Creato da koradgl1 il 30/03/2007

Sogno e realtà

Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: koradgl1
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 58
Prov: TA
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

L'AMACA DI MARCO

http://www.laspiaggiadeisogni.it/postcards/mare_amaca.jpg
 
Citazioni nei Blog Amici: 80
 

I MIEI BLOG AMICI

- TRILLI
- AMORE & AMICIZIA
- Le Note del Cuore
- eppure sentire
- JUVENTUS N.S.C.
- *Primavera nel cuore
- DELPIERO 10
- Greg BIANCONERO
- ANTI-INTER
- LeRoseDiAtacama
- Incancellabile
- EMOZIONI
- OMISSIS
- COME IL VENTO
- Liberta
- Mare
- VIOLENZA SULLE DONNE
- La mia animha &egrave; dark
- A difesa di una squadra innocente
- Mi Suona Strano
- Piangina? No, grazie
- Un po di me
- Solo un uomo
- ..Farfallina...
- vivere x nn morire d
- maresogno67
- PAESAGGI DELLANIMA
- LAVOROeSALUTEnews
- IncredibileRomantica
- discussioni
- Blood black&white
- Cavoli a merenda
- i ricordi del cuore
- S_CAROGNE
- 8 marzo
- lasciatemi sognare
- piazza alimonda
- HeartJuventus
- V.E.M.A.D. 2
- OTRA VEZ..
- Il VENTO dellOVEST
- arcobleno blu-la mia gemella
- Sol Levante
- IL MONDO DEI SOGNI-lIMPERATORE
- bruno14
- il piccolo julian
- Sale del mondo....
- Semplicemente...Io
- CORSARI DITALIA
- RACCONTO E ASCOLTO
- FANKAZZISTI
- gardiniablue
- DeLfInO cUrIoSo...
- back to black
- Donne in ascolto
- anchio
- ANIME IBRIDE
- Fatti non foste ...
- NUOTANDO NELLARIA
- As Fidanken
- pensieri
- NUOVA DIMENSIONE
- PassatoPerCaso
- Come in un film
- La voce di Megaride
- Il mio rifugio
- Pensieri in corsa 2
- voglio volare....
- Whats happen?
- Io so Carmela
- A Roby Space
- Anime in penombra
- S.O.S. NO_PROFIT
- AmbienteVitaTaranto
- TRI
- Angelo Quaranta
- www.stilejuve.it
- Cranio di Pantera
- STRISCE BIANCONERE
- PICCOLO INFINITO
- primavera
- amori difficili
- Bruna Verdone
- nuvola viola
- Trappolina
- Il cielo in 1 stanza
- Angelo Quaranta
- In Compagnia del t&egrave;
- VOLANDO SULLE NUVOLE
- ALCHIMIA
- Taranta
- trampolinotonante
- blogmelina
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 

TAG

 

IMPRONTE NEL CUORE


CIAO ANNA

img502/8441/fotononnaeu3.gif
La dolcezza
img255/480/senzatitolo1wd2.jpg
Thelma & Louise
 


 

ROMPI IL SILENZIO

1522
Il numero di pubblica utilità
"Antiviolenza donna"
dedicato al supporto,
alla protezione e assistenza
delle donne vittime
di maltrattementi e violenza


 

NOTE LEGALI

L’autore dichiara di non essere responsabile per i commenti inseriti dai lettori. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi all’autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio: qualora il loro utilizzo violasse diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog ( kora.c@libero.it)che provvederà alla loro pronta rimozione.
 

 

buona settimana

Post n°1000 pubblicato il 26 Luglio 2010 da lemiegioie6

                      conosco persone a manduria è grande il paese

                                      magari le conosci ...ciao

 
 
 

Effetto Vettriano

Post n°999 pubblicato il 24 Luglio 2010 da koradgl1
 

Sottotitolo: dal monologo al dialogo

Ci sono due modi per godere di un’opera guardarla con occhio critico analizzandone la  luce, i colori o l’effetto di insieme o entrarci dentro vestendo i panni delle figure impresse. Vettriano a me fa sempre il secondo effetto, quello di rendermi attrice di quella scena che alla vista apre il suo passaggio segreto per condurmicon la mente in quella stanza, davanti allo specchio o alla finestra per oltrepassare l’ignoto e prendervi dimora per trasformare i pensieri che la vista mi suscita nelle, forse improbabili parole, del dialogo dei personaggi.

No il mio non lo è. Nessun passo indietro.
Avanti avanti avanti.

Rendendomi conto soprattutto degli errori commessi
.
Sai, capire gli errori è fondamentale per non commetterli all'infinito.

Perchè a volte è una questione di punti di vista.
hai presente un fascio di luce da una porta socchiusa?
Buio che oscura o luce che squarcia?
Porta che si schiude o che si accosta?
E' il mondo dietro i battenti oppure solo un'altra stanza?
Paura o speranza?
Non lo so. Eppure sono qui...

Un giorno t’avrei aspettato paziente e docile.
T’avrei preparato un bagno caldo, riempito un bicchiere a metà,
Ti avrei sciolto la cravatta e sistemato la giacca sulle spalle.
Avrei vegliato il tuo sonno.
In silenzio accoccolata nei tuoi sogni...
Adesso, no. Io ho imparato da te.
...Posso vestirmi per farmi spogliare...
...spogliare per farmi guardare...
Mostrarmi velata di nulla per disorientarti
... offrire e togliere...
Sedermi di fronte a te, accarezzarti e farti l’amore appena.
E poi piangere senza nascondermi
e infine ridere, ridere della mia follia..
E tu, mio signor filosofo, cosa hai imparato oggi?

Ho imparato che si può morire del non parlare

 
 
 

Con Habib e gli altri per restare umani

Post n°998 pubblicato il 20 Luglio 2010 da koradgl1
 
Tag: SOCIALE

Da Macerie

19 luglio

Ve lo ricordate il recluso asmatico cui la Croce Rossa di corso Brunelleschi  somministrava medicinali scaduti? Si chiama Habib, e dall’ora di pranzo è sul tetto del Centro: già, perché non solo gli han fatto passare quasi sei mesi dietro le sbarre – con il trattamento e la cura che sapete –, ma ora gli hanno annunciato che sta per partire per la Tunisia. Eppure, un paio di giorni ancora e sarebbe uscito, essendo scaduti tutti i termini del suo trattenimento. Gli ordini di Maroni, però, sono chiari: nessun tunisino deve rimanere dentro ai Centri, né tanto meno essere liberato.
Così Habib ha chiamato i solidali che conosce in città e si è arrampicato sul tetto: è lì da mezzogiorno, e adesso che sono le cinque e mezza non ha ancora dimostrato alcuna intenzione di scendere. I solidali che si sono radunati sono una trentina, e si stanno organizzando per un presidio lungo: battono, urlano e si portano da mangiare.
La libertà di Habib è legata alla sua determinazione, e a quella di chi gli sta vicino da oltre il muro: se riesce a perdere la nave oggi, e pure domani, è fatta. E per Maroni sarebbe un bello schiaffo: non perdete l’occasione di contribuire a tirarglielo, e raggiungete i compagni in corso Brunelleschi.
(Eccovi pure i consueti numeri del Cie e della Croce Rossa, per rompere l’anima a chi tiene chiuso Habib e tutti gli altri: centralino 011.5588778- 011.5589815 – Croce Rossa Provinciale e Militare 011.2445497- 011.8959719)
Intanto, un piccolo aggiornamento da Gradisca d’Isonzo. Dopo la rivolta della notte tra sabato e domenica, i reclusi sono stati tutti rinchiusi nei cameroni, e la polizia non apre le grate neanche per lasciar fare le pulizie. Il cibo viene passato da sotto le porte, ma in molti hanno cominciato lo sciopero della fame. Guarda alcune foto scattate nel Centro all’indomani della rivolta che stanno circolando in rete:



Intanto, Miloud Shabouti, il recluso che si era ferito durante la rivolta è stato fatto rientrare dall’ospedale: ha ustioni sul 20% del corpo, e nonostante questo i dirigenti del Cie si ostinano a tenerlo prigioniero. Chi volesse chiedere spiegazioni al direttore del Centro può farlo allo 0481955811.

