfide che il percorso frappone al nostro andare.
Ma non c’è senso nell’andare anzi non c’è nessun andare, se non c’è la meta e la volontà di raggiungerla. Solo quando compare una meta cominciamo a essere sulla strada, anche se spesso non è quella giusta.
Un abbraccio, :-))
 
 
lorifu
lorifu il 27/05/14 alle 22:55 via WEB
Bello il tuo commento Eugenia, ricco di stimoli di approfondimento. Non c'è nessuna strada se prima non è nella nostra mente, nel nostro cuore, nel nostro desiderio di movimento e scoperta e anche quando abbiamo camminato tanto possiamo trovarci a un nulla di fatto perché tutto dipende da come siamo in quel momento, quanto siamo cambiati…Possiamo persino accorgerci, arrivati a destinazione, che preferivamo un altro itinerario. :-)
 
occhi_digatta
occhi_digatta il 23/05/14 alle 19:05 via WEB
Ciao Loretta, leggendo questo tuo post mi è venuto in mente tutti i percorsi fatti per la strada, viaggi silenziosi e pieni di speranza. A volte ridevo a volte piangevo in silenzio per non dar adito ad un piccolo frammento di dolore. Si, la strada è piena di insidie..salite, discese, curve..e buche....ma non percorerle vuol dire arrendersi e parcheggiare la vita. Rispetto i divieti..ma a volte un semaforo rosso si può beccare, perchè la mente non ha privazioni e si va ben oltre ad una segnaletica stradale. Piacevole leggerti come sempre amica cara. Un abbraccio on the road forever
 
 
lorifu
lorifu il 27/05/14 alle 23:02 via WEB
Ricco di metafore il tuo commento Serenella. Bello! Mi è piaciuto il tuo riferimento al semaforo, che da strumento di regolamentazione del traffico diventa un lasciapassare per la mente che non si lascia vincolare da obblighi e divieti. Un abbraccio forte, loretta
 
Io_Ivan
Io_Ivan il 24/05/14 alle 09:27 via WEB
Buongiorno Loretta, penso che la strada rappresenti appieno il percorso della vita di ognuno di noi. Spesso ci si lamenta per la salita troppo dura da affrontare, quando poi ci si lancia in una discesa senza freni sembra tutto semplice e leggero. Riflettevo sul fatto che però arrancando in salita, la bassa velocità ci permette di osservare il mondo intorno alla strada, la velocità della discesa ci fa sentire leggeri, ma distratti sul mondo stesso. Sulla strada poi si fanno incontri più o meno importanti, alcuni restano a percorrere la nostra stessa strada, per poco o per sempre, queste persone danno senso al nostro solitario viaggio. Ti auguro un buon sabato e un percorso sereno sulla Strada. A presto. Ivan
 
 
lorifu
lorifu il 28/05/14 alle 10:03 via WEB
Anche le tue sono riflessioni molto interessanti. Ognuno di noi ha una sua idea di come affrontare gli ostacoli della strada e magari nel tempo ne ha tutt’altra percezione. E il viaggio con tutte le variabili spaziali e temporali diventa quell’enorme avventura che è la vita. Ciao Ivan...buona giornata.
 
woodenship
woodenship il 24/05/14 alle 20:55 via WEB
Un percorso molto suggestivo e variegato,punteggiato anche d'orrore e speranza,quello che suggerisci,mia cara lori. Ho letto Keruac,visto il film con Viggo Mortensen ed anche il Fellini che porta on the road i suoi personaggi limite.Nella lettura del tuo post si sono mescolate immagini tra le più svariate ed emozionanti:dal bivacco al bordo della freeway nel deserto,di camionista ed autostoppista;al miserabile fuocherello che scalda padre e figlio appena sfuggiti a cannibali d'oltretomba;per finire al bivacco dei saltimbanchi felliniani,nel contrasto tra la ruvidezza disperata e disperante dell'uomo,e la morbida dolcezza gentile della donna fatata.Il tutto sempre e più che mai giocato sulla strada,su quella condizione dell'anima che in genere chiamiamo "strada".Un artificio,prima ancora che una via di comunicazione.Un artificio che porta via la fantasia,i desideri,le ambizioni,prima ancora che consegnarci ad improbabili destinazioni. Strada che è sinonimo di viaggio e quindi di partenze dai mancati ritorni o dai forzati ritorni.In keruac la strada è sinonimo di libertà di spaziare,di lasciarsi portare da un vento di cambiamento e libertà,di novità che è nell'aria e nel cuore delle persone.Sulla strada di McCarthi,invece regna il dolore,lo sbigottimento,la feroce lotta per la sopravvivenza disperata e ad ogni costo.Cosa che appare immotivata all'apparenza,data la natura sconosciuta della catastrofe,non fosse che per quel tenero bimbo che richiama a doveri e valori che gli adulti hanno rimosso proprio in nome della sopravvivenza.Per infine giungere a Fellini e ai suoi saltimbanchi:potrebbero essere davvero felici entrambi,non fosse per quella rudezza d'animo dell'uomo che costella i chilometri di strada di angherie e sopraffazioni,tipico di chi vive il viaggio come un viacrucis,più che un'esperienza di vita.Cosa che,inevitabilmente,finisce per confliggere con la dolcezza e la passionalità di chi,invece,fa del meravigliarsi e della scoperta d'amore scopo di viaggio...Un percorso,dicevo,molto variegato che ben si presta a metafora dell'esistenza e del nostro modo di affrontarla.Quindi non posso che complimentarmi per la scelta che contrappone proprio diversi punti di vista ed approcci,per giungere alla conclusione condivisibile che,la predisposizione d'animo dell'individuo, finisce per incidere molto sullo svolgersi del viaggio per le strade non solo metaforiche della vita.Una condizione che definirei decisamente irrinunciabile..............Complimenti per le scelte ed un caro saluto con un abbraccio di stelle e l'augurio per un fine settimana sereno........W.......
 
 
lorifu
lorifu il 28/05/14 alle 10:17 via WEB
Grazie Wooden per il tuo excursus che rafforza con felicissime osservazioni quello che ho cercato di rappresentare attraverso scelte letterarie che a mio avviso danno l’immagine del nostro viaggio visto da angolature diverse. Viaggiare, fuori, dentro, con la mente, il corpo, l'anima, percepire le differenze, di colori, odori, sapori, incontrare e accogliere per realizzare quella unità fatta di tante particelle frammentate in un cammino incessante e inesauribile perché inesauribili sono le vie della conoscenza. Non c'è una fine al viaggio. Anche l'ultimo, il più intimo, personale, è pur sempre un andare… così dicevo in un post di qualche tempo fa e mi pare che sia la naturale conclusione a quanto su esposto. Un abbraccio forte. :-)
 
ilpiccolocactus
ilpiccolocactus il 26/05/14 alle 22:38 via WEB
Ora, vorrei percorrerla solo in discesa. Un bacione.
 
 
lorifu
lorifu il 27/05/14 alle 23:04 via WEB
Ci siamo quasi...piccolocactus. :-))
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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