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Post n°211 pubblicato il 16 Marzo 2016 da deteriora_sequor
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Post n°209 pubblicato il 12 Marzo 2016 da deteriora_sequor
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Post n°208 pubblicato il 08 Marzo 2016 da deteriora_sequor
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Post n°207 pubblicato il 04 Marzo 2016 da deteriora_sequor
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Post n°206 pubblicato il 01 Marzo 2016 da deteriora_sequor
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Post n°205 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da deteriora_sequor
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Post n°204 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da deteriora_sequor
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Post n°203 pubblicato il 15 Febbraio 2016 da deteriora_sequor
"Sorpresa!!!" L'urlo gli echeggiò nei timpani fino a stordirlo momentaneamente. Poi si girò in tre quarti verso la porta e una figura snella e longilinea sbucò da sotto il tavolino per balzargli davanti al letto allargando le braccia in un gesto di sberleffo. Era una donna che aveva superato i cinquant'anni ma tratteneva ancora le vestigia di un'antica bellezza. Alta e magra, possedeva il tipo di volto che si attribuisce solitamente alle giovani donne, con poche tracce di rughe e una fronte sgombra dai troppi, inutili pensieri della maturità. Mostrava con impeto una fanciullezza che non s'era ancora estinta, e una giocosità irrequieta che un profano avrebbe potuto considerare poco in accordo con la solidità degli anni. Vestiva in modo sbarazzino un completo maschile completo di bastone da passeggio e cappellino tirolese, e il volto le si era arrestato su una risata contagiosa ma irritante, del genere che potete trovare su una cugina dispettosa o una sorella invadente. Il tipo di risata a cui non potete fare a meno di unirvi pur provando le farfalle nello stomaco e un nodo alla trachea. Questo era l'elemento femminile che s'era lanciato innanzi al letto di Bobby e che si produceva in tutta una serie sconcertante di smorfie e boccacce che avevano il chiaro, patetico intento di strappare un sorriso a Robert Byron Fawcett. "La solita pagliaccia." Pensò lui mentre si sedeva sul bordo del letto e cercava le pantofole, l'unica attrezzatura da camera su cui poteva contare avendo egli avuto cura, la sera precedente, di mettersi a letto completamente vestito tranne i pesanti scarponi da montagna. Infilate le pantofole si levò un tutta la sua povera altezza e squadrò prima la madre e poi il suo più giovane amante, avendo ben cura di non celare la piega amara della bocca. "Che sei venuta a fare, mamma? Come vedi non è ancora il momento del mio funerale." La donna fece una smorfia di disappunto, come a dire :"Guarda che figlio che mi è toccato! Nemmeno in grado di apprezzare una buona performance comica!" Poi, però, si ricompose immediatamente e s'appressò ad Anthony Montague strappandogli la sigaretta dalle dita e scagliandola fuori dalla finestra. "Tony! Nemmeno le regole più elementari conosci in queste situazioni." Finalmente Bobby sorrise e notò con espressione asciutta e furba :"Non è un problema. Il fumo, come tubercolotico, non mi infastidisce. Semmai la puoi chiamare una mancanza di tatto. Ma, fisicamente, non è il tabacco altrui che mi porterà alla bara. Su questo ci puoi scommettere." "Oh, Byron..." accennò Louise Jordan che, chissà perché, chiamava l'unico figlio con il secondo nome. "Perdonamelo. Sai com'è fatto Tony: sfacciato, brutale, fastidioso, irritante...Ma, in fondo, è tanto un caro, bravo ragazzo. Lo sai forse meglio di me." Bobby fece un passo avanti verso la coppia e chiese un sorso di grappa dalla bottiglietta che sapeva sua madre portare sempre con sé. Lei lo guardò con fare canzonatorio e si levò una fiaschetta ricoperta di pelle che portava sul petto, la sfilò da sopra il collo e gliela porse. L'uomo si bagnò le labbra, poi accostò il piccolo delizioso contenitore e ne calò un robusto sorso in gola. Il viso gli si accese, insieme a una rabbia lungamente repressa. Poi avvolse i due in uno sguardo che poteva incendiare e, lento e letale pronunciò a bassa voce :"Sei venuta a guastarmi la festa, vero mamma?" (Continua) |
Post n°202 pubblicato il 09 Febbraio 2016 da deteriora_sequor
Si svegliò che qualcuno lo stava toccando sulla guancia con un dito. Un gesto irritante e volgare che lo infastidiva persino nel sonno. Spalancò gli occhi e tutto gli si fece chiaro in pochi secondi. Tornò alla luce e alla coscienza mentre metteva a fuoco la stanza e i suoi contorni. L'unica cosa che non gli tornava era quel dito sulla guancia. In un baleno pensò di avere sognato e di essersi mosso nel letto in maniera da ottenere un effetto fisico spiacevole. Sollevò la testa e fece per guardarsi intorno con uno strano presentimento e un peso che, rapidamente, gli si allargava sul cuore. Si girò e si mise a sedere stropicciando le coperte. Poi guardò in giro e il suo sguardo si posò subito su una figura in penombra che occupava una delle sue poltrone, mentre un filo di fumo usciva all'altezza della bocca spargendosi in volute sottili verso il soffitto. Le imposte parzialmente chiuse gli impedivano di riconoscere quella persona ma un sospetto atroce e confuso si faceva largo nella sua coscienza e lo costringeva a respirare a piccoli ansimi, come se dei ricordi