 Aggiornamento ore 24. Habib è ancora sul tetto, determinato a non farsi portare via. Ora i solidali oltre le mura sono una quarantina, e pure loro sono determinati a fare il possibile a non farlo portare via. Non sarà facile: la scadenza dei termini di trattenimento è venerdì, e questo vuole dire quattro giorni di resistenza. Oltre ad Habib, a rischiare la deportazione c’è Maher: è in isolamento e, se si riesce a non farlo portare via, giovedì dovrebbe uscire. Chi volesse dare una mano a loro due e non può raggiungere il presidio può farsi sentire con i consolati tunisini di Milano, Genovam Roma, Napoli e Palermo…

Consolato generale della Tunisia a Milano
Viale Bianca Maria n°18
Telefono : (+39) 068603060 / 068603068
Fax : (+39) 0686218204
E-mail : ambtun@tin.it

Consolato della Tunisia a Roma
Indirizzo : Via delle Egadi n°13, 00141, Roma, Italia.
Telefono : (+39) 0687183159 / 0687188060
Fax : (+39) 0687188002
E-mail : ctsictom@tin.it

Consolato della Tunisia a Palermo
Indirizzo : Piazza Ignazio Florio n°24, Palermo, Italia.
Telefono : (+39) 091321231/ 091321090
Fax : (+39) 0916111733
E-mail : constuni@imaginenet.fr

Consolato della Tunisia a Genova
Indirizzo : Via XX settembre 2/13, 16121, Genova, Italia.
Telefono : (+39) 0105702102 / 0105702091
Fax : (+39) 0105708117
E-mail : cotuge@tin.it

Consolato della Tunisia a Napoli
Indirizzo : Centro direzionale - Isola F10, 80134, Napoli, Italia.
Telefono : (+39) 0817345161 / 0817345171
Fax : (+39) 0817345163
E-mail : cotunap@tin.it

20 luglio
Una nuova giornata sul tetto per Habib (Sabri, secondo i registri del Centro), il recluso di corso Brunelleschi che si sta giocando il tutto per tutto per non farsi espellere. E fuori, insieme a lui, continuano a farsi sentire i solidali, che si stanno dando il cambio – da ieri pomeriggio e per tutta la notte e tutto oggi ancora – per sostenerlo e per vigilare che non lo portino via. Alcuni se ne stanno sotto gli alberi di corso Brunelleschi, altri vegliano di fronte all’ingresso. La battitura è pressoché continua, e intanto fioriscono le discussioni su come organizzarsi e su quel che si deve e si può fare.
La nottata, nel Centro, non è stata una nottata tranquilla. Intorno all’una si sente un gran baccano provenire dall’area gialla: battitura e sbarre che tremano. È un tentativo di evasione collettiva, che viene sventata dalla polizia che pesta uno degli aspiranti fuggiaschi. In mattinata, invece, la polizia porta fuori dal Centro un recluso. Alcuni provano a mettersi di mezzo con le biciclette per evitare la deportazione, ma la macchina della scorta li dribbla e se ne va per la sua strada. Anche ieri la Questura era riuscita a far portare via un prigioniero.
Intanto Maher, l’altro recluso che dovrebbe essere liberato a giorni se riesce a non farsi portare via dal Centro, è ancora in isolamento: stamattina si è tagliato su tutto il corpo, e ovviamente la Croce Rossa non l’ha curato. Nonostante la preoccupazione iniziale, pare non stia troppo male.
La testimonianza a Radio Onda Rossa

Intanto, la solidarietà ad Habib-Sabri, a Maher e a tutti gli altri reclusi che nell’ultima settimana hanno raccolto il guanto di sfida lanciato da Maroni si sta allargando: per domani è previsto un presidio di fronte al consolato tunisino di Firenze.

Ricordo, inoltre, che giovedì mattina inizia il processo agli immigrati per la rivolta del 3-4 giugno, il 22 presidio a Roma in piazzale Clodio perché è disumano processare  il desiderio di libertà.
informazioni dettagliate all'indirizzo seguente

http://www.ondarossa.info/eventi/presidio-solidarieta-con-chi-si-ribella-nei-cie

 
 
 

Per non dimentiCARLO

Post n°997 pubblicato il 20 Luglio 2010 da koradgl1
 

Genova G8, 20 luglio 2001. La repressione, l'omicidio di un ragazzo, la tortura sistematica

di Angelo Miotto da Peacereporter

Carlo Giuliani aveva 23 anni, quando fu ucciso. Ricordiamo Il Giornale, che uscì in questi anni con le foto del ragazzo esile, il rotolo di adesivo all'avambraccio, in mezzo alle strade martoriate dagli scontri. Cercando quasi una giustificazione alla 'punizione'. Ricordiamo il veleno lanciato dalle colonne del Corriere della Sera, a firma Ostellino. La memoria va anche alle parole ingiuriose e fasciste di Alleanza nazionale e i toni e le azioni di Gianfranco Fini, prima che il clima politico del dramma italiano non portasse l'attuale presidente della Camera a vestire i panni dell'uomo fedele alle Istituzioni, a un riformismo moderato e costituzionale. Eppure c'era lui a Genova, in quelle ore, a dare conforto alle operazioni di carabinieri, polizia, guardia di finanza, reparti speciali della polizia penitenziaria, reparti speciali della polizia, carabinieri arrivati dalle recenti missioni all'estero (il Tuscania) che sbarcavano a Genova come in una cittadina balcanica divorata dall'odio etnico o nella solitudine della tragedia somala.

Eravamo chiusi nelle gabbie, dietro le reti alte di metallo e assediati da ostacoli di cemento. Zona rossa, zona gialla... E ricordiamo anche quando il sabato maledetto, 20 di luglio, l'opposizione riformista decise di invitare a non andare a Genova, la solitudine dei manifestanti, il sindacato assente, unico vessillo a confortare quello della Fiom. In molti, dopo, chiesero scusa. Ricordiamo le visite, dopo, di Luciano Violante, Piero Fassino, Sergio Cofferati. Dopo.
E poi ancora le commissioni di inchiesta scritte nei programmi del centrosinistra e sabotate dal centrosinistra stesso, con Heidi Giuliani in Senato a chiedere giustizia, vittima dei soliti giochi di Palazzo.

E' stato scritto molto, fiumi di parole, analisi e retroscena. Non si scriverà mai abbastanza di quei giorni che furono uno dei momenti più dolorosi degli ultimi anni, quando una alternativa sembrava essere alla portata di mano nel mondo e i 'Grandi' rispondevano - e continuano a rispondere - con repressione, arresti, celle ad hoc, militarizzazione.

Per questo non ci stanchiamo di dire che manca un nome, un colpevole certificato per via legale, nell'omicidio di un ragazzo di 23 anni. La verità storica e quella giudiziaria non sono sovrapponibili, lo sappiamo, ma l'oggettivare sul piano delle garanzie istituzionali un fatto storico è la base per una convivenza pacifica. Resta negli occhi quel grande murales disegnato a Milano con la faccia di Carlo e la scritta grande, enorme: 'No justice no peace'. L'hanno fatto cancellare, le istituzioni. Imbrattava.

Nove anni dopo ci permettiamo di ricordare che non sappiamo - nove anni dopo - dove sia finita la cultura dell'ordine pubblico, che cosa si insegni ai giovani sotto le divise, non sappiamo perché non vi siano ancora numeri identificativi sui caschi di chi esercita l'ordine pubblico per le strade, non sappiamo perché il Parlamento si ostini a non riconoscere il reato di tortura nel nostro, fascista, codice penale. Che ha avuto solo tentativi di attualizzazione, mai una vera riforma.

