la memoria dispersa
un mondo di affetti perduto (ricordi, pensieri, riflessioni)
TEMPO
Il tempo che passa è tiranno ma è l'attimo che conta, l'attimo che ti prende, ti fa pensare, ti fa sentire, racchiude un mondo, ti fa passare oltre...
Ci sono amori che non muoiono mai, anzi traggono forza dalle rovine, così come ci sono vite che muoiono nel momento di esplodere in tutta la loro bellezza.
La vita e l'amore sono atti di coraggio.
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Post n°508 pubblicato il 19 Gennaio 2015 da lorifu
Tag: American Sniper, ANALISI, Clint Eastwood, EMOZIONI, film, guerra, Irak, opinioni, recensione, RIFLESSIONI, Usa
American Sniper è un film di guerra, sulla guerra, ed è diretto da un Clint Eastwood quanto mai ispirato nonostante l'età e di idee notoriamente repubblicane, ragion per cui non gli si può imputare l'americanismo straboccante e la sua posizione riguardo alla guerra in Irak.
Nel momento stesso in cui ci sediamo in poltrona sappiamo che vedremo un war movie secondo l'ottica americana senza mai avere la percezione di assistere a un film di propaganda, perché il vecchio Clint ha l'onestà intellettuale di raccontare una storia, peraltro vera, scivolando raramente nella retorica spicciola alla quale una certa cinematografia americana ci ha abituato.
Se riuscissimo a svincolarci da pastoie ideologiche e immiserimenti culturali capaci di limitare la nostra capacità di valutazione, potremmo gustare un buon film che senza la pretesa di essere un capolavoro regala momenti di alta intensità emotiva.
Eastwood riesce a confezionare un prodotto in cui i momenti topici, quelli più spettacolari ed emozionanti risiedono proprio nelle devastanti scene di guerra, ricostruite in modo crudo e reale tanto che allo spettatore pare di esserci dentro, provando una sorta di repulsione e orrore.
Solo la scena della tempesta di sabbia varrebbe la visione ed è degna di rimanere negli annali della cinematografia perché riesce a restituire un'immagine di devastazione dove la mancanza di visibilità causata dal sottile polverone crea una rarefazione non solo fisica nascondendo la dinamica delle azioni lasciate solo all'intuizione dello spettatore in balia di sensazioni e riflessioni per nulla scontate.
E la storia del soldato Chris Kyle, cow boy sempliciotto cresciuto in un ambiente retrivo dove la parabola inculcatagli dal padre sul lupo, agnello e cani da pastore è tutto quanto gli è bastato per costruire il suo bagaglio di valori e di certezze sul senso della vita e su quello che lui ritiene il suo Paese voglia da lui, è semplicemente la storia di un uomo, un uomo come tanti, dalla mira infallibile messa al servizio della sua nazione.
Sopravvissuto agli orrori della guerra con le sue 180 uccisioni in quattro turni di circa un migliaio di giorni soccomberà, ironia della sorte, proprio per mano di un reduce come lui.
Grande merito a Eastwood che è riuscito a non rendere plateale il sentimento di orgoglio nazionale, concludendo il film in maniera sobria e asciutta omettendo appigli consolatori.
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BURANO 2020
Tu credi di incontrare l’amore,
in realtà è l’amore che incontra te
nei modi più strani,
inaspettati, involontari, casuali.
A volte lo confondiamo col bene
e lo surroghiamo.
Spesso siamo convinti sia amore,
fingiamo sia amore,
e leghiamo noi stessi
a una indistruttibile catena
frutto dei nostri desideri mancati
dei nostri sogni sopiti
delle nostre abitudini
delle nostre paure
delle nostre comodità
delle nostre viltà
dei nostri calcoli
della nostra apatia
dei nostri falsi moralismi.
Ma quando arriva, se arriva,
lo riconosci,
come “il sole all’improvviso”
sconvolgente, coinvolgente,
totalizzante, esclusivo,
fusione di corpo e anima
osmosi perfetta.
Se finisce,
un dolore muto, senza fine.
loretta
Come per un certo tipo di storia insegnata a scuola, non credo che la riproduzione cinematografica di certe situazioni possa avere alcuna utilità, se non quella di spettacolizzarla e quindi diffonderla tra chi, al contrario, sarebbe meglio ignorasse.
Splendida sera, Gabriella...
La tua recensione è la più equilibrata e completa. Ho letto quelle ufficiali ma parlavano solo di scontro di civiltà ma non di cinema. Il giorno dell'uscita del film ero al cinema per un altro film*. Non capivo l'entusiasmo per american sniper in una piccola città, domenica sera. Ero un po' arrabbiato perché gli sniperiani (media 40 anni) erano la maggioranza e occupavano la hall impedendo l'ingresso alle altre sale. Non prendermi sul serio. Non sono un critico d'arte ma soltanto un criticone polemico. Clinteastwood è un grande attore, ottimo regista ottima carriera ma per me è sempre ingessato nello stesso personaggio fin dal debutto. Non è molto grato a Sergio Leone che l'ha scoperto. Parla di lui ma è convinto di essere arrivato da solo. Un giorno decise di smettere con il western. Ha fatto peggio (Harry, Gallagher) sempre Buono, cambiava solo la scenografia: auto o moto o addirittura autobus al posto del cavallo da cowboy. Quando fa il cattivo è sempre per un buona causa. Insomma è Americano.
* Gone girl, deludente come il libro