spiacevoli gli venissero incontro con una folata improvvisa, spezzandogli il fiato e costringendolo a sbattere voticosamente le palpebre. "Mamma?" disse con una nota nella voce che sembrava sul punto di frantumarsi. La figura, improvvisamente, si sollevò dalla poltrona e si diresse verso le finestre. Le aprì, poi fece la stessa cosa con le imposte, facendo entrare un riverbero accecante in tutto il locale. A Bobby furono necessari alcuni istanti per rendersi conto di chi gli stava di fronte. Quando lo realizzò la sua mascella cadde e un forte senso di repulsione gli invase le membra appena ritemprate. "Caro Bobby, non sta bene dormire fino a tardi nella mattina inoltrata, mio dolce pigrone." La voce da uomo aveva un timbro languido e decadente, come quello di una donna di piacere consumata da mille amplessi, e i suoi echi si spandevano molli ed imbelli per tutto il perimetro della stanza. Bobby non riuscì a reprimere un brivido. "Sir Anthony Montague, a quanto sembra... mi vorrebbe fare il piacere di pormi a conoscenza del modo in cui si è introdotto nel mio rifugio? anche se, purtroppo, tempo di saperlo con fin troppa sicurezza." L'uomo interrogato da Bobby non accennò il minimo movimento tranne l'accenno di un sorriso maligno e felice ai bordi delle labbra. Ora si poteva vederlo in tutta la sua complessione. Era un uomo minuto, di età intorno ai trentacinque anni, vestito con cura da cittadino in trasferta, un cappotto azzurro lo cingeva, completato da pantaloni di flanella e da stivaletti neri lucidissimi. Teneva in mano un cilindro fuori moda ma elegantissimo con una fibbia d'argento al centro. Il suo volto era ombreggiato da una lieve, curatissima peluria e capelli forse un po' troppo lunghi per la sua età gli cadevano inanellati sopra la fronte spaziosa costeggiando, quasi, gli occhiali a pince-nez. Di torace era molto magro, ma non di quella esilità che può suggerire la malattia, bensì la tonica e costituzionale gracilità di un uomo aduso a molte perversioni. La pelle sulle guance era liscia e di un pallore addirittura sconcertante, non fosse stato in perfetta armonia con il resto del personaggio. Bobby assunse tutta la durezza che gli consentiva un cuore balzatogli in gola. Con voce il più possibile ferma domandò "Mamma è qui?". (Continua) |
Post n°201 pubblicato il 05 Febbraio 2016 da deteriora_sequor
Proseguirono l'uno fianco all'altro e tenendosi per mano. Nessuno dei due capiva a cosa stava andando incontro, ma non importava. Non v'era nulla di più bello che camminare lungo quella stradina d'alta montagna senza incontrare anima viva e scambiandosi rapide e timide occhiate come due adolescenti. Procedettero sin quando le gambe si indolenzirono a entrambi. Bobby accennò a un incrocio, e disse che, prendendo a sinistra, si poteva rientrare alla clinica. Alice diede in un sorriso e annuì con il capo. Giunti sul posto imboccarono una discesa abbastanza ripida e accelerarono il passo. S'era fatto tardi e il sole stava scemando inesorabilmente mentre, forse, c'era già chi si stava preoccupando per loro. Arrivarono a sera inoltrata con le guance in fiamme e le giunture doloranti. Gli addetti della Clinica non fecero una piega e non si peritarono di rimproverarli (del resto erano clienti di prima classe). Loro si salutarono sveltamente nella hall e salirono nelle rispettive stanze. Fecero giusto in tempo a fissarsi lungamente negli occhi e a baciarsi con tenerezza. Poi si separarono, disfatti ma felici. Bobby prese l'ascensore mentre Alice preferiva salire a piedi per favorire la sana attività fisica. L'uomo entrò nella stanza buia e si gettò sul letto senza nemmeno accendere le luci. Era contento come non lo era da tempo e quella pura stanchezza lo riempiva di orgoglio e soddisfazione. Non osava farsi domande e non s'azzardava a cercare spiegazioni; l'unica cosa che gli risaltava davanti agli occhi chiusi era la luce di quel sentimento d'amore rinato, quegli straordinari momenti di complicità e batticuore che li aveva visti uniti per alcune, immortali ore lungo una miserabile stradina polverosa. Pietà? Senso di colpa? Vero amore? La sua testa era come un alveare e l'unica cosa indiscutibilmente certa era che la sua vita cambiava da un giorno all'altro come un guanto rivoltato. Si rendeva conto: tutto ciò che aveva avuto valore fino a qualche istante prima ora non trovava più significato, e si rivelava essere una mera lotta per la sopravvivenza,una sbiadita processione di frasi fatte e atteggiamenti logori per rituali bolsi di mero galleggiamento sopra un oceano piatto e noioso. Adesso era il momento di nuotare selvaggiamente contro la corrente. Ed esserne felice e orgoglioso. Gli orologi, con il loro noioso susseguirsi del tempo, non avevano più senso. I programmi giornalieri sempre eternamente uguali sembravano non esistere più. Con quella donna, ne era sicuro, avrebbe potuto spingersi su strade inesplorate, fare di ogni giorno un'avventura, e avrebbe potuto (perché no?) tornare a innamorarsi come un ragazzino. Perché cos'era l'amore se non un costruire dalle fondamenta una vita diversa per due persone? Cos'era, se non rendere paesaggi desolanti e brulli una campagna fresca e rinvigorita, nutrita dalla pioggia e scaldata dal sole? (Continua) |
Inviato da: Word_User
il 07/05/2021 alle 00:00
Inviato da: cassetta2
il 02/09/2020 alle 09:18
Inviato da: angi2010
il 18/04/2017 alle 23:29
Inviato da: deteriora_sequor
il 14/02/2017 alle 09:28
Inviato da: angi2010
il 13/02/2017 alle 23:30