Ecco perché anche questo 20 luglio siamo a Genova. Perché al di là del denunciare, dello scrivere e analizzare attraverso le parole, crediamo ancora nella fisicità della presenza, del corpo, degli sguardi e delle mani che stringono mani e che abbracciano chi ha sofferto. Con la consapevolezza che fino a quando non sarà stata scritta, anche su Genova, una parola chiara e condivisa, pur nel rispetto dei diversi punti di vista, non ci si potrà mai davvero riconciliare.

Analisi fotografica dell'orrore su Pillola rossa

 
 
 

Arte nel Salento

Post n°996 pubblicato il 18 Luglio 2010 da koradgl1
 
Tag: arte

Nella splendida cornice del Castello Spinola-Caracciolo di Andrano apre oggi la mostra dell’artista emergente Alfredo Profico intitolata

“Percezione Sensoriale”

Artista franco-italiano nato a Sedan che risiede ormai da oltre venti anni nel capo di Lecce, introdottosi a piccoli passi nel mondo della pittura iniziando su materiali vari quali vetro, ceramica e legno da esporre nella sua bottega per approdare alle tele. A conferma del suo talento artistico sono arrivati i riconoscimenti ricevuti tra il 2009 e l’anno in corso.

Da Puglia live


Nel 2010 ha partecipato a Bruxelles al Concorso "Avanguardie Artistiche 2010" con la pubblicazione di un’opera sul relativo Annuario d’Arte e, inoltre, le sue opere sono pubblicate sul periodico d’arte nazionale “Boè”. Lo scorso aprile, l'artista è stato premiato con il "Trofeo Guglielmo II" per il suo operato artistico nell'anno 2009. Il riconoscimento artistico, presieduto dal critico d'arte Paolo Levi, è promosso dall'Assessorato alla Cultura di Palermo, con il patrocinio della Provincia di Palermo, in collaborazione con l'Associazione "Il Tempio" di Palermo e il Museo Civico d'Arte Contemporanea e Moderna "Giuseppe Sciortino", dove l’artista, sempre ad aprile, ha partecipato a una collettiva d’arte.
Recentemente l'Assessorato alla Cultura del Comune di Bruges con la collaborazione del Provinciaal Centrum Morele Dienstverleing di Bruges e della Galleria “AmArtlouise Gallery” di Bruxelles hanno premiato Alfredo Profico con il Trofeo di Bruges "Porta delle Fiandre", grazie a questo riconoscimento internazionale, l’artista parteciperà ad un evento espositivo che si svolgerà dal 7 al 29 ottobre presso la suggestiva Cappella "De Sleutelbrug" nel cuore dell'incantevole Bruges.
Il Cav. Abati Prof. Vincenzo, Critico e teorico dell’arte, cosi scrive dell’artista : “Alfredo Profico è un’artista eclettico e molto versatile che si impegna con passione nell’esecuzione dei vari lavori che porta a termine con convinzione e serietà d’intenti. L’elemento poetico che accomuna le sue opere è la tastiera cromatica di colori persuasivi e colloquiali: seminudità femminili, nature morte e paesaggi, tutto è bagnato da tonalità timbriche semplici e suggestive. Quest’ultimi, i paesaggi, costituiscono un aspetto dove l’artista si dimostra capace di sottolineare la composita visibilità fenomenica del reale quotidiano. E’ certo comunque che quel vedutismo, pur avendo una matrice di natura intimistica, ci incanta e ci suggestiona emotivamente. L’immagine, poi, di quella seminudità, che con maestria sublima il fascino eternale del corpo femminile, è un genere creativo estremamente liberatorio, dove Profico compone e ricompone, altera e nasconde l’anatomia femminile secondo la linea metodica del pensiero e una luce epidermica morbida e delicata. Un altro tratto peculiare della sua sintassi pittorica è quello di evidenziare gli “oggetti da forma” (come era denominata nel 600 la “Natura Morta”: ogni oggetto ha un’attenta percezione ritmica dove ogni elemento ha una propria distinta personalità. Concludendo: una pittura silenziosa e penetrante, la sua, fatta di colori essenziali e maturati con l’entusiasmo della sua metodica ricerca. Il temperamento artistico di Alfredo Profico dà dimostrazione come fantasia e perseveranza possono forgiare preziosi talenti”.


Io non ho la competenza dei critici d’arte, nel mio piccolo mi piacciono il misto di eleganza, sensibilità e pudore dei nudi a cui nasconde il volto ora dipingendole di spalle, ora col capo chino, ora con gli occhi chiusi per non incontrarne lo sguardo. Donne riprese nel quotidiano del risveglio quasi come una continuazione della visione notturna fermando l’armoniosa bellezza intrinseca delle donne raffigurate.
Poi mi piace il modo di creare luce senza togliere nulla alle forme, e questo vale anche per i paesaggi marini e le figure morte. Così in tutti i suoi dipinti tra appassionate accensioni di colori e vibranti fasci luminosi l’oggettività, si disperde e si annulla quasi per rinnovarsi e prendere nuovo corpo in poetiche composte, e definite visioni.

In fondo ogni pregevole pennellata resta un vibrante verso poetico.

Le Donne

I paesaggi marini

 


Nature morte e varie

Le iconografie sacre




 
 
 

Pensieri accartocciati, gettati e ritrovati

Post n°995 pubblicato il 17 Luglio 2010 da koradgl1
 
Tag: Me

Torno sempre volentieri in questo luogo non luogo in cui lascio pezzi di vita.
Archivio passioni, sogni, emozioni. Sentimenti contrastanti come il mio animo. E raccoglie tutto. Come i cassetti stipati in cui premi per metterci accanto alle maglie quei calzini a prima vista dissonanti. E devo ammettere che mi è mancato in questo tempo in cui scarseggiava il tempo finanche per pensare, mentre gli eventi del paese e del quotidiano giravano come fili nelle abili mani di una ricamatrice e dei quali perdevo giorno per giorno la percezione.
E’ stato questo mese di duro lavoro a farmi comprendere la velocità incessante dello scorrere del tempo. Esiste il futuro è vero, ma in men che non si dica ce lo si ritrova passato.
Tra me pensavo che forse è per questo che ognuno cerca il modo per fermarlo, che sia lo scrivere due righe in un diario virtuale, o fissarlo per sempre in una fotografia. Un modo come un altro per tenere a galla e non solo con il ricordo, momenti importanti, felici, e perché no, anche tristi e drammatici della vita. Momenti di vita vissuta con estrema intensità che si osa fermarli non solo con la memoria, che ahimè, nostro malgrado, tracolla pure lei col tempo, per non provarsi mai del piacere riviverli nel presente.
Ripenso, ora, ad un’istantanea in riva al lago di Monticchio. Una gita negatami, ma a cui non avrei rinunciato per nulla al mondo, e dopo averla vissuta ne capii la vera ragione. Era il passo per lasciare l’adolescenza. Lasciare il tempo in cui camminavo a capo chino, in punta di piedi per paura di essere notata, colpita e affondata da chi predica, condanna e assolve, ma di fatto dice che a sbagliare sei solo tu. Ed io mi sentivo diversa al puntio da fuggire lo spettro di quella pseudo diversità nella fantasia, in un mondo creato ad hoc; non più quello offertomi dal destino, un mio universo dove essere sceneggiatrice ed attrice protagonista. Ed in quella gita i due mondi si fusero. Le mie paure, le mie fatiche, i miei rimorsi furono il collante.
Ero stata disobbediente, ma ero anche stata capace di superare la prova. E’ stato allora che ho cominciato a sentirmi grande e padrona di me.
E poi ci sono i versi del periodo in cui la mente sprigionava fumo e nebbia quando  il cuore non poteva sopportare un peso troppo incombente...
Comprendo solo ora il mio amore per la fotografia, da quella d’autore fino agli autoscatti quotidiani, le foto sono per me il passaggio dai periodi bui a quelli sereni.
Rivedo nella mente le foto, ormai sbiadite,  in riva al mare. La prima estate che ho rivisto il mare dopo il periodo di fumo e nebbia, in quelle foto sono i miei stessi occhi a dire “ Hai bisogno di ascoltarti e non mentirti. La vita non è un libro già scritto, nessuna pagina può contenerla. A nessuno è dato saperne il finale. Nessuno può condurre i tuoi passi. Nessuno saprà raccontare di te come sai fare tu. Nessuno ti toglierà mai il gusto di contare le ore. Questa è l’aria d’attesa. Poi arriverà il temporale e spazzerà il cielo terso”
E fu allora che ripresi coscienza della mia vita
Ed è stato così quando ho voluto cambiare strada per intraprendere  un viaggio nuovo, come in un paese straniero,  per  osservare ciò che ho intorno e ballare, senza paura di risultare scema, perché tanto nessuno mi conoscerebbe e direbbero solo “Guarda
quella, chissà chi è, però sembra felice”

 
 
 

Bavagli

Post n°994 pubblicato il 14 Luglio 2010 da koradgl1
 

  Libertà di stampa. Il manifesto in piazza di Norma Rangeri

Nel basso impero berlusconiano, mentre tutti gli uomini del presidente, da Dell’Utri a Cosentino, da Verdini a Carboni, schizzano ai vertici dello scandalo P3, il governo procede nei bavagli all’informazione e taglia i fondi dell’editoria ai giornali delle cooperative.
Il manifesto è nella lista nera del ministro Tremonti insieme a una novantina di testate. La nostra forza (né partiti, né padroni, né padrini) è anche la nostra debolezza di fronte al potere di questa classe dominante.
Ora, con il maxiemendamento alla manovra di bilancio, siamo arrivati al dunque: i tagli all’editoria sono l’ultimo atto per chiudere la bocca ai giornali, spina nel fianco del tele-regime. Dopo la distruzione di ogni parvenza di servizio pubblico (mercoledì dovrebbe cadere anche la testa di Corradino Mineo, direttore
di Rainews), va silenziata la carta stampata.
Siamo colpiti per mancanza di giustizia e trasparenza (i soldi ci sono ma il governo vuole essere lui a scegliere come e a chi darli). Noi, insieme a un mondo politico-giornalistico-editoriale fatto di cooperative piccole e medie, aziende di partito o autonome come il manifesto, non accettiamo il diktat.
Mercoledì 14, renderemo visibile il nostro No al doppio bavaglio andando in piazza Montecitorio, a partire dalle ore 11, per svolgere lì la nostra quotidiana riunione di redazione e di protesta. Naturalmente sono invitati amici, compagni, lettori del giornale, la nostra rete di sostegno politico e economico, parte costitutiva del nostro collettivo di lavoro.

E' un'altra legge bavaglio mascherata neppure tanto da manovra economica necessaria per la ripresa economica e per l'adeguamento alle direttive europee.
Gli effetti, però sono ben altri giacché questi tagli comporteranno verosimilmente la chiusura di ben 90 testate giornalistiche di entrambe le ideologie politiche, smantellando di fatto la pluralità di informazione della carta stampata dopo che quella televisiva è stata occupata dalle forze di regime giacché con la quasi certa rimozione di Mineo in rai le forze di governo conteranno su 10 direttori su 11.
E la manovra, ormai è cosa fatta, vista l'ennesima fiducia richiesta che sarà votata domattina.
L'ennesimo finale senza colpi di scena, di quella che a molti connazionali pare una farsa teatrale, ma è l'attacco frontale alla libertà e democrazia del paese. Oltre a togliere il pane di bocca a circa 4500 famiglie, se questa possa essere ripresa mi sembra assolutamente inverosimile.
E a fine mese non c'è da dubitarne, ci sarà un'altro colpo a base di fiducia sul DDL Intercettazioni, perché così ha deciso il dittatore, tanto la gente sarà occupata nelle code in autostrada, distratta dalle aspettative delle tanto attese vacanze nelle località di ristoro per potersi indignare a dovere del castello demolito a piccole dosi: un mattone oggi, una finestra domani, fino all'asse portante.
Una situazione così grave da suscitare la preoccupazione dell'ONU che scende in campo sul ddl intercettazioni e avverte tramite Frank Le Rue: "va abolito o modificato" perchè se passa nella sua veste attuale rischia di minare "la libertà di espressione in Italia", libertà di fatto ormai solo un ricordo.
E io non riesco proprio a capacitarmi di come  gran parte della gente possa fingere di non accorgersi del nefasto periodo di questo paese, svenduto al potere economico a discapito del valore morale e del senso civico. Un paese parodia di una commedia all'italiana di infimo ordine in cui a farla da padrone sono il tornaconto personale e la squallida goliardia che offende il senso umano prima che quello del pudore.

 
 
 

Scatti d'autore. Jan Saudek: passionalità sanguigna della vita

Post n°993 pubblicato il 11 Luglio 2010 da koradgl1
 

Jan Saudek biografia su wikipedia

Fotoalbum sulla pagina di Azione Creativa

La raccolta sul suo sito

Divenuto famoso per i suoi crudi nudi simbolo di un erotismo grottesco che risultano fortemente dissacranti come un pugno nello stomaco ed insieme un inno di gioia. Scatti che a volte diventano ironici e perfino divertenti. Immagini che esprimono pathos, gioia di vivere, condite a volte con un po' di volgarità proprio come avviene nella vita. E’ quello che interessa all’autore raccontare il suo tempo per mezzo dei volti e dei corpi, mostrare la storia di un essere umano raccontata dall'obiettivo in tutta la sua indecente verità.
Lo stesso artista ha dichiarato:"Se una fotografia non racconta una storia non è una fotografia. Forse è la storia di tutti i nostri pensieri, quelli che diventano pubblici e sfidano i luoghi comuni e quelli che per pudore restano confinati", quasi a voler sottolineare quanto sia liberatorio a volte portare alla luce pensieri repressi.

La sua doppia predisposizione artistica di fotografo e pittore crea un miscuglio di due “arti” che gli permette di usare due mezzi comunicativi: la foto, stabile, sintetica, e la pittura, materia sempre incerta e imprevedibile, mescolanze di stabilità e impulso. Il risultato è una specie di teatrino variopinto di colori e immagini su cui aleggia costante la sua città al punto da poterlo consoderare il kafka delle immagini, così Jan Saudek va oltre i moralismi e le restrizioni del regime, che l'ha costretto a rinchiudersi in uno scantinato dove prendono corpo le sue opere. Su quel muro si stagliano corpi flaccidi, colti nei loro più imbarazzanti difetti. Con un obiettivo privo di censure, ritrae donne dai seni cascanti, uomini eccitati nella loro perfetta nudità, corpi che si avvinghiano, grembi che contengono bambini non ancora nati e giovani fanciulli che vestono panni femminili. Ma non sono corpi quelli che vediamo rappresentati, perché come Saudek ha detto dei suoi lavori “la mia vera attività è ritrarre anime” ed a ben vedere, forse le sue foto e le sue immagini dipinte esplorano più i sogni che la realtà scavando la profondità dell’animo umano; liberandole, in tal modo, dall'apparente volgarità

Onde evitare di trovarmi la fila di dementi come dopo il post precedente io pubblico le foto più pudiche, nel suo sito citato sopra potete vedere le altre e credo ne valga la pena.










 
 
 

Allo specchio

Post n°992 pubblicato il 02 Luglio 2010 da koradgl1
 

Gironzolavo in rete e ho visto questa immagine di Vettriano che mi ha stregato. La cura dei particolari la rende viva, al punto di sciogliere ogni tipo di fantasia entrandole nella mente per prenderne dimora.

Lines of  Sacrifice by Jack Vettriano

La visione di Laura Caputo

La donna, femmina, appare nella sua sottile arte di seduzione, così come la sogna Vettriano: in Lines of Sacrifice i tratti del volto si costruiscono solo nella fantasia, passano in secondo piano rispetto alla sensualità di colei che si cura della propria persona davanti a uno specchio. L’opera va in scena nello studio dell’artista, rispettando questa sequenza spaziale: il pittore, il suo cavalletto, la ragazza, lo specchio; i due soggetti viventi si dedicano a un’immagine, a una copia della realtà, o meglio, alla copia di un’unica realtà (la ragazza) vista da due diverse prospettive. Si tratta di un dipinto cubista: la protagonista è un tutto tondo che per giunta respira, il pittore ne vede una porzione, ne dipinge una ancora più contenuta, allo specchio ne appare un’altra e ogni possibile osservatore presente potrebbe coglierne infinite diverse.

Da uno sguardo più fulmineo, colpiscono l’attenzione forme che parlano di vita: le scapole che quasi si toccano, la sensuale cavità che segna il percorso della spina dorsale, la linea dolce del collo che degrada nella spalle, le dita che stringono una matita. Vettriano sembra adorare la sua donna, icona di tutte le donne che vorrebbe amare.

Io provo solo a dare voce al suo monologo allo specchio

"Prendila, ogni mia stortura è a tua disposizione.

Ogni mio strazio è tuo, fanne quel che vuoi.

Siediti e osserva.

Via questo, quest'altro e questo ancora.

Nulla mi serve più.

Spogliami.

Carezzami col tuo sguardo.

Infine spogliami l'anima

Ora che lo sai

è questa la mia nudità.

Te la regalo, prendila è tua..."

E il suo silenzio

" ... qualche nuova ruga accanto agli occhi...

...i capelli bianchi sulla tempia destra...

...la tua testa sotto la mia gonna..."

 
 
 

Santu Paulu

Post n°991 pubblicato il 29 Giugno 2010 da koradgl1
 

"Per questo orientamento il simbolo della taranta comporta un ethos, cioè una mediata volontà di storia, un progetto di "vita insieme", un impegno ad uscire dall'isolamento nevrotico per partecipare ad un sistema di fedeltà culturali e ad un ordine di comunicazioni interpersonali tradizionalmente accreditato e socialmente condiviso: un ethos che, per quanto elementare e storicamente condizionato, e per quanto "minore" nel quadro della vita culturale dell'Italia meridionale, consente di qualificare il tarantismo come "religione del rimorso" e come "terra del rimorso" la molto piccola area del nostro pianeta in cui questa religione "minore" vide per alcuni secoli il suo giorno." Ernesto De Martino 
La terra del rimorso di E. De Martino è un accurato   studio   storico-antropologico del tarantismo cioè del male  che si riteneva causato dal morso della taranta e curato con musica, danza e il ricorso al pozzo di San Paolo di Galatina.
Una cura la cu efficacia fu un vero rompicapo,   per medici, viaggiatori e intellettuali di ogni tipo di tutta Europa per circa cinque secoli.  Uno studio che diviene racconto di un meridionalismo nuovo che esula dalla vena esoterica ed esotica quanto dai metodi modernizzatori di revisione della questione meridionale.
Il meridionalismo di De Martino è un metodo che si  nutre dell’esperienza  delle persone  che vivno sulla propria pelle la condizione del sud e principalmente delle donne toccate da doppia disuguaglianza di classe e di genere da cui la tarantata cerca di riscattarsi incrinando la subalternità e conducendo il rito sia domestico che in chiesa come momento drammatico di rappresentazione del dolore, ma anche cerimoniale festivo  ecco così il dolore messo in piazza  e la sua rappresentazione che diventa spettacolo corale di musica e danza terapeutica.
Per De Martino il Mezzogiorno è la nostra India  come per i gesuiti del 500,   ma non è certo orientalismo o esotismo piuttosto una denuncia dolorosa dall’interno dell’appartenenza italiana ed europea, una specie di punto di partenza per l’impegno civile giacché De Martino  individua  nella ricerca sul campo una forma di cittadinanza attiva a cui chiama chiunque venga in contatto con il suo studio, ancor più chi vi riconosce richiami ancestrali e degli avi. E per questa vitalità che si continua ancora a discutere delle sue rivoluzionarie ricerche.
Il suo Salento 1959 a più di 50 anni di distanza agisce oggi nelle politiche locali entrando nella produzione culturale che parte dal Salento, dalla Puglia fino ad invadere gli spazi internazionali con le sue riflessioni politico-sociologico-culturali circa le nuove problematiche dichiarando che il Mezzogiorno per averlo vissuto ha tutte le carte in regola per dare lezioni di democrazia all’intero “Bel paese” e civiltà che passano per l’integrazione. La terra del rimorso continua a battersi contro gli stereotipi della chiusura ecco perché è con i rivoltosi di Rosarno, con i liceali di Locri e con i migranti della capitanata e continuerà a mordere finché sapremo cogliere il suo monito riflessivo, quello dell’esigenza di una stagione nuova di pensiero critico che trasformi la memoria storica in impegno per la liberazione di oggi e prospettiva  del domani.

 
 
 

Toh guarda il caso

Post n°990 pubblicato il 24 Giugno 2010 da koradgl1
 

Brancher... quando si dice il tempismo vero? Poi qualche maligno dice che in italia le cose vnno per le lunghe, questo furfante qui è stato nominato giusto in tempo per salvare capra e cavoli, senza offesa per vegetali e fauna.

Giusto in tempo per far capire a quei giudici comunisti chi comanda, chi è che decide di fare il bello e cattivo tempo. Se Brancher fosse stato nominato insieme agli altri ministri non avrebbe avuto questo effetto. E' dire che chi ha il potero lo usa. E' dire agli itagliàni che lui è diverso dagli altri e per questo merita un trattamento diverso. E' dire che noi possiamo sbraitare quanto vogliamo, qui vige la legge del più forte. Così è se ci pare...

Alternativa? Le piazze prima e se non bastassero la lotta HASTA LA VICTORIA!

Da Repubblica

Processo Bpi, Brancher avannza l'impedimento
Mediatrade, per il premier processo sospeso

A pochi giorni dalla nomina a ministro vuole utilizzare la legge approvata poche settimane fa dal centrodestra. In virtù del viaggio in Canada del premier udienza preliminare rinviata a Milano. Poi il processo viene sospeso. L'inchiesta coinvolge il premier, il figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri

MILANO - La difesa di Aldo Brancher, il neoministro imputato a Milano in uno stralcio del processo sul tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi, ha eccepito in base alla legge il legittimo impedimento. L'udienza era in calendario per sabato prossimo, 26 giugno. A questo punto è probabile che i giudici stralcino la posizione del ministro e proseguano il processo per la moglie, anch'essa imputata.

Mediatrade, processo sospeso. Intanto a MIlano il gup di Milano Marina Zelante ha inviato alal Consulta gli atti del processo Mediatrade in cui è imputato anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla Consulta. Se la Corte riterrà il ricorso ammissibile si dovrà  dunque pronunciare sulla legge del "legittimo impedimento". Il processo è stato sospeso

Gli avvocati avevano avanzato il "legittimo impedimento" per Berlusconi al via dell'udienza preliminare. L'inchiesta coinvolge 12 persone tra cui il premier, suo figlio Pier Silvio e il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, accusati a vario titolo di frode fiscale e appropriazione indebita.
  
L'avvocato Niccolo' Ghedini, difensore di Berlusconi, aveva gia' depositato nei giorni scorsi una richiesta di rinvio dell'udienza, segnalando l'impedimento del viaggio istituzionale in Canada dove partecipa al G20. Per il legale del capo del governo quella dei giudici "è una decisione che appare al di fuori dai principi della Consulta sulla leale collaborazione". Ghedini  poi aggiunge: "Indipendentemente dal non condividere l'ordinanza, il giudice si è dimenticato di valutare l'impedimento odierno, che era pacificamente legittimo, e che la difesa aveva offerto una data ravvicinata", in merito alla disponibilità del premier ad essere in aula.

Ghedini ha inoltre sottolineato che oggi all'udienza al giudice era anche stato offerto "di articolare un adeguato calendario dopo la sospensione dei termini feriali. Da parte nostra quindi - ha proseguito - c'era la massima disponibilità a fare il processo".

Nota a margine

Sono stanca morta, ma i neuroni funzionano ancora.
Mi chiedo quando tanti altri italiani li metteranno in funzione
per rendersi conto della reale situazione di regime del nostro paese.

 
 
 

A me stessa

Post n°989 pubblicato il 23 Giugno 2010 da koradgl1
 
Tag: Me

 

La tenda della porta finestra mi regala la sua danza voluttuosa ad ogni alito di vento freddo fuori stagione. Il mio sguardo è catturato da quel rigonfiarsi scomposto, quel prendersi e lasciarsi come giochi nei preliminari d’amore.

Il fermaglio scivola tra le ciocche dei capelli rese troppo lisce dai tanti colpi di spazzola.

Scivola come certe giornate in cui sembra che nulla sia fatto per restare o forse come certe storie in cui credevi di aver trovato la tua casa e la vedi crollare alla luce della verità. Eppure certi crolli sono fin troppo previsti da lasciarti quasi stordita.

E fu così. 

Con una mano tenevo te, con l’altra la mia vita.

Con una mano tenevi me, con l’altra la tua vita. 

E la vita era solo al margine, non era l’unione.

Solo camminavamo accanto.

Tra urla e silenzi.

Sferzati da un vento che non esiste, o scaldati da un fuoco effimero.

Fino a quel bivio.

C’eri tu e c’era la mia vita. Vi ho guardato entrambi, tu dicevi che avevi bisogno di serenità.
Lei diceva sono unica non sprecarmi. Mentre mi sedevo mi è parso che vi guardaste tra voi e decideste per me voltandomi le spalle.

Io una mano dovevo lasciarla, non era una questione di scelta, dovevo seguire quella strada. Era la mia. 

Ad un tratto non ho provato più niente forse perché dentro di me già lo sapevo, anche se non riuscivo a capire.

Anche allora c’era il vento che  piegava le chiome degli ulivi. Imboccai la strada sterrata, delimitata dal muretto a secco. In un attimo tornai bambina, alle mie corse silenziose e solitarie, con i piedi nudi nella terra rossa.

Mi sembrava di essere pervasa da una specie di dolorosa felicità che scorre nelle vene e una totale incoscienza del domani.

Ancora oggi, nelle lunghe notti interminabili, rivedo quei giorni in cui il passato oscurava il presente, ma ne sorrido.

Sorrido di quell’incoscienza del futuro ormai presente dai contorni lietamente abbozzati di serenità. E so che lo senti questo mio sorriso, come so che è ricambiato perché già allora sapevo che entrambi avremmo compreso.

In fondo lo sapevamo anche quando eravamo spaventati da risposte assordanti a domande taciute.

E’ tardi. Il vento si è placato. Assaporo sulle mie stesse labbra l’ultima goccia di questa giornata e spengo la luce.

Sarà domani il tempo di litigare con le ciocche dei capelli negli occhi.

Ed è già il domani, il tempo di questa vita fatta di speranze e di sogni che si ostineranno sempre ad albergare in me. 

 

 
 
 

Un amore... una vita in 50 scatti

Post n°988 pubblicato il 22 Giugno 2010 da koradgl1
 
Tag: Eventi

“Dipingo ciò che non posso fotografare.
Fotografo ciò che non voglio dipingere.

Dipingo l’invisibile. Fotografo il visibile
.


Man Ray (Filadelfia, 27 agosto 1890 – Parigi, 18 novembre 1976)

In Mostra ad Andria gli scatti del genio ribelle The Fifty Faces of Juliet

Il foto album della mostra su facebook







Cinquanta ritratti che l'artista scattò alla moglie, Juliet Browner, tra il 1941 e il 1955. Man Ray ebbe l’idea della raccolta “The Fifty Faces of Juliet come omaggio a sua moglie Juliet, ma anche come un "saggio" di opere foto-grafiche iniziato a Los Angeles nel 1941. Cinquanta fotografie, con tecniche e stili diversi  dedicate alla Musa della sua vita raccontandoci la sua storia d’amore e di vita.

Cinquanta lavori che gli permettono di comprendere meglio il variegato mondo della fotografia e di approfondirlo in parallelo con le tecniche pittoriche che Man Ray conosceva ed apprezzava. Per buona parte della sua vita, lui si è infatti considerato un pittore che usava gli scatti, che sicuramente gli riuscivano meglio, per sopravvivere nei duri tempi di ristrettezze economiche.

L’immagine di Juliet sotto l’occhio del genio dell’immagine viene continuamente reinventata, un piccolo segno di matita diventa un ricamo prezioso, un intervento grafico ne svela la più intima sensualità mirabilmente resa elegante da un pezzo di stoffa o un velo trasparente.

Diceva il genio ribelle “Di sicuro, ci sarà sempre chi guarderà solo la tecnica e si chiederà «come», mentre altri di natura più curiosa si chiederanno «perché»”



Mirandole incantati non ci resta che chiederci il perché. Un perché vissuto nella ricerca emotiva dell’autore da trasporre nel nostro vissuto personale, frugando alla ricerca di un particolare impresso nella mente a imperitura memoria di un’ emozione

Della raccolta  racconta Giorgio Marconi

“Un giorno, all’atelier di Man fu per caso che rovistando con lui in un cassettone per cercare dei disegni e dei documenti, Man si fermò e mi disse: 'Voilà les photos du livre sur Juliet!'. Così scoprii quelle magnifiche fotografie. Gli proposi di acquistarle. Mi rispose che me le avrebbe vendute quando avessi trovato un editore per farne un libro.
Ho conosciuto Man Ray nel 1968 a Parigi. Enrico Baj mi portò nel suo studio di rue Férou a St-Germain. Un pomeriggio intero. Uscii con disegni e quadri. E da quel giorno iniziò un sodalizio che sarebbe durato fino alla sua morte nel novembre 1976".

Ma questa raccolta è solo una piccola parte l’opera di Man Ray, che personalmente adoro in particolare nella sua quasi maniacale ricerca della perfezione delle forme, perciò sicuramente ritornerò sulla sua produzione in futuro.

 
 
 

Ciao Maestro

Post n°987 pubblicato il 18 Giugno 2010 da koradgl1
 

E' uno di quegli uomini a cui vorresti stringere la mano, uno di quelli che solo leggendolo senti amico fraterno, compagno di un viaggio speciale quello fatto di una lotta per la libertà in senso stretto, ma soprattutto liberazione da un bigottismo atavico che incatena l'uomo.

Oggi José Saramago ci ha lasciato orfani della sua presenza

A me mancherà il suo impegno civile, il suo spirito critico e quel sorriso che bucava la tv ogni volta che avevo la fortuna di ascoltare una sua intervista.

Per ricordarlo mi avvalgo delle sue stesse parole tratte da Viaggio in Portogallo

"Il viaggio  non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito"

La sua biografia su wikipedia

Il suo blog

La sua lezione di civiltà


 
 
 

Io, una bestia da soma!

Post n°986 pubblicato il 15 Giugno 2010 da koradgl1
 
Tag: Me

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non sono sparita di nuovo sono solo immersa tra pacchi e pacchetti vari.

Penso di averne per una quindicina di giorni, insomma non vi preoccupate  sarò presto libera di lanciare nuovamente anatemi vari al governo.

A voi tutti tanti baci :***

 
 
 

Ma che domenica!!!

Post n°985 pubblicato il 13 Giugno 2010 da koradgl1
 

Oggi è una giornata particolarmente intensa.

Iniziata bene, con l'idoneità acquisita al corso per un volontariato qualificato nelle unità socio-sanitarie, e continuata positivamente perché il caso ha voluto mi facesse reallizzare una cosa che rimandavo quasi per inerzia.

Per chi fosse dalle mie parti ci sono due eventi che valgono menzione, uno nel brindisino iniziato stamattina e l'altro nel tarantino.

Il primo è a carattere di evasione, la manifestazione di dimostrazione aerea.

Se tutto andasse per il meglio potrei anche riuscire a volare con quelli importanti, ma se così non fosse mi accontenterei anche solo di guardare lo spettacolo.

VOLARE...NEL BLU DIPINTO DI BLU

--

L'Aero Club ANTARES Brindisi ed il comune di San Pietro Vernotico organizzano per il giorno 13 giugno 2010 un'importante manifestazione aerea che avrà l'onore di avere fra i partecipanti la pattuglia acrobatica nazionale Frecce Tricolori (P.A.N.).

Il secondo a San Giorgio Jonico (TA) è una manifestazione di dissenso contro la legge bavaglio

Qui la mia partecipazione la vedo più difficile, causa orario e possibilità di muovermi, ma non si sa mai, visto che oggi mi sento assistita dal fato.

Notizie dell' evento prese da fb

Il DDL Intercettazioni più noto come LEGGE BAVAGLIO, è una legge drammatica per la libertà di informazione. Bloccherà l’attività delle forze dell’ordine e dei magistrati contro la mafia, la malavita, i corrotti ed i corruttori, creando il paradosso, che se anche fossimo liberi di essere informare, non ci sarà più nulla da farsi raccontare.

Per informare la cittadinanza e dissentire contro la legge, noi della Fabbrica di Nichi, ma si spera tutta la popolazione, saremo alle 19.30 di domenica 13 Giugno in piazza Don Luigi Sturzo, più nota come "Isola Verde", per manifestare contro il grave insulto alla democrazia che è stato inflitto dal senato il 10 Giugno con la fiducia sulla legge contro la libertà di stampa e d'informazione.

Venite muniti di bavaglio, manifesti e striscioni.

Il nostro scopo è restare li', fermi per alcuni minuti, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica su ciò che, ad insaputa di molti, sta pericolosamente accadendo nel nostro Paese.

Con il termine flash mob (dall'inglese flash: breve esperienza o in un lampo, e mob: folla) si indica un gruppo di persone che si riunisce all'improvviso in uno spazio pubblico, mette in pratica un'azione insolita generalmente per un breve periodo di tempo per poi successivamente disperdersi. Il raduno viene generalmente organizzato attraverso comunicazioni via internet o tramite telefoni cellulari. In molti casi, le regole dell'azione vengono illustrate ai partecipanti pochi minuti prima che l'azione abbia luogo.

 
 
 

Pausa rigenerante

Post n°984 pubblicato il 12 Giugno 2010 da koradgl1
 
Tag: POESIA

La porta è socchiusa

(da: Sera - 1911)

La porta è socchiusa,
dolce respiro dei tigli...
Sul tavolo, dimenticati,
un frustino ed un guanto.
Giallo cerchio del lume...
Tendo l’orecchio ai fruscii.
Perché sei andato via?
Non comprendo...
Luminoso e lieto
domani sarà il mattino.
Questa vita è stupenda,
sii dunque saggio, cuore.
Tu sei prostrato, batti
più sordo, più a rilento...
Sai, ho letto
che le anime sono immortali.

Anna A. Achmatova



 

 
 
 

Nei lager italiani di oggi

Post n°983 pubblicato il 11 Giugno 2010 da koradgl1
 
Tag: SOCIALE

UNA LETTERA DAL CIE DI PONTE GALERIA

A tutte le persone che vivono in questo paese
A tutti coloro che credono ai giornali e alla televisione

Qui dentro ci danno da mangiare il cibo scaduto, le celle dove dormiamo hanno materassi vecchi e quindi scegliamo di dormire per terra, tanti tra di noi hanno la scabbia e la doccia e i bagni non funzionano. La carta igenica viene distribuita solo 2 giorni a settimana, chi fa le pulizie non fa nulla e lascia sporchi i posti dove ci costrigono a vivere. Il fiume vicino il parcheggio qui fuori è pieno di rane e zanzare che danno molto fastidio tutto il giorno, ci promettono di risolvere questo problema ma continua ogni giorno.
Ci sono detenuti che vengono dai Cie e anche dal carcere che sono stati abituati a prendere la loro terapia ma qui ci danno sonniferi e tranquillanti per farci dormire tutto il giorno. Quando chiediamo di andare in infermeria perché stiamo male, l’Auxilium ci costringe ad aspettare e se insistiamo una banda di 8-9 poliziotti ci chiude in una stanza con le manette, s’infilano i guanti per non lasciare traccia e ci picchiano forte. Per fare la barba devi fare una domandina e devi aspettare, 1 giorno a settimana la barba e 1 i capelli. Non possiamo avere la lametta.
Ci chiamano ospiti ma siamo detenuti.
Quello che ci domandiamo è perchè dopo il carcere dobbiamo andare in questi centri e dopo che abbiamo scontato una pena dobbiamo stare 6 mesi in questi posti senza capire il perché. Non ci hanno identificato in carcere? Perché un’altra condanna di 6 mesi?
Tutti noi non siamo daccordo per questa legge, 6 mesi sono tanti e non siamo mica animali per questo hanno fatto lo sciopero della fame tutti
quelli che stanno dentro il centro e allora, la sera del 3 giugno, è cominciata così:

ci hanno detto: “se non mangi non prendi terapie” ma qui ci sono persone con malattie gravi come il diabete e se non mangiano e si curano muoiono. Uno di noi è andato a parlare con loro e l’hanno portato dentro una stanza davanti l’infermeria dove non ci sono telecamere e l’hanno picchiato. Così la gente ha iniziato ad urlare di lasciarlo stare. In quel momento sono entrati quasi 50 poliziotti con il loro materiale e con un oggetto elettrico che quando tocca la gente, la gente cade per terra. Le guardie si sono tutte spostate sopra il tetto vicino la caserma dei carabinieri qui dentro, dove sta il campo da calcio. Dalla parte sinistra sono entrati altri 50 poliziotti.
Quando abbiamo visto poliziotti, militari, carabinieri, polizia, finanza e squadra mobile ufficio stranieri (che sono i più infami) sui tetti, uno di
noi ha cercato di capire perché stavano picchiando il ragazzo nella stanza. «Vattene via sporco » un poliziotto ha risposto così. In quel momento siamo saliti tutti sopra le sbarre e qualcuno ha bruciato un materasso e quindi i poliziotti si sono spavenati e sono andati fuori le mura per prendere qualcuno che scappava.
Da quella notte non ci hanno fatto mangiare né prendere medicine per due giorni.
Abbiamo preso un rubinetto vecchio e abbiamo spaccato la porta per uscire e quando la polizia ha visto che la porta era aperta hanno preso caschi e manganelli e hanno picchiato il più giovane del centro, uno egiziano. L’hanno fatto cadere per terra e ci hanno picchiati tutti anche con il gas, hanno rotto la gamba di un algerino e hanno portato via un vecchio che la sua famiglia e i sui figli sono cresciuti qui a Roma, hanno lanciato lacrimogeni e hanno detto che noi abbiamo fatto quel fumo per non far vedere niente alle telecamere. Così hanno scritto sui giornali.
Eravamo 25 persone e alcune uscivano dalla moschea lontano dal casino, ma i giornali sabato hanno scritto che era stato organizzato tutto dentro la moschea e ora vogliono chiuderla. La moschea non si può chiudere perchè altrimenti succederebbe un altro casino.

Veniamo da paesi poveri, paesi dove c’è la guerra e ad alcuni di noi hanno ammazzato le famiglie davanti gli occhi. Alcuni sono scappati per vedere il mondo e dimenticare tutto e hanno visto solo sbarre e cancelli. Vogliamo lavorare per aiutare le nostre famiglie solo che la legge è un po’ dura e ci portano dentro questi centri. Quando arriviamo per la prima volta non abbiamo neanche idea di come è l’Europa. Alcuni di noi dal mare sono stati portati direttamente qui e non hanno mai visto l’Italia. La peggiore cosa è uscire dal carcere e finire nei centri per altri 6 mesi. Non siamo venuti per creare problemi, soltanto per lavorare e avere una vita diversa, perchè non possiamo avere una vita come tutti?
Senza soldi non possiamo vivere e non abbiamo studiato perchè la povertà è il primo grande problema. Ci sono persone che hanno paura delle pene e dei problemi nel proprio paese. Per questi motivi veniamo in Europa.
La legge che hanno fatto non è giusta perché sono queste cose che ti fanno odiare veramente l’Italia. Se uno non ha mai fatto la galera nel paese suo, ha fatto la galera qua in Italia. Vogliamo mettere apposto la nostra vita e aiutare le famiglie che ci aspettano.
Speriamo che potete capire queste cose che sono veramente una vergogna.

Un gruppo di detenuti del CIE di Ponte Galeria

http://www.autistici.org/macerie/?p=27771

Tutto il mio disprezzo a chi vuole distruggere il senso umano obbligandoci per legge a considerare fuorilegge un uomo solo perché di un altro paese

 
 
 

URLO

Post n°982 pubblicato il 11 Giugno 2010 da koradgl1
 

http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/hs625.snc3/27540_371176998578_2862_n.jpgIl 10 giugno non porta bene al nostro paese, per niente è un giorno che segna delle tappe orribili della storia italiana.

Il 10 giugno 1924 fu ucciso Giacomo Matteotti solo una decina di giorni prima aveva detto, in ocasione della denuncia dei brogli fascisti " e adesso, potete preparare la mia orazione funebre"

Il 10 giugno 1940 l’Italia fascista entra in guerra il duce dal balcone delira:"Vincere! E vinceremo!”,  affermando perentoriamente che “un’ora segnata dal destino sta per scoccare sul quadrante della storia, l’ora delle decisioni irrevocabili…”Il 10 giugno 1940 fu il giorno della follia! 

....

10 giugno 2010 L'italia disonesta si para il ...

Sembra che mussolini si sia reincarnato.Il progetto è charo quello di smantellare la democrazia e instaurare un regime come quello dell'amico russo smantellando i cardini di libertà della costituzione come egli stesso ha delirato non solo qualche giorno fa e dare compimento al programma piduista a cui ha aderito con tesseta 1816:

I riferimenti del belusconismo sono questi, il berlusconismo è questo (e non dimentichiamo anche i continui accenni a Mussolini)

Il progetto Propaganda2  di sovvertire l'ordine istituzionale fa il suo corso. L'ultimo baluardo di speranza per il nostro paese sembra spegnersi sotto la censura. Si di CENSURA si tratta. Non fatevi ingannare dagli editoriali di quegli pseudo giornalisti di scuola minzoliniana.

Fa paura. Tanta. Troppa.

Ma non edulcoriamo la verità con altri termini, chiamiamo le cose per quello che sono. Perché parlando di Cina o Iran ci indignamo? La dittatura è in casa nostra non altrove. E pare favore non lasciamoci ingannare con le balle della privacy, la ragione impedire che le indagini facciano il loro corso. Togliere a investigatori e magistrati i mezzi per scoprire i vergognosi, criminali scheletri nell'armadio della gemtaglia che usa i mezzi di potere a proprio piacimento. 

E con questo post forse mi chiuderanno il blog! Non me ne frega un beep continuerò a scrivere anche sui muri se sarà necessario, anche se fossero quelli di una cella.

Ed ora incollo il magistrale articolo di Concita De Gregorio

 

Una tappa di montagna

Nella quotidiana classifica che ogni giorno ci impegna per ragioni (anche) di lavoro tocca stabilire una gerarchia: vediamo, qual è la cosa più grave che ha detto/fatto oggi, di seguito le altre. Non c'è nessun dubbio che la più grave delle ultime quarantott'ore sia la filippica piduista contro "la Costituzione cattocomunista", "un inferno rispettarla", vero e proprio coming out del dispotismo non più solo tendenziale, una specie di bozza di lavoro per il futuro prossimo. Il futuro è già qui, difatti ecco che al primo posto dei lutti democratici di giornata (il giornale esce listato a lutto) tocca oggi elencare la fine della libertà d'indagine e di stampa così come l'abbiamo sinora conosciuta. D'indagine e di stampa: non ci stancheremo di ripeterlo. Solo apparentemente il bavaglio ai giornali è il cuore del ddl sulle intercettazioni per cui il Senato ha varato la fiducia. Il centro della questione è spuntare le armi di chi indaga: forze dell'ordine, magistrati. La posta in palio è fare in modo che chi ha qualcosa da temere si senta tranquillo: le mafie, le cricche. Niente più indagini capaci di mettere in ginocchio chi lucra e delinque a spese del Paese, il fatto che poi non se ne possa neanche scrivere diventa il necessario conseguente corollario. E' un brutto giorno, oggi, il più brutto. È il giorno in cui comincia davvero l'assalto alla Costituzione, ecco che diventa realtà: con voce stentorea il governo annuncia l'ora delle decisioni irrevocabili. D'ora in avanti saprete solo quel che il governo - per mano della sua maggioranza blindata - vuole che si sappia. Gli editori, i giornali dovranno piegare il capo al suo volere. I magistrati, le polizie eseguire mansuete. Intanto le imprese potranno fare il loro interesse che non sia più, che anticaglia!, vincolato e sottoposto all'interesse generale. Prima l'interesse privato di chi ha denaro da spendere, poi quello di tutti, cosa volete che importi l'interesse di chi soldi non ha.

Lo abbiamo detto subito e lo ripetiamo: non ci arrenderemo. Non piegheremo la testa, non rispetteremo una legge liberticida. Continueremo a fare il nostro lavoro fino a che ci sarà materialmente consentito. Speriamo proprio che salga dal Paese un fremito di consapevolezza, di indignazione, persino di paura di quel che sta avvenendo e può ancora avvenire. Guglielmo Epifani annuncia in un'intervista le ragioni dello sciopero generale della Cgil. Le opposizioni, per quanto in sedi e in forme diverse, sono unite dal comune proposito di dare battaglia. Ieri al momento del voto i deputati dell'Italia dei valori hanno occupato i banchi del governo e sono stati espulsi. Il Pd ha lasciato l'aula. Nei prossimi giorni ci saranno manifestazioni, raccolte di firme, scioperi di categoria. Quello dei giornalisti, quello dei magistrati. È il momento di unire le forze, non di disperderle. Spinti all'angolo, bisogna reagire: se anche da angoli diversi che l'azione sia concentrica, coordinata e comune. Dice oggi Romano Prodi in un'intervista ad Andrea Satta, parlando (anche) di bicicletta: «La politica è una corsa a tappe. Purtroppo vedo in giro troppi velocisti. Non si va da nessuna parte se si pensa solo alla volata», la tornata elettorale è alla fine della corsa. È una tappa di montagna, questa. In sella, e pedalare.

E un pensiero malevolo non manca per quella finta opposizione che ha permesso questo scempio, ce l'ho se possibile ancor più con loro, perché quando ne avevano la possibilità non hanno mosso un dito perché questo non accadesse. Quanto a chi ha votato questi energumeni peste lo colga! 

Nota a margine
Oggi avrei decisamente preferito ricordare Enrico Berlinguer nel 26° anniversaro dalla sua scomparsa, fatemi almeno dire che mi manca tanto e che probabilmente con uomini come lui nel pd non saremmo mai giunti a questo. 

 
 
 

PARTIGIANA ANTIFASCISTA RESISTENTE SEMPRE

Post n°981 pubblicato il 10 Giugno 2010 da koradgl1
 
Tag: Me

http://profile.ak.fbcdn.net/hprofile-ak-snc4/hs625.snc3/27540_371176998578_2862_n.jpg

RESISTERE E COMBATTERE!!!!!

 
 
 

ULTIMI COMMENTI

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

kora69tambo66AngeloQuarantamarinovincenzo1958coli.francescaStivMcQueenkoradgl1maresogno67ilike06bianconigliosangiebelle1walviscostanzatorrelli46Terzo_Blog.Giusdominjusehellah